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ENRICO SASSOON

Festival del Futuro. Come
diventerà la società post Covid

Enrico Sassoon
Enrico Sassoon
Enrico Sassoon
Enrico Sassoon

Covid e lockdown ci hanno sbattuto in faccia tre crisi: quella sanitaria, quella economica e quella climatica, ancora più urgente di prima. È fondamentale quindi capire che cosa ci aspetta e soprattutto cosa fare per essere preparati ad affrontarlo nel modo giusto. Entra così nel vivo il Festival del futuro che si terrà con una tre giorni in Fiera a Verona dal 19 al 21 novembre ma che nei prossimi giorni avrà due momenti preparatori, mercoledì 30 a Brescia (nel pomeriggio in Camera di commercio «Aspettando il Festival: nuovi paradigmi del futuro dopo la crisi pandemica ) e il 22 ottobre a Vicenza. Due tavole rotonde che coinvolgeranno fortemente la business community locale e con testimonianze di alto livello su due grandi temi: come andrà l'economia nel passaggio dopo pandemia e quali sono le prospettive globali per i prossimi due anni e l'altro grande tema sarà come l'innovazione e la tecnologia ci possono aiutare ad emergere sempre meglio da queste situazioni di crisi.Enrico Sassoon è il direttore responsabile di Harvard Business Review Italia e direttore scientifico del Festival del Futuro.

Dottor Sassoon, c'è molta preoccupazione tra la gente di fronte al futuro; qual è la visione e l'orizzonte che volete proporre con gli appuntamenti del Festival del futuro per superare questi timori?
Certo, è vero, per questo cercheremo di dare indicazioni e risposte per uscirne le modo migliore; c'è molto smarrimento e molta preoccupazione, cercheremo di essere positivi: c'è solo una strada che possiamo seguire: quella del coraggio e degli obiettivi da raggiungere. Questa nostra iniziativa va proprio nella direzione di indicare le strade future da percorrere, per aver e una visione coordinando decine e decine di esperti. L'obiettivo è il superamento della crisi sanitaria, della crisi economica, ma non dimentichiamoci che l'altro grande tema già presente prima del Covid è quello del cambiamento climatico.

Tra le tante novità di quest'anno, il premio per le start up: un segnale di attenzione alle giovani realtà dell'innovazione.
Sì a fianco del festival c'è una vera e propria fiera della tecnologia e dell'innovazione, al centro della quale ci sono le start up che significano giovani, nuove idee, innovazione.

Cosa significa disegnare il nuovo mondo? Qual è l'esperienza che ci porteremo dietro al di là del Covid?
Per noi disegnare il nuovo mondo significa che dobbiamo imparare da quello che sta accadendo con queste tre grandi crisi, sanitaria, economica e climatica. Queste crisi ci insegnano che dobbiamo guardare al futuro e prepararci, perché preparasi è l'impegno più importante. Predisporre gli strumenti è diventato indispensabile e questo lavoro ha sempre più importanza.

Il primo dibattito di novembre sarà appunto sulla prospettiva della sanità nel mondo: cosa ci dobbiamo aspettare?
Ci chiediamo infatti se si potranno ripetere altre crisi come quella attuale, che cosa fare per anticiparle visto che siamo arrivati impreparati al Covid e ne stiamo pagando il prezzo. Questo non deve più accadere. Il dibattito sarà presieduto dal rettore di Verona Pierfrancesco Nocini e ha accettato di intervenire il professor Crisanti insieme con la direttrice di Telethon Pasinelli e l'ad dell'ospedale Humanitas Luciano Ravera. Eravamo convinti che l'era moderna sarebbe stata in grado di evitare i disastri globali, invece questa crisi ci ha insegnato che possono ancora accadere e che dobbiamo imparare ad affrontarli. Altra grande lezione su cui indagare.

Altro grande cambiamento, quello del lavoro: che cosa resterà dello smart working per esempio?
Ci sono stati cambiamenti che probabilmente saranno permanenti, come appunto quello del lavoro che è destinato sicuramente a modificarsi: gran parte di questa esperienza di smart working resterà. Finora abbiamo svolto soprattutto remote working, cioè lavoro a distanza perché improvvisato in quanto siamo stati colti di sorpresa. Per il futuro dobbiamo prepararci al vero smart working, cioè lavoro intelligente e tutto questo andrà organizzato in modo nuovo. Dobbiamo tenere conto dell'aspetto organizzativo, non facile, delle famiglie e degli importanti aspetti psicologici connessi. Tante sono le variabili da prendere in considerazione.

