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Virus, caos matrimoni
Su Fb nasce il gruppo
"Spose eroine 2020"

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Coronavirus,caos matrimoni e su Facebook nasce il gruppo "Spose eroine 2020"

Doveva sposarsi il 28 maggio, coronare il suo sogno, il progetto di vita con il fidanzato Antonio, ma le nozze sono state posticipate al 18 agosto a causa del coronavirus che non ha risparmiato neppure i matrimoni. Ma «in queste condizioni» Emanuela Leonardi, 28 anni di Catania, non vuole sposarsi. Con altre due giovani donne ha creato un gruppo pubblico su Facebook, "Spose eroine 2020". Qui le ragazze di tutta Italia, in attesa di poter indossare l'abito bianco, hanno iniziato a sfogare le loro frustrazioni per un matrimonio che, come ai tempi della peste dei "Promessi Sposi" per ora «non s'ha da fare». Apprensioni per bomboniere, partecipazioni, acconciature, fotografo, preparativi vari, fremono in tutti i post.

«Le disposizioni legate alla pandemia - racconta Emanuela Leonardi in un video-appello che ha fatto il giro del web - impongono che mio padre non può accompagnarmi all'altare, non può ballare con me, ma soprattutto ci impongono l'utilizzo della mascherina durante le nozze».

 

La questione mascherine preme: «Serve buon senso. Si possono organizzare tavoli per nuclei familiari, evitare baci e trenini. Abbiamo proposto anche il test sierologico per tutti i partecipanti. Ma la mascherina rovinerebbe il giorno più bello». «Abbiamo già sostenuto molte spese. Abbiamo dovuto cambiare le partecipazioni, rivedere viaggi di nozze e location - prosegue Emanuela -. Noi non dobbiamo necessariamente sposarci nel 2020 ma qualcuno ce lo venga a dire o ci spieghi la ratio di certe misure che proprio non capiamo. Sia chiaro, io non mi sposo se mio padre non può accompagnarmi all'altare».

Emanuela non ci sta, non ha intenzione di far slittare le nozze. E conclude con quello che è diventato il manifesto di "Le spose eroine": «Anche le nostre famiglie hanno fatto dei sacrifici economici, anche noi vogliamo parlare. Vogliamo soluzioni e non costrizioni. Siamo in tanti da nord e sud, adesso ci mettiamo la faccia, dateci la parola».

L’obiettivo del gruppo, infatti, è quello di chiedere al governo un protocollo chiaro per quanto riguarda i ricevimenti di nozze. «Chiediamo che ci venga permesso di organizzare un ricevimento in sicurezza, ma che sia una festa e non un funerale». Così, le agguerrite “eroine” hanno perfino invaso le dirette social del premier Antonio Conte e di alcuni presidenti di Regione per far sentire la loro voce.

 

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