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LESIONI CEREBRALI

Ictus, usiamo il cervello

La prevenzione si fa con i corretti stili di vita: la ricetta è giocare d'anticipo

Pressione, colesterolo, glicemia e malattie cardiache - in particolare la fibrillazione atriale, la più comune forma di aritmia che aumenta anche di cinque volte i rischi - sotto controllo. Non fumare, non consumare alcolici in eccesso e non fare uso di droghe. Svolgere un'attività fisica moderata e costante, seguendo una dieta sana ed equilibrata riducendo il sale aggiunto negli alimenti. Controllare il peso. Non serve molto per contrastare il rischio di ictus cerebrale e la prevenzione, con i controlli, può ridurre fino all'80 per cento i pericoli che non arrivi sangue in un'area del cervello con conseguenti lesioni. A lanciare il messaggio sono gli esperti in occasione della Giornata Mondiale contro l'Ictus Cerebrale. Ovviamente ci sono fattori su cui non possiamo influire: l'età che avanza non si può arrestare, così come non è possibile «scegliere» i genitori ed il loro patrimonio genetico, che può influire sul rischio. Per il resto, esistono elementi modificabili. E su questi possiamo fare molto, come ricordano gli esperti dell'Associazione per la Lotta all'Ictus Cerebrale. La miglior prevenzione per eliminare i fattori di rischio si basa soprattutto sull'adozione di corretti stili di vita: una dieta ipocalorica e iposodica, ad esempio, previene il sovrappeso, l'ipertensione, il diabete e l'ipercolesterolemia, così come la cessazione dell'abitudine al fumo, all'alcool o sostanze stupefacenti riduce il rischio fino all''80 per cento. In caso di ipertensione, la terapia suggerita dal medico avrà una grande importanza preventiva, così come nel caso di soggetti affetti da diabete (in cui il rischio è aumentato circa del 50 per cento) o da altre malattie croniche come appunto la succitata fibrillazione atriale. Fare attenzione alle nostre abitudini, insomma, è l'arma più efficace per giocare d'anticipo nei confronti delle lesioni. Ma se accade qualcosa che possa segnalare la sofferenza del cervello come spiegato a fianco, non dormiamoci sopra. Il motivo? «Time is brain». Il tempo è cervello. Quando non arriva sangue ai neuroni, le cellule nervose, questi muoiono. E per quanto si possa fare con la riabilitazione, ciò che conta è arrivare il prima possibile con le cure, meglio se entro le primissime ore dall'inizio dei sintomi. E' questa la prima regola da tenere presente in caso di sintomi che possono far pensare ad un ictus. Arrivare presto in ospedale significa riconoscere le cause della carenza di sangue ad una determinata area del cervello, poter mettere in atto le cure più efficaci e monitorare la situazione al meglio, all'interno di strutture dedicate che si chiamano Unità Neurovascolari o, con termini inglese, Stroke Units. Come per il cuore dopo un infarto esistono le unità coronariche, così per il cervello ci sono queste sale in cui si seguono attimo per attimo la situazione generale e la salute degli organi principali. Essere assistiti prontamente, oltre a consentire di limitare i danni legati all'ischemia, significa essere seguiti in reparti altamente specializzati per l'inquadramento clinico-diagnostico-terapeutico e la miglior gestione della malattia, dalla fase acuta alla riabilitazione neuromotoria e cognitiva precoce fino alla prevenzione delle possibili complicanze. Ultima raccomandazione: chi ha già avuto un «attacco» deve prestare ancor più attenzione ai «nemici» della circolazione e sottoporsi regolarmente a visite di controllo e agli esami, da quelli che consentono di valutare il flusso del sangue nei vasi fino alle sofisticate indagini radiologiche sul cervello.

 

LA PATOLOGIA Tutto comincia con la chiusura di un'arteria La lesione può essere causata in primo luogo dalla chiusura di un vaso arterioso e in questo caso si parla di ictus ischemico: più o meno le lesioni cerebrali hanno questa origine in quattro casi su cinque. Possono essere coinvolti tanto le grandi arterie, come ad esempio le carotidi, così come i piccoli condotti che scorrono all'interno del cranio e irrorano specifiche zone del cervello. A causare questo fenomeno possono essere trombi presenti sulla parete dei vasi o emboli trasportati dal flusso sanguigno .L'ictus emorragico, invece si manifesta in circa il 15 per cento dei casi ed è legato alla rottura delle pareti di un arteria che quindi perde sangue e va a comprimere il tessuto cerebrale. Tra le cause possono esserci un drastico aumento della pressione, che porta i vasi a rompersi, oppure la rottura di un aneurisma, cioè di una dilatazione patologica della parete arteriosa spesso nemmeno percepibili. Ci sono poi casi in cui si creano le cosiddette emorragie subaracnoidee, con il sangue che si accumula tra il cervello e il suo rivestimento esterno. In questi casi, quasi sempre legati alla rottura di un aneurisma, ci sono segni abbastanza tipici come fastidio alla luce, un fortissimo mal di testa con vomito, in molti malati anche perdita di coscienza. (fe.me.)

FEDERICO MERETA

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