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Veronesi nel mondo

Castellarin, il medico che ha trovato l'America: «Curo gli occhi negli Stati Uniti, qui la meritocrazia è un valore. Ma se Verona mi avesse chiamato...»

Castellarin lavora alla California Retina Consultants: «Mi mandarono a San Francisco Bonomi, Panozzo e Tomazzoli»
Castellarin oggi vive e lavora negli Usa
Castellarin oggi vive e lavora negli Usa
Castellarin oggi vive e lavora negli Usa
Castellarin oggi vive e lavora negli Usa

Un cantuccio di paradiso per 160mila anime fortunate a nemmeno due ore da Los Angeles, il cielo di Santa Barbara è blu come lo immaginavano i Dik Dik in «Sognando California». I primi ad arrivarvi furono gli spagnoli a metà del ‘500, nel ‘700 vi si insediarono i Francescani, gli italiani vi approdarono nel primo ‘900: «Erano genovesi e facevano i pescatori. Santa Barbara è una piccola città ricca di cultura: ha tre teatri, vi si tiene ogni anno un festival del cinema, ed è sede della University of California-Santa Barbara. Una città vivibilissima», spiega Alessandro Castellarin, veronese di Borgo Trento, che lì vent’anni fa ha trovato la sua America affermandosi come medico specializzato nell’oculistica, tanto che il suo nome oggi spicca tra più stimati oftalmologi degli Stati Uniti.

Da Borgo Trento agli States

Mamma casalinga e papà medico, primario radiologo all’ospedale di Borgo Trento, il quartiere dove il quattordicenne Alessandro scorrazza in sella alla Vespa 50 Special: «Dopo il liceo classico al Maffei, volevo studiare Medicina, ma allora a Verona il numero era chiuso e non sapevo se sarei passato. Così mi iscrissi a Brescia, ma in pratica non ci andai mai, perché a Verona ero invece ero entrato. Mi sono laureato nel 1990 per poi fare la specializzazione in oculistica», racconta.

È allora che Castellarin attraversa per la prima volta l’oceano: «Il direttore della clinica oculistica era il professor Bonomi, coadiuvato dalla professoressa Tomazzoli e dal dottor Panozzo come assistente; quest’ultimo si era specializzato sulla retina a San Francisco e fu proprio lui a suggerirmi di fare la stessa cosa. Bonomi, Tomazzoli e Panozzo mi aiutarono a conseguire una borsa di studio a San Francisco, dove rimasi un anno e incontrai Stephanie che sarebbe diventata mia moglie».

A Verona la formazione, ma il problema è trovare lavoro

Al ritorno a Verona completa il percorso di specializzazione, ma ora il problema è trovare lavoro. Stephanie è venuta con lui a Verona, si sposano nel 1997, Alessandro lavora a gettone, entra uno studio associato nella speranza di essere assunto in ospedale: «Era dura, concorsi non se ne facevano, mi trovavo in una terra di nessuno e in me cresceva un senso di insoddisfazione. Fu in quel periodo che decisi di tornare in America».

Ora si presenta però un altro scoglio: per vedersi la laurea riconosciuta, e quindi essere abilitato a esercitare la professione negli Usa, deve fare l’Umsle, due esamoni per preparare i quali in pratica deve studiare medicina daccapo. Li fa in Svizzera, e poi parte per gli Usa non avendo ancora un posto di lavoro sicuro, un bel salto nel buio: «Sì, ma valeva la pena di rischiare».

 

Maffeiano Castellarin vive e lavora negli Usa
Maffeiano Castellarin vive e lavora negli Usa

 

La svolta arrivò in New Jersey, in un laboratorio di ricerca sulla retina. Pubblicai quattro lavori e feci domanda per rifare la specializzazione in oculistica in New Jersey. Dopo tre anni ne feci altri due alla Emory University ad Atlanta, una Fellowship prestigiosa con professori che hanno fatto la storia della retina. Ricevetti un importante riconoscimento, il Ronald M. Michels Fellowship Award, e mi fu pure offerto un posto di lavoro alla Emory University».

In California

Stephanie desidera tornare in California, e quando nel 2004 da Santa Barbara ad Alessandro offrono un lavoro al California Retina Consultants, a lui basta un solo colloquio per accettare la proposta.

Era allora il quarto medico. Oggi sono in 13, visitano circa 100mila pazienti e fanno cinquemila interventi chirurgici l’anno: «Curiamo la degenerazione maculare, i distacchi di retina e la patologia della retina dovuta al diabete. Facciamo anche ricerca sui nuovi farmaci in via di approvazione dal Fda, e stiliamo circa una trentina di studi clinici all’anno».

L'offerta (rifiutata) per tornare in Italia

Corre il 2006, la carriera è ben avviata in California quando riceve una chiamata dall’Italia: «Mi fu offerto il primariato all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, ma non me la sentii di tornare ad avere a che fare con un ambiente “politico” che ormai avevo del tutto rimosso. È stata una decisione sofferta ma giusta, perché qui si lavora benissimo, la meritocrazia è un valore e gli Usa sono il Paese delle opportunità. Diciamo che in Italia il sistema è molto più complicato, ma se quell’offerta anziché da Bologna fosse arrivata da Verona forse ora sarei lì, perché non credo avrei potuto resistere al richiamo delle mie radici».

Eh già, Verona…: «I nostri figli hanno entrambi doppia cittadinanza, americana e italiana, come me. Per loro Verona è la seconda casa, ma è anche sinonimo di Natale a casa dalla nonna. Veniamo tre volte l’anno, a Verona ho mia mamma, mia sorella e mio cognato, cugini, e tanti cari amici che quando torno organizzano sempre una bella serata in compagnia. Ogni volta è un tuffo nel passato».

E il futuro? «Chissà che magari non possa essere sdoppiato tra sei mesi in America e sei a Verona».

Lorenzo Fabiano

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