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l'intervento

In aumento «solastalgia» o «eco-ansia»: quando il clima modifica il nostro umore

Anche gli esperti confermano come i cambiamenti ambientali influenzino le persone
L'eco-ansia è una patologia in aumento
L'eco-ansia è una patologia in aumento
L'eco-ansia è una patologia in aumento
L'eco-ansia è una patologia in aumento

Arrivare in pieno inverno in Lessinia o sul Baldo e trovare distese verdi, anziché bianche, come si era abituati un tempo. Può capitare di sentire una fitta al cuore o comunque una sensazione di nostalgia per quel posto che era un po’ casa e che ora ritroviamo diverso da come lo ricordavamo. Perché il clima non è più quello di un tempo. Si chiama «solastalgia», è un disagio emotivo causato dal cambiamento ambientale.

Ma esiste anche la «eco-ansia», una preoccupazione cronica data dalla consapevolezza della gravità della situazione climatica. L’ambiente ha innumerevoli ripercussioni sullo stato emotivo e psicologico delle persone. A spiegarlo è Michela Nosè, docente di Psichiatria dell’università di Verona.

Gli effetti dei cambiamenti climatici sulle persone

«C’è una grande attenzione da parte di tutte le organizzazioni internazionali, tra cui l’Organizzazione mondiale della Salute, agli effetti dei cambiamenti ambientali sulle persone», spiega ancora Nosè. «I cambiamenti climatici si ripercuotono sulle determinanti sociali, ambientali ed economiche, che influiscono sulla salute mentale dell’uomo, pertanto è impossibile non tenerne conto».

A livello macro, basti pensare ai grandi fenomeni migratori, alla deforestazione, all’inquinamento che fa aumentare le patologie, come ad esempio a livello respiratorio, causando così anche stress a livello psichico sulla persona. Esistono poi gli eventi estremi, come le alluvioni o le valanghe, che possono comportare sintomi post traumatici in chi ne è vittima.

Ma le ripercussioni ci sono anche a livello micro. «I cambiamenti climatici possono incidere a livello di incapacità di programmazione», osserva Nosè. In un momento in cui tutto è un po’ incerto, il clima ci spinge a esserlo ancora di più. Banalmente, partiamo la mattina con un certo abbigliamento, perché pensiamo sia adeguato, e invece il tempo non è come ce lo aspettiamo.

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I legami tra la patologia psichiatrica e il clima

La temperatura non è più qualcosa di programmabile. A questo si aggiungono gli aspetti più legati al ritmo circadiano, la regolare alternanza tra sonno e veglia, ma anche tra le diverse stagioni. «È acclarato che ci sia un legame tra la patologia psichiatrica e il clima», prosegue la docente veronese. «Le temperature, l’alternanza giorno notte e la stagionalità hanno ripercussioni a livello emotivo: è ovvio che se il cambio di stagione non è più tale, il ritmo sballa e c’è un rimbalzo anche sotto il profilo emotivo e psichico per la persona. Cambia la cornice di riferimento, che si dava per scontata, e ciò può creare insicurezza».

I sintomi

«Chi risente del clima non regolare può soffrire di ansia, depressione, irrequietezza, insonnia e di maggiore aggressività», prosegue Nosè. «Ci può essere, inoltre, una sensazione di incertezza, di precarietà acuita da questa incapacità di programmazione legata al clima».

E poi c’è l’eco-ansia. «La preoccupazione per i cambiamenti ambientali, per un mondo che non va come ci si aspettava, può assumere la forma di una patologia, o comunque di un malessere psichico forte, una paura cronica», conclude l’esperta,« dovuta anche al fatto che non si può intervenire per il futuro delle prossime generazioni».

Manuela Trevisani

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