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Nuove tradizioni

Irrompe il maglione di Natale: da Bridget Jones alla solidarietà firmata Michielin

Se prima era un’usanza amata da pochi, oggi è un vero e proprio oggetto di culto.

Stravagante, colorato, kitsch, spiritoso. Non solo: esagerato, pop, bello, ironico, divertente. È il maglione di Natale, diventato un must-have delle feste. Se prima era un’usanza amata da pochi, oggi è un vero e proprio oggetto di culto. «Il diario di Bridget Jones» ha fatto storia. Chi non ricorda la strepitosa Bridget con tanto di maglione natalizio? Sono passati alla storia i variopinti outfit del film sfoggiati per Natale con il leggendario e indimenticabile pull kitsch indossato da Colin Firth. Silenziosamente il capo è poi arrivato anche all’interno degli armadi di celebrity e influencer, come Miley Cyrus o le sorelle Hadid

Il must in America

In America così come in Inghilterra l’abbigliamento natalizio è un must, dalle felpe agli abiti e accessori. Tutto richiama il Natale poiché lo spirito natalizio deve assolutamente essere completo. Non è possibile pensare al Natale senza addobbi, accessori, outfit, coperte e così via.

In Italia a fin di bene

«C’è un maglione che non ha bisogno di effetti speciali per sorprendere, perché basta indossarlo per aiutare tanti bambini nel mondo». Così l’artista bassanese Francesca Michielin, in occasione della settima edizione del Christmas Jumper Day, ha raccontato il valore prezioso che si cela dietro al nuovo maglione natalizio (è targato OVS), di cui è testimonial, nato per sostenere i progetti di Save the Children. Parte del ricavato della vendita del maglione, disponibile in versione adulto, bambino e nelle taglie baby 9/36 mesi, contribuirà infatti a sostenere la campagna Emergenza Fame di Save the Children, per portare assistenza alle bambine e ai bambini a rischio nel mondo.

Nel regno dell’e-commerce

Sono brutti, a volte anche imbarazzanti. C’è chi potrebbe definirli immettibili, giustamente. Eppure, all’avvicinarsi del 25 dicembre, ogni anno i portali di e-commerce sono invasi dai maglioni di Natale che vengono anche usati come regali. Quelli con le renne, con Babbo Natale e persino con Gesù. Con la tradizione italiana hanno davvero poco a fare, se non nulla. Da modelli adorabili e comodi con orsi polari e renne a modelli con slogan divertenti e nasi con lucine, ci sono modelli per tutti i gusti (e disponibilità economiche). 

I maglioni di Natale: le origini

Sul sito di The Costume Society - associazione inglese che punta a studiare e tramandare le tradizioni nazionali in tema di moda - si legge che i pescatori scandinavi iniziarono a indossare gli antesignani dei maglioncini natalizi intorno al 1890. Si trattava di capi lavorati a mano, spesso con fibre di due diversi colori. Per lungo tempo si è pensato che le forme geometriche e i disegni intrecciati sulla lana servissero a distinguere le diverse comunità di pescatori, anche per identificare gli sfortunati caduti in mare. Negli anni seguenti i maglioni acquistarono popolarità tra diverse fasce sociali. Molto caldi, venivano utilizzati per passeggiate o sciate in montagna.

Lo sbarco a Hollywood

Nel ‘900 i maglioncini di Natale entrano in tutt’altro contesto. Sbarcati a Hollywood, vengono indossati da celebrità come Gary Cooper, Clark Gable e Ingrid Bergman. Con lo sviluppo di nuovi macchinari tessili e fibre sintetiche, scrive sempre The Custome Society, il prezzo dei maglioni scende e diventa più abbordabile al consumatore medio. Il ventesimo secolo è anche quello in cui si afferma la pubblicità su larga scala. Sul piccolo schermo, i maglioncini natalizi entrano così nelle case di sempre più persone. Si fa intanto strada un’altra grande novità: la personalizzazione del capo, oggi elemento fondamentale nella diffusione di questo tipo di abbigliamento. 

Foto di famiglia 

Super popolari nel Regno Unito, lo sono anche negli Stati Uniti, dove è usanza posare per le cartoline di Natale con tutta la famiglia e dove ci si riunisce in feste dedicate proprio ai brutti maglioni di Natale, le Christmas Jumper Parties.

Andrea Mason

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