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Terzo giorno: quinta sessione

«Sostenibilità e inclusione per vincere le nuove sfide»

Foto Marchiori
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“La società inclusiva e l’impresa basata sui valori”, in collaborazione con Università Statale Milano e Network for the Advancement of Social and Political Studies.

Relatori: Maurizio Ferrera, Professore Ordinario, Università Statale di Milano e Presidente del Network for the Advancement of Social and Political Studies (chairman); Maria Pierdicchi, Presidente, Nedcommunity, consigliere, UniCredit e Autogrill; Mark Esposito, Professore ordinario, Hult International Business School e Harvard University; Stefano Venier, Amministratore delegato, Gruppo Hera.

 

FERRERA: Che cos’è la società inclusiva? Termine coniato dalle organizzazioni internazionali ed è slegato dai concetti più tradizionali, come quello di società liberal democratica. Questo nuovo concetto aggiunge qualcosa di nuovo ai termini a noi più familiari? Sì, c’è una novità. Il concetto di società inclusiva aggiunge alcuni tratti al tronco di società liberale democratica e sociale. Anche la società inclusiva mette al centro l’individuo, ma lo fa al plurale, ossia tutti gli individui. E non si limita a parlare di libertà da, ossia libertà negativa, ma parla anche di dignità, uguale riconoscimento di tutti gli individui e reciproco rispetto. Ma comprende anche concetti di diritti e tolleranza. C’è poi un concetto di sostenibilità, che si estende anche alle generazioni future e ai nostri doveri verso di loro.

Il paradigma della società inclusiva non rinuncia alla crescita, all’innovazione e dunque non può che riconoscere e valorizzare il ruolo cruciale del mondo delle imprese e del mercato. Le imprese devono fare bene le imprese e devono farlo meglio che in passato.

La sensibilità ai temi dell’inclusione e della sostenibilità non può limitarsi a essere qualcosa di generico, ma deve tradursi in un’agenda contestualizzata e nel costruire questa agenda occorre che le imprese facciano delle scelte. Non si possono perseguire contemporaneamente tutti i valori, tutti gli stakeholders, ma si tratterà di trovare degli equilibri.

 

PIERDICCHI: con l’emergere di una crisi pandemica, la prima crisi non finanziaria, le trasformazioni in corso hanno subito una grandissima accelerazione. Sono emersi il ruolo dei rischi non finanziari ma anche della gestione dei capitali intangibili e quindi l’importanza di combinare strategie di valore finanziario con strategie di valore condiviso e che tenga sempre più conto degli stakeholders.
La revisione dei valori implica anche una nuova forma di leadership.
La progettualità oggi è molto più ampia: vuol dire lavorare soprattutto la transizione energetica, a governare i rischi non finanziari ma anche cogliere delle opportunità.

 

ESPOSITO: Le imprese si stanno rendendo conto che la misurazione del valore non è strettamente economica, monetaria, ma è un concetto molto più ampio. Nascono i global action networks, ci spostiamo dal binomio pubblico-privato ai vari settori. Stanno nascendo imprese legate al quarto settore.
Tutto questo sta spostando il concetto di sostenibilità. C’è adattamento, un linguaggio che sta cambiando e molto più legato alla progettualità.
Le gerarchie imprenditoriali stanno cambiando, cambiamo anche la struttura della competition.
Prendiamo ad esempio i vaccini anti-Covid: è stato possibile arrivare ad un vaccino in dieci mesi perché aziende come Moderna hanno investito il 100 per cento del proprio tempo per un obiettivo.
La progettualità delle grandi sfide è importante, così come è importante il tempo dedicato.

Festival del Futuro - Mark Esposito

 

VENIER: Quale tipo di inclusione? Oggi viene automatico pensare all’abbattimento di barriere. Dobbiamo guardare a un tipo di inclusione più alta: a partire dall’inclusione del sapere, imparare ad imparare. Intelligenza collettiva, architettura nuova di relazioni che portano, a loro volta, sapere. Dobbiamo essere consapevoli che le nuove sfide le possiamo vincere solo collettivamente. Va estesa la platea di coloro che possono fare qualcosa, solo così si può costruire insieme. Includere per distribuire e includere per creare. Ci siamo focalizzati sull'estrapolare valore, ma ci siamo dimenticati di costruire valore. Bisogna lasciare il segno, non l'impronta perché l'impronta è qualcosa di individuale. 

Festival del Futuro - Stefano Venier