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Rossetto, re d’Illasi «Iniziò per amore C’era sta ragazza...»

Federico Rossetto l’ultimo giorno della sua lunga storia a Illasi
Federico Rossetto l’ultimo giorno della sua lunga storia a Illasi
Federico Rossetto l’ultimo giorno della sua lunga storia a Illasi
Federico Rossetto l’ultimo giorno della sua lunga storia a Illasi

Federico Rossetto, oggi 47enne, all'ombra del castello è stato bomber, capitano, uomo simbolo. Una bandiera. I suoi sono numeri da evergreen: 430 presenze ufficiali dalla Seconda alla Promozione, 275 gol all'attivo (arriverà a 304), sei anni da capitano. Tra i volti vintage del calcio scaligero, non vi è dubbio Rossetto sia stato tra quelli per cui valeva la pena pagare il biglietto di una partita tra dilettanti. Federico, una vita da re d'Illasi. Il ricordo del primo approccio coi castellani? Un po' per caso, un po' per amore. Mi piaceva una ragazza da Illasi, giocava a pallavolo. La andavo a vedere alle partite, pian piano conobbi anche l'allenatore, Paolo Drezza, che faceva parte della dirigenza del Calcio Illasi. Da una chiacchiera nacque il rapporto con quella che sarebbe stata la squadra della mia vita. E quella ragazza? L'ho sposata. Perché Illasi? Dopo le giovanili del Chievo avevo giocato nel vecchio campionato Interregionale. Prima a Bassano del Grappa, poi a Legnago. Mi serviva un impegno che consentisse di conciliare la passione con il lavoro. Illasi mi ha aperto la porta: è diventata la mia seconda casa. Il primo ricordo che affiora? I derby col Tregnago, da brividi: in settimana venivano anche trenta tifosi a sostenerci. Il calcio di paese vive di queste rivalità: essere protagonisti sul campo è un piacere e un privilegio. Poi, in quei derby, giusto qualche gol l'ho fatto... La stranezza? Con Andrea Crema, storico portiere del Tregnago, siamo stati acerrimi rivali. Gli segnavo spesso, qualche volta volavano parole non proprio gentili. Poi è venuto ad Illasi, oltre che compagno siamo diventati grandi amici. A pensare a certe partite, è quasi difficile da credervi. Il rito irrinunciabile? Il caffè al ristorante dalla Rina nel pre partita. Sapevano che macchina avevo, quando arrivavo nel parcheggio avevo già il caffè pronto. Non me l'hanno mai fatto pagare. Negli anni ha sempre portato bene. Ogni bomber ha i suoi ispiratori. Chi era il tuo uomo assist? Mio fratello Francesco, ci intendevamo al volo ; Luca Bonomo e soprattutto Alessandro Albi, metà dei gol partivano dal suo piede. Il maestro sul campo? Andrea De Fazio e Alessandro Cherobin: mi fa piacere siano in corsa per il Pallone d'oro vintage pure loro, sono stati delle colonne del calcio dilettante. Poi Giuseppe Castagna. Meglio Francesco o Federico dei fratelli Rossetto? Meglio insieme. Giocare con lui è stato uno dei piaceri più intensi che il calcio mi ha regalato. Il gol più significativo? Contro il Grumolo: tripletta mia, doppietta di Francesco. Una vittoria di famiglia. Impossibile rivederti come allenatore? Vorrei, ma il lavoro non me lo permette. Ho fatto una scelta, va bene così.•.

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