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ADDIO AL BITUME

Resistenti e
riciclabili, ecco le
strade di plastica

Le «plastic road» sono adatte a tutte le stagioni e possono sopportare il traffico automobilistico senza rompersi
Le «plastic road» sono adatte a tutte le stagioni e possono sopportare il traffico automobilistico senza rompersi
Le «plastic road» sono adatte a tutte le stagioni e possono sopportare il traffico automobilistico senza rompersi
Le «plastic road» sono adatte a tutte le stagioni e possono sopportare il traffico automobilistico senza rompersi

Strade in plastica riciclata al posto del tradizionale asfalto. Non è fantascienza ma già realtà in diversi Paesi con i primi esperimenti, partiti anche in Italia. I vantaggi sono molti, a partire dall'impatto ambientale ridotto a zero, dando inoltre una grossa mano allo smaltimento e inquinamento da plastica. Ma non solo. I percorsi stradali realizzati con materiali plastici scartati sono in grado di resistere meglio nel tempo (fino a tre volte in più rispetto all’asfalto), sopportando meglio sia le temperature alte che quelle più rigide. Addio quindi a buche e crepe che spesso vediamo sul manto stradale quando circoliamo. I pionieri di questa speciale, semplice ma rivoluzionaria tecnica per coprire le strade sono gli indiani, che già da poco meno di vent’anni stanno applicando questo sistema. Risale al 2002 la prima applicazione in una strada di Jambulingam, a Chennai, nell'India Orientale. I risultati finora sono stati stupefacenti dal momento che da allora la strada non si è consumata, non si sono create buche o crepe, nonostante la violenza dei monsoni, del caldo e dei continui passaggi di veicoli che si sono susseguiti in questi 18 anni. In India hanno insistito con quel progetto, a tal punto che ad oggi la colla polimerica ricavata da rifiuti di plastica triturati ricopre oltre 33mila chilometri di strade del Paese. Ma non solo. Il governo intende proseguire su questa via – è proprio il caso di dire – e realizzare 83mila chilometri di strade «plastificate» entro il 2025. Nel Vecchio Continente c’è voluto più tempo perché questa idea geniale facesse breccia. Il composto da utilizzare per realizzare le strade è formato dai tre ai dieci chili di plastica riciclata per ogni tonnellata di asfalto, usato come collante al posto del tradizionale bitume ottenuto dai combustibili fossili. I primi esempi risalgono a qualche anno fa. A Londra è stata ripavimentata una delle arterie più trafficate del quartiere di Enfield. Il successo dell’operazione ha spinto l’amministrazione locale a replicare l’esperimento in altre aree in prossimità di fermate dell’autobus. Tre anni fa in Olanda, a Zwolle, è stata costruita una pista ciclabile di trenta metri con plastica riciclata pari a 218mila bicchieri oppure 500mila tappi. Per realizzarla ci si è basati sul progetto Plastic Road, costituito da moduli prefabbricati composti da plastica riciclata che si incastrano tra loro costituendo una superficie stradale. Tra i vantaggi delle «plastic roads», oltre alla leggerezza, c’è la possibilità di creare moduli assemblabili che rendono la costruzione e la manutenzione più veloce. Inoltre sfruttando la cavità interna del manufatto è possibile raccogliere l'acqua evitando allagamenti della sede stradale. Anche l’Italia si sta impegnando a creare strade di plastica. A Roma, dove il problema della manutenzione delle arterie stradali è particolarmente grave, lo scorso anno è stato effettuato un esperimento, riuscito, sulla Ardeatina, dove è stato realizzato il primo tratto al mondo con il Gipave, un supermodificante in grafene e plastica riciclata, più resistente del 250 per cento, oltre ad essere antismog e antighiaccio e riciclabile al cento per cento, riducendo l’estrazione di nuovi materiali e l’impiego di bitume di primo utilizzo. E intanto sia nel Belpaese che nel resto d’Europa e del mondo le applicazioni di questa tecnica rivoluzionaria continuano a moltiplicarsi. (em.zan.)

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