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Le idee di «Meditazione a strappo»

Educare la mente ai silenzi: la nuova sfida di Lumera

La ricerca del benessere inizia esplorando il mondo interiore
Daniel Lumera
Daniel Lumera
Daniel Lumera
Daniel Lumera

Strappare le pagine di un libro? Si può fare, quando a volerlo è lo stesso autore, che propone di sceglierle, conservarle, regalarle. Per il benessere proprio e delle persone che ci circondano. E così, le pagine di «Meditazione a strappo. 60 idee per educare la mente al silenzio, all’armonia e all’amore» (Giunti), di Daniel Lumera, si possono trasformare in un piccolo promemoria, un messaggio che ha il compito di trasmettere, in chi legge, il desiderio di trovare un benessere interiore e muovere i primi passi nel mondo della meditazione.

Viaggio interiore

Dopo i tre bestseller «Biologia della gentilezza», «La lezione della farfalla», «Ecologia interiore», scritti insieme a Immaculata De Vivo, scienziata e docente alla Harvard Medical School, biologo naturalista, che ha studiato la pratica della meditazione con Anthony Elenjimittam, discepolo diretto di Gandhi, torna ad accompagnare i lettori in un viaggio nelle piccole sfide quotidiane, invitando a cambiare il punto di vista, aprendosi sul mondo interiore per vedere come in realtà tutte le risposte siano già dentro di noi.

E per farlo tiene a sgombrare il campo da eventuali malintesi: «Vorrei raccontare cosa non è meditazione. Meditare non è respirare consapevolmente, non è nemmeno visualizzare e canalizzare, e neppure pregare. La parola meditare condivide la stessa radice etimologica con ‘medicare’ e ‘medicina’, med-, dal latino mederi, che significa curare. L’azione del meditare indica quindi la capacità della mente di soffermarsi attentamente e a lungo su un soggetto di attenzione allo scopo di indagarlo e comprenderlo a fondo. La meditazione, dunque, è uno stato di coscienza che si realizza quando rimane nella mente solo pura consapevolezza di essere, senza forme, definizioni, nomi, giudizi o livelli di identificazione».

L'invito a prendersi del tempo

Un percorso che potrebbe sembrare difficile, soprattutto in un mondo fatto di stress e ritmi concitati, continue richieste, da parte della società e dell’ambiente in cui viviamo, di essere performativi, veloci, produttivi e ambiziosi. «Meditazione a strappo» allora si trasforma in un compagno di viaggio e quasi in un gioco. Ci invita a prenderci del tempo per noi e a cambiare il nostro punto di vista a vantaggio di un immediato benessere. Un esempio? «Impara a non far dipendere da nessuno la tua felicità. Apri le tue ali. Quel volo ti appartiene», scrive Lumera.

Che invita a sperimentare la condizione che forse fa più paura: la solitudine: «Anziché sfuggire anestetizzandoti con relazioni superficiali, impegni, obiettivi, oggetti, fermati e impara ad ascoltarti. Nessuno è più integro di chi sa stare bene in solitudine: ogni relazione diviene espressione di una libera scelta». Non facile, cercare la solitudine e saperla abitare, in un mondo che ci bombarda di finte felicità e rapporti poco autentici. Eppure, ci ricorda Lumera, è importante non perdere tempo, e una mente libera si trasforma nella nostra più importante risorsa. Nei momenti difficili come in quelli sereni. «Il cuore di tanti si è indurito ma se ci ragioniamo sopra capiremo facilmente che questo è il frutto di una mancanza di amore». Arrivano allora i pensieri di questo libro: “Sono pensieri leggeri, piccole gocce che scaveranno la roccia».

Silvia Allegri

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