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KEYNOTE SPEAKER

Piovesana: «Il Futuro? Cambiamenti sempre più veloci. Adattiamoci pensando all'ambiente»

Maria Cristina Piovesana, Vice Presidente per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura, Confindustria  (Marchiori)
Maria Cristina Piovesana, Vice Presidente per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura, Confindustria (Marchiori)
Maria Cristina Piovesana, Vice Presidente per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura, Confindustria  (Marchiori)
Maria Cristina Piovesana, Vice Presidente per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura, Confindustria (Marchiori)

Maria Cristina Piovesana, Vice Presidente per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura, Confindustria, interviene in chiusura della prima giornata del Festival del Futuro.

«Quando parliamo di futuro dobbiamo essere consapevoli che dobbiamo pensare non solo a un futuro e una nuova normalità ma a tanti futuri possibili, appunto come il titolo di questa edizione del Festival. Si modificheranno molti dei parametri che oggi ci rappresentano, un futuro remoto possiamo immaginarlo ma è quasi impossibile da prevedere. L'unica cosa certa è che ci troveremo di fronte a un futuro con cambiamenti sempre più veloci e imprevedibili»

FUTURO IMPREVEDIBILE

«La pandemia non la potevamo prevedere? Ci sono dei fattori imprevedibili che comunque dobbiamo imparare a gestire. Qui potremmo prendere a prestito quello che ci ha insegnato Darwin, ovvero che la specie che sopravviverà sarà quella in grado di adattarsi ai cambiamenti il più velocemente possibile. La prima sfida sarà quindi quella di imparare a modificare e a trasformare i nostri stili di vita