<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Patrocinio della Regione al summit del 16 e 17 novembre

Zaia: «Perché sarò al Festival del Futuro»

Il governatore del Veneto, Luca Zaia
Il governatore del Veneto, Luca Zaia
Il governatore del Veneto, Luca Zaia
Il governatore del Veneto, Luca Zaia

«Governare la programmazione delle riforme. Pensare alla popolazione che invecchia ma con l’attenzione ai giovani. Pianificare lo sviluppo sostenibile delle città. E rendersi conto che il futuro è dietro l’angolo: «Anzi, è già qui». Il governatore della Regione Veneto Luca Zaia, ha dato il patrocinio e sarà presente all’apertura del Festival del Futuro, l’evento che il 16 e 17 novembre vedrà presenti per la prima volta all’Auditorium della Fiera di Verona decine di scienziati, esperti di ambiente, medici, economisti e imprenditori, a confrontarsi sui temi più caldi nei settori di scienza, tecnologia, economia, politica e società. Scelte che toccano sul vivo la nostra società. Le iscrizioni gratuite sono già aperte attraverso il sito festivaldelfuturo.eu

 

Partiamo dall’ambiente e le imprese, una sfida impegnativa. Governatore cosa pensa dell’ipotesi della tasse sul plastica e gli imballaggi. Come conciliare l’economia al cambiamento climatico? «Si concilia col buon senso: dal 1° gennaio 2020 verranno eliminate tutte le microplastiche dai cosmetici, ma si è deciso tre anni fa un percorso che garantisca alle aziende di poter convertire i loro processi produttivi. Che la plastica sia da eliminare dalla nostra vita è fuori dubbio. Ma è altrettanto vero che questo va fatto secondo criteri di buon senso con percorsi guidati, seri, severi, ma che diano spazio alle nostre aziende di poter stare sul mercato. Il governo invece sembra giocare a Monopoli: non funziona così, qui c’è vita reale ed economia reale. In Veneto abbiamo 600mila imprese con 150 miliardi di Pil. Non si può improvvisare».

 

Il futuro sarà sempre più legato all’intelligenza «artificiale». La cosiddetta società dei robot sarà un vantaggio? «Questa rivoluzione è già in corso. La verità è che il nostro mondo è già tutto digitale e che la corsa è sempre più frenetica. Penso che i robot non possano sostituire gli uomini, prima di tutto perché l’intelligenza artificiale non ha l’intelligenza umana. Pensiamo solo al tema creatività: l’intelligenza artificiale fa solo ciò per cui è stata programmata. E poi non possiamo pensare di eliminare posti di lavoro... robot per camerieri, robot nelle reception, e quant’altro. Questo è un tema cruciale, tant’è vero che negli Usa hanno introdotto la tassa sui robot, proprio per evitare che questa rivoluzione digitale diventi un problema sociale».

 

La vita media si allunga: lo sviluppo e la tecnologia aiutano in questo. Quale sarà lo scenario in una società sempre più over 65? «Noi già oggi programmiamo la vita del nascituro per una aspettativa di vita di cento anni. Siamo preparati sulla progettazione di servizi per una popolazione che invecchia ma, attenzione, non abbiamo abdicato a progettare per i giovani. Questa è una comunità che pensa anche ai vecchi ma guarda con strategia ai giovani. La Regione è rispettosa di chi non conosce le nuove tecnologie ma è all’avanguardia con il digitale. Un esempio? È stata la prima regione a de-materializzare le ricette mediche».

 

Le abitudini digitali e i social stanno trasformando la nostra vita. «Siamo convinti che i canali di comunicazione non escludano quelli tradizionali, più analogici, come la carta stampata e la televisione, ma si integrino. I cittadini chiedono sempre più informazioni in tempo reale e che la carta stampata ha dovuto adeguarsi ai tempi. Fondamentale l’informazione di qualità».

 

La tecnologia sta cambiando anche l’economia, nell’ottica della crescita. La pubblica amministrazione è preparata? «Sì, lo è. Le pubbliche amministrazioni progettano le smart-city e abbiamo un utilizzo ormai diffuso delle applicazioni web per fare di tutto: per parcheggiare, per fissare l’appuntamento dal medico, per gestire il conto in banca. Ormai il telefonino è uno strumento irrinunciabile. Provate a stare tre o quattro giorni senza il telefonino per vedere cosa accade. Non è solo un fatto psicologico, è anche un fatto di servizi».

 

Energia sostenibili, città all’avanguardia e mobilità elettrica e sostenibile. La transizione è già partita insomma. Il Veneto è attrezzato per questo? «I grandi cambiamenti sono in atto. Sappiamo tutti che il combustibile fossile sparirà prima o poi e spariranno i serbatoi delle nostre macchine; sappiamo tutti che il cibo sarà sempre di più biologico e l’agricoltura sempre più biodinamica; sappiamo tutti che il tema dell’alimentazione è un tema cruciale; sappiamo tutti che l’energia dovrà provenire sempre di più dalle energie rinnovabili... ma da qui ad arrivare lì c’è un percorso da fare. Si dice che l’uomo sia impaurito dai cambiamenti e anche questi lo sono sono: dobbiamo rimboccarci le maniche». •

Filippo Brunetto