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A cura del dottor Federico Mereta

Dal Congresso della Società americana di Oncologia clinica (Asco) arrivano notizie incoraggianti per migliorare i risultati nella cura di tumori «difficili». Sul fronte delle malattie del sangue si è visto che aggiungere un anticorpo monoclonale (daratumumab) alle due diverse combinazioni di terapia attualmente in uso, significa cambiare il decorso del mieloma multiplo. Secondo Michele Cavo, direttore dell’Istituto di Ematologia Seràgnoli dell’Università di Bologna, «il farmaco è dotato di un meccanismo di azione che determina la morte delle cellule tumorali sia direttamente che indirettamente, modulando il sistema immunitario e indirizzandolo ad aggredire il tumore. In questo modo il paziente avrà probabilità maggiori di rispondere alla terapia, risponderà più rapidamente e manterrà la risposta per un periodo di tempo più lungo». Il mieloma multiplo è un tumore del midollo osseo caratterizzato da un’incontrollata proliferazione di plasmacellule e da un’eccessiva produzione di immunoglobuline presenti nel sangue e/o nelle urine. Buone nuove ci sono anche sul fronte del tumore polmonare: aumentano i pazienti che, in stadio avanzato, potrebbero essere trattati con l’immunoterapia, che porta il corpo a difendersi da solo. In particolare sono importanti i risultati ottenuti in prima linea di cura con un anticorpo chiamato pembrolizumab, sia da solo che in combinazione con la chemioterapia. In fase di ricerca avanzata è invece alectinib, altro farmaco che ha dimostrato di aumentare la sopravvivenza in specifiche categorie di malati. Infine si avvicina un test per sapere se dopo la chirurgia, nelle donne con tumore al seno, c’è o meno necessità di chemioterapia.

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