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Sull’isola ho fatto
il tentatore ma la
mia vita è per il volley

Francesco Cottarelli
Francesco Cottarelli
Francesco Cottarelli
Francesco Cottarelli

«Frank spalle d'acciaio», lo hanno soprannominato durante l'ultima edizione di Temptation Island, andata in onda a luglio.Lui, il 23enne veronese Francesco Cottarelli, tra i «tentatori» protagonisti della trasmissione Mediaset che ha tenuto incollati alla tv milioni di spettatore, ancora sorride ricordando i ripetuti complimenti ricevuti, in particolare dall'ex miss Italia Manila Nazzaro, durante quelle scene immortalate dalle telecamere davanti alle spiagge della Sardegna.«È stata una esperienza fantastica, che rifarei subito», ammette, «impegni di campionato permettendo». Perché quella televisiva è stata una breve parentesi che ha portato per qualche settimana Cottarelli fuori dal mondo nel quale è cresciuto e, in un certo senso, anche nato.

Lei è un pallavolista professionista, con questo sport ha dovuto fare i conti fin da piccolo.

Sì, la mia è una famiglia di pallavolisti. Mio papà, Ermanno, ha giocato in serie A, mia mamma Daniela ha gareggiato in serie C. Mio zio è direttore sportivo in A2, dopo molti anni trascorsi a fare lo stesso lavoro in A1. Ma non mi hanno mai forzato a intraprendere la loro strada, tanto che da ragazzino ho praticato diversi sport, dal calcio al tennis all'arrampicata. Poi, quando tornavo a casa, palleggiavo con mamma e papà...

Quando ha deciso che la pallavolo sarebbe stato il tuo futuro?

È successo a dieci anni: decisi di dedicarmi solamente a questo sport, con mio fratello più piccolo. Ho iniziato nel mio paese, a Legnago, poi a 15 anni sono passato alle giovanili del BluVolley Verona dove sono rimasto per tre anni, frequentando contemporaneamente il Liceo Cotta.Nella stagione 2013-14 sono passato al Volley Isola di Isola della Scala, in Serie B2, dove sono rimasto per due stagioni: in quel periodo ero stato chiamato anche dal Club Italia, la nazionale giovanile, per giocare con loro a Roma. Ma ho preferito restare a Verona e finire le scuole superiori.

Se ne è mai pentito?

No, mai. Sono stato contento di essermi diplomato e di aver mantenuto i rapporti con i miei amici di scuola. Lasciare Verona prima per una squadra di serie A1 sarebbe stato forse prematuro: ho rispettato i miei tempi, e mi è andata bene perché a 18 anni sono stato ingaggiato dalla Pallavolo Piacenza che militava in massima divisione.Sono rimasto tre anni, per poi «accasarmi» a Padova, sempre in A1.

Nel frattempo si è anche iscritto all'Università. Quanto le manca alla laurea?

Sì, Economia aziendale. Mi sono iscritto alla Cattolica quando ero nel Piacenza, trasferendomi poi all'università di Verona una volta passato al Padova. Mi mancano cinque esami, ma è dura: facendo due allenamenti al giorno fatico a frequentare le lezioni.Poi, ora che sono passato alla Prisma di Taranto, una bella realtà che milita in A2, diventa tutto ancora più complicato.

A cosa deve rinunciare un 23enne che gareggia a livelli così alti?

Le rarissime volte che negli anni scorsi ho provato a uscire con gli amici il sabato sera, alla domenica in campo avevo una resa bassissima. Anche mio papà mi «bacchettava».Oggi vedo i miei coetanei divertirsi fino a tardi, ma io non riesco, arrivo a sera stanchissimo dopo gli allenamenti. Ma non me ne pento: ho fatto questa scelta con la testa e con il cuore.

Durante il lockdown il campionato si è fermato, gli allenamenti sono stati sospesi. E in quel periodo lei ha ricevuto la proposta di partecipare a Temptation Island: era una sua aspirazione?

È stato tutto casuale, nonostante da diverso tempo alcuni amici mi spingessero a partecipare a trasmissioni del genere: sostenevano che ero adatto a quel tipo di format.Tanto che quando durante il periodo di quarantena, mi è arrivata su Instagram la richiesta di partecipare al casting della trasmissione da parte della redazione di «Uomini e Donne», ho pensato a uno scherzo. Non lo era.E visto che il campionato era finito, il momento era perfetto. Così ho deciso di provarci.

Com'è stata l'esperienza dei casting?

Si sono svolti a Roma: c'era una valanga di ragazzi che partecipava, alcuni che ritentavano per il terzo, quarto anno. Per questo sono stato sorpreso quando hanno scelto me, che non avevo alcuna esperienza.E sono stato contento di trovare poi, in trasmissione, Alessandro Ubaldi, da diversi anni mio allenatore di beach volley, uno sport che amo quasi più della pallavolo e pratico in estate, partecipando a tornei in giro per l'Italia.Anche Alessandro era stato scelto per fare il «tentatore» ed è stato bello vivere con lui quei venti giorni in Sardegna.

I suoi genitori erano altrettanto entusiasti?

Mio papà l'ha vissuta serenamente: mi ha sempre lasciato libero di fare le mie scelte. Mia mamma inizialmente è stata invece un po' critica, pur non avendo mai visto la trasmissione. Quando sono partito mi ha detto: «Ricordati: dignità!». Temeva che un tentatore dovesse provarci con le ragazze presenti, invece non è assolutamente così: il nostro ruolo è stato direi più di psicologi, dovevamo capire le fragilità delle coppie presenti e porci come confidenti.Sta di fatto che mia mamma mi ha visto in tv e si è ricreduta: ha visto che ero io, non indossavo nessuna maschera, non recitavo.

Rifarebbe Temptation Island?

Assolutamente sì, subito. È una esperienza che consiglio a tutto coloro che hanno la possibilità di farla: temevo di trovare persone con la puzza sotto il naso e invece ho trovato ragazzi meravigliosi, onesti, simpatici.Tra noi «single» abbiamo legato così tanto che ci faremo tutti lo stesso tatuaggio, che rappresenta le coordinate geografiche del luogo nel quale si sono svolte le riprese.

In futuro potrebbero esserci altre esperienze analoghe?

Sono molto contento di quello che ho fatto e sono aperto ad esperienze simili, sempre che la pallavolo me lo permetta. Tuttavia non escludo che nella vita, in futuro, potrò fare altro: mi piace provare esperienze nuove, vedere ambienti diversi. Quindi chissà... non mi precludo nulla.

Francesca Lorandi

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