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BAMBINI E ALIMENTAZIONE

Il gusto
che fa
star bene

Il gusto che far star bene
Il gusto che far star bene
Il gusto che far star bene
Il gusto che far star bene

È il momento buono. Per il bimbo recalcitrante di fronte a frutta e verdura, con l’estate e la disponibilità di tanti prodotti a chilometri zero si può puntare su qualche indicazione alimentare che si discosti dalle sue abitudini. Il tutto, però, va fatto senza stress, senza obblighi né rappresaglie per chi è renitente a insalate, zucchine e simili. E soprattutto, non bisogna puntare sulla ricompensa, della serie «se mangi l’insalata poi avrai il gelato». L’educazione al gusto e all’alimentazione sana, per i più piccoli, è un processo che varia da bambino a bambino. E che va sempre concordato con il pediatra. «La monotonia alimentare è una regola per i bambini, che tendono comunque ad essere diffidenti per i sapori nuovi», spiega Andrea Ghiselli, presidente della Società Italiana Specialisti in Scienza dell’Alimentazione. «Quindi occorre abituarli progressivamente a nuovi alimenti, senza pensare che sia necessario un supporto psicologico non appena si oppongono a nuovi cibi. E bisogna sempre tenere presente che i rifiuti si concentrano soprattutto sulla verdura, specie se amara, e su certi frutti». Insomma. Combattiamo le cattive abitudini a tavola, anche sfruttando i benefici dell’attività fisica che in questa stagione può farla da padrona (sempre con le attenzione legate a Covid-19), senza per questo stressarci (e stressare l’erede) se non otteniamo subito le gratificazioni che vorremmo. A spingere mamma e papà ad evitare obblighi, castighi e sguardi di traverso a tavola arriva anche una ricerca condotta negli Usa (là le abitudini a tavola sono probabilmente peggiori) che dice come nonostante tutto il bambino, piano piano, si adatta al regime alimentare e comunque è destinato a crescere bene senza essere sottoposto a tensioni eccessive. Lo studio ha preso in esame 317 coppie madre-figlio per cinque anni (dai 4 ai 9 anni dei bambini) raccogliendo informazioni sulle abitudini alimentari dei bimbi e sull’atteggiamento delle mamme a tavola. Si è visto chiaramente che mamma e papà – e per buon peso mettiamoci anche i nonni – solo raramente riescono ad ottenere risultati. I bambini che in termini anglosassoni vengono definiti «picky eaters», cioè estremamente selettivi, non tendono a recedere per nulla dalle loro convinzioni. E se rifiutano broccoli, finocchi e simili, non cambiano idea con punizioni o promesse di ricompensa. La ricerca dice infatti che i bimbi più «attenti» nelle scelte (che debbono essere sempre e comunque portate verso valori nutritivi positivi, come appunto sono quelli dei vegetali nell’ambito di un’alimentazione mediterranea) sono anche quelli che più grandicelli avranno un miglior controllo del peso. Consigli per i genitori? Educate i bimbi al gusto, abituandoli ad un’alimentazione mista che preveda diverse tipologia di cibi. In genere amaro e dolce vengono riconosciuti dai bimbi anche alle concentrazioni più basse, mentre il salato e l’acido vengono percepiti alla seconda o terza prova, ovvero a concentrazioni di sapore più elevate. Quindi c’è sempre il rischio di abituarli a piatti eccessivamente salati. E date il buon esempio. «Bisogna proporre gli alimenti nuovi senza forzare il bambino, ma mettendoli in tavola e dando, come adulti, il giusto esempio», conclude Ghiselli. «Finchè il piccolo non prova, comunque, non bisogna forzarlo né proporre ricompense o punizioni se si “comporta bene” a tavola».

femereta@tin.it

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