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convegno a Ospedaletto di Pescantina

Emergenza obesità, Negrar fa scuola per le operazioni chirurgiche: «Sempre meno complicanze e meno giorni di ricovero»

All’Irccs di Negrar nel 2023 sono stati eseguiti 138 interventi di riduzione dello stomaco, 45 in più rispetto all’anno precedente. La Chirurgia bariatrica di Negrar ha ricevuto la certificazione Sicob di centro di eccellenza e poche settimane prima il riconoscimento di Centro formatore ERAS, il primo in Italia
L'équipe di Chirurgia bariatrica dell'IRCCS Sacro Cuore Don Calabria: da sinistra Maria Paola Brunori (gastroenterologa), Eleonora Geccherle (psicologa), Roberto Rossini (chirurgo), Alessandra Misso (dietista) e Irene Gentile (chirurgo)
L'équipe di Chirurgia bariatrica dell'IRCCS Sacro Cuore Don Calabria: da sinistra Maria Paola Brunori (gastroenterologa), Eleonora Geccherle (psicologa), Roberto Rossini (chirurgo), Alessandra Misso (dietista) e Irene Gentile (chirurgo)
L'équipe di Chirurgia bariatrica dell'IRCCS Sacro Cuore Don Calabria: da sinistra Maria Paola Brunori (gastroenterologa), Eleonora Geccherle (psicologa), Roberto Rossini (chirurgo), Alessandra Misso (dietista) e Irene Gentile (chirurgo)
L'équipe di Chirurgia bariatrica dell'IRCCS Sacro Cuore Don Calabria: da sinistra Maria Paola Brunori (gastroenterologa), Eleonora Geccherle (psicologa), Roberto Rossini (chirurgo), Alessandra Misso (dietista) e Irene Gentile (chirurgo)

L’obesità è una patologia ed è in costante aumento, portando con sé il rischio di importanti malattie correlate come diabete, tumori e disturbi cardiovascolari. In crescita pure i pazienti che ricorrono alla chirurgia: all’Irccs di Negrar nel 2023 sono stati eseguiti 138 interventi di riduzione dello stomaco, 45 in più rispetto all’anno precedente.

Da gennaio a marzo 2024, inoltre, gli interventi sono stati già 46. Il 20 per cento proviene da fuori regione e rilevante è anche la percentuale dei cosiddetti Re-Do Surgery (10 per cento), cioè di coloro che si rivolgono a Negrar per un secondo intervento, a causa di complicazioni dovute alla prima procedura chirurgica effettuata in un altro ospedale o per fallimento nella perdita di peso.

Numeri anche grazie ai quali all’inizio dell’anno la Chirurgia bariatrica, che afferisce alla Chirurgia generale diretta dal dottor Giacomo Ruffo, ha ricevuto la certificazione Sicob di centro di eccellenza e poche settimane prima il riconoscimento di Centro formatore ERAS, il primo in Italia.

Per fare il punto della situazione, delle tecniche oggi a disposizione e delle prospettive di cura, si svolge domani, venerdì 5 aprile, a Ospedaletto di Pescantina nelle sale congressi di Villa Tommasi, il convegno Veneto della Sicob - Società italiana di chirurgia dell’obesità e delle malattie metaboliche - organizzato dalla Chirurgia bariatrica dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar.

Proprio il protocollo ERAS sarà il tema conduttore del convegno, durante il quale si avvicenderanno gli interventi dei maggiori specialisti italiani, tra cui il presidente eletto della Sicob tra gli autori delle linee guida nazionali sulla chirurgia bariatrica, il dottor Maurizio De Luca e un ospite internazionale, il professor Didier Mutter da Strasburgo, rappresentante di una della maggiori scuole europee di chirurgia laparoscopica.

Chirurgia mini-invasiva e percorso di recupero

«ERAS è una modalità di presa in carico del paziente chirurgico che ha come obiettivo il miglior recupero dopo l’intervento», spiega il dottor Roberto Rossini, responsabile della Chirurgia bariatrica di Negrar e organizzatore del convegno. «Grazie alla preparazione pre-intervento, all’adozione di specifiche tecniche chirurgiche e anestesiologiche, al controllo di nausea e dolore, che consentono la mobilità precoce del paziente già nelle ore successive alla sala operatoria, sono diminuite significativamente le complicanze post chirurgiche e i giorni di ricovero sono scesi da 4 a 1».

La certificazione di centro formatore da parte della società scientifica internazionale Eras Society, prosegue Rossini, «è il risultato di un lavoro complesso di più specialisti, non solo chirurghi, che ha portato ad un’adesione al protocollo superiore al 95 per cento. Grazie al riconoscimento possiamo formare altri centri italiani per l’applicazione di ERAS». L’intervento chirurgico può fare molto, ma non tutto.

«Con diverse tecniche di chirurgia mini-invasiva (laparoscopica e robotica) viene asportata buona parte dello stomaco, che assume la forma di un tubo collegato al duodeno», continua. «Il risultato è un maggior senso di sazietà, non solo per la riduzione dello spazio di contenimento del cibo, ma anche perché viene recisa quella parte dello stomaco che produce la grelina, l’ormone della fame. Tuttavia l’intervento fine a se stesso, rischia di fallire, se non è accompagnato da un percorso di vero cambiamento di stili di vita. Per questo è importante l’apporto di diversi specialisti sia prima della chirurgia sia durante il follow up. Il 70 per cento dei nostri pazienti effettuano nel primo anno tutti i controlli periodici contro il 50 per cento stabilito dalla Sicob. Poi nel tempo la percentuale si abbassa fisiologicamente, sebbene rimanga soddisfacente». 

Camilla Madinelli

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