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MEDICINA DI FAMIGLIA

Esplode l’emergenza medici, anche Parona senza assistenza

A fine mese andrà in pensione la dottoressa Pighi, odissea in vista per 1.500 cittadini
La carenza di medici di famiglia è un'emergenza anche per la sanità veronese
La carenza di medici di famiglia è un'emergenza anche per la sanità veronese
La carenza di medici di famiglia è un'emergenza anche per la sanità veronese
La carenza di medici di famiglia è un'emergenza anche per la sanità veronese

Tocca a Parona. Il 31 dicembre la dottoressa Alessandra Pighi, medico di base del quartiere di tremila abitanti, terminerà il suo servizio. Lo annuncia la lettera inviata agli assistiti che dovranno mettersi in cerca di un nuovo medico proprio mentre la carenza di sanitari sta toccando il suo apice. Si apre, quindi, una nuova falla nella Seconda circoscrizione, che conta all’incirca 37 mila abitanti.

La situazione in Seconda Circoscrizione

A Parona solo metà dei residenti era servita da un medico: uno è andato in pensione ed è subentrata una dottoressa ma per un solo giorno la settimana, così la maggior parte degli assistiti si è spostata nel quartiere dello Stadio.

Quest’estate era toccato a Quinzano, rimasto del tutto senza medici: i residenti si rivolgono ad ambulatori a Borgo Trento. Infine Avesa: dei tre medici riuniti in gruppo, ne è rimasto solo uno. Ora si apre l’odissea per i circa 1.500 assistiti della dottoressa Pighi.

«L’ambulatorio medico è un presidio sociale oltreché sanitario. Se mi ammalo ho bisogno in quel momento di un consulto, non nel giorno in cui è presente il medico. E molti anziani faticano a spostarsi da un quartiere all’altro per una visita», spiega Elisa Dalle Pezze, presidente della circoscrizione del Pd, che da mesi riceve telefonate o richieste dai cittadini in difficoltà. «Parona è zona carente già da prima della pandemia. Lo avevamo segnalato allora, come continuiamo a farlo ora. Tra l’altro anche per il cambio di medico la procedura non è semplice e molti non sanno come fare».

Cercansi locali a costi agevolati

La Circoscrizione non ha competenza in materia, tuttavia Dalle Pezze segnala la possibilità di trovare spazi pubblici a costi agevolati per andare incontro a medici che vogliano aprire l’ambulatorio nelle zone meno coperte: «Ad Avesa abbiamo trovato dei locali di Agec per ospitare due medici ad affitto calmierato. Ma non troviamo sanitari».

E subentrano anche difficoltà burocratiche: «Medici giovani», conclude, «ci riferiscono di faticare a partire ex novo con una medicina di gruppo in quartiere perché si scontrano con iter complessi. Serve loro, inoltre, il supporto di un infermiere e di segretariato. Invece chi parte da zero si trova con un sistema sanitario regionale complicato».

I dati da «bollino rosso»

Al termine del triennio 2021-2023 Verona, tra città e provincia, avrà perso il 17,4 per cento dei medici andati in pensione o in procinto di andare: nel 2021 erano 575, entro il 2023 se ne saranno andati in 100. Una fase da bollino rosso che sta per fare il giro di boa: il 2022 è stato l’annus horribilis con ben 39 medici che hanno terminato il servizio. Lo scorso anno sono stati 36. Nel 2023 saranno 25. Nel frattempo qualcuno entrerà in servizio, ma nel 2024 i pensionati supereranno di nuovo la trentina. Sono i dati di una ricerca effettuata dal Pd Veneto e presentata venerdì in Borgo Roma.

Il problema della programmazione

Interviene anche la consigliera regionale Anna Maria Bigon, vicepresidente della commissione Sanità in Regione: «Bisogna evitare che questa crisi si avviti su se stessa. Stiamo pagando anni di mancata programmazione e una difficoltà ad attivare nuove medicine di gruppo per la burocrazia e le regole imposte da Regione e Ulss. L’unica soluzione praticabile nel breve periodo è promuovere le aggregazioni e l’integrazione dei medici ma per farlo occorre dotare gli ambulatori di supporto infermieristico e amministrativo». Se finora ne ha sofferto soprattutto la provincia, il fenomeno della carenza di dottori si allarga ora alla città dove non è attiva la misura emergenziale avviata nel Veronese. L’Ulss9, nelle ultime settimane, ha aperto il servizio del medico distrettuale: guardia medica diurna che eroga prestazioni ai cittadini che non hanno il dottore. Nel distretto 2 è attivo quattro giorni la settimana a Roncà. Nel distretto 3 a Nogara per due giorni, a Concamarise per tre, a Legnago per tre pomeriggi, a Minerbe tutti i giorni. Lunedì, martedì, giovedì e venerdì nel distretto 4 a Villafranca, Sommacampagna, Isola della Sala e Malcesine. Il servizio viene spostato a seconda che l’emergenza rientri o si apra in altre zone. Per la città finora non è stato attivato ritenendo che i medici qui siano più propensi ad aprire un ambulatorio.

Maria Vittoria Adami

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