Ci stiamo abituando all'idea di dover interagire molto di più con le macchine rispetto a prima: con quali rischi?
Sì è un aspetto nuovo, una recente acquisizione perché fino a pochi anni fa non si prendevano in considerazione robot e intelligenza artificiale, invece questa è diventata già una realtà molto presente. Ne avevamo paura perché si pensava potesse essere più un danno che un vantaggio e la prima preoccupazione era che portassero via il lavoro alle persone. Invece nei prossimi decenni più che una sostituzione dell'uomo con le macchine, avremo una collaborazione: ci permettono di potenziare il lavoro umano, non lo sostituiscono ma lo migliorano.

Smart city e mobilità intelligente. Tante città fanno fatica a cambiare prospettiva..
La mobilità intelligente non può esistere se non hai attorno una città intelligente, cioè organizzata in modo diverso e questo non è facile, soprattutto se ci sono caratteristiche antiche. Si deve introdurre moltissima tecnologia, tanta informatica e modificare tutte le infrastrutture. Inoltre i costruttori di veicoli devono riuscire a realizzare auto meno inquinanti, ma anche auto autonome il cui numero crescerà in modo verticale. Questo significa ridisegnare il nuovo mondo partendo dalle città. Tutto questo funzionerà se riusciremo anche a cambiare la nostra testa: i cittadini dovranno adeguarsi anche a rispettare nuove regole

È anche una sfida per la classe dirigente politica che deve essere grado di avere una visione..
Senza una classe dirigente politica che sappia guardare avanti avremo veramente dei grossi problemi. La nostra classe politica è assolutamente in ritardo e inconsapevole dell'urgenza della situazione ed è quindi in momenti come questi che appuntamenti come il Festival del futuro sono utili per dare una carica e una sveglia alla classe dirigente perché si renda conto che ormai è urgente questo momento di trasformazione.

Veniamo alla crisi economica. il rimbalzo si sta verificando? Che previsioni ci sono?
Le dichiarazioni del ministro Gualtieri che ha annunciato un rimbalzo record del Pil italiano nel terzo trimestre e le conferme che arrivano da altri Paesi, dall'Fmi e dall'Ocse confermano che è in atto un rimbalzo molto forte perché la caduta del Pil nel secondo trimestre dell'anno è stata drammatica, oltre il 10%. Il rimbalzo è immediato e forte ma deve essere duraturo e quindi va affrontata nel modo migliore questa seconda ondata di contagi, perché abbiamo capito solo quest'estate che poteva arrivare. Siamo più preparati ad affrontarla, ci saranno lockdown locali ma non totali e possiamo avere una certa fiducia che nel terzo e quarto trimestre ci sarà un rimbalzo forte che poi proseguirà anche nel 2021. Anche se i livelli pre Covid dell'economia non si raggiungeranno già nel 2021 ma almeno nel 2022

Prepararsi al futuro presuppone che il mondo della formazione e dell'istruzione preparino le competenze no?
Assolutamente sì, è indispensabile che le università si adeguino alle nuove conoscenze e lo stanno facendo bene. Quello che non si vede ancora è un fortissimo movimento, che sarà necessario, di riformazione e ri-addestramento della forza lavoro di fronte all'intelligenza artificiale e alla robotica. Questo impone un cambiamento continuo delle competenze e quindi il sistema educativo e quello industriale devono farsi carico urgentemente di questa necessità per aumentare le competenze. Deve diventare una priorità nazionale e in primo piano ci sono i giovani.

Crisi economica e crisi climatica vanno di pari passo...
Gli scienziati e le organizzazioni di tutto il mondo di dicono che la crisi climatica sta accelerando e nel giro di dieci anni la lotta alla Co2 deve prendere una dimenzione e una velocità che oggi non è ancora sufficiente. Gli Stati devono intervenire urgentemente ma anche ciascuno di noi deve essere consapevole che deve risparmiare energia anche a casa propria. Troppi sono ancora indifferenti.

Tra i grandi temi al centro del futuro c'è il tema femminile, perché?
Innanzi tutto per il motivo evidente che, sia pure con molti progressi, ci sono ancora tante situazioni di disparità di trattamento economico tra persone di diverso sesso che fanno lo stesso lavoro: non è più accettabile. Qui ci vuole una rapidissima accelerazione. Al di fuori del mondo del lavoro, poi, continua un abuso nei confronti delle donne, in ambito pubblico e privato, che non è più tollerabile nella società di oggi. Si è tollerato abbastanza, ora basta. Servono azioni decise, non basta condannare, bisogna sanzionare comportamenti scorretti. Questo non è un problema femminile, è un problema generale, di tutti e abbiamo il compito di cambiare la situazione. È un tema di civiltà generale.

Maurizio Battista

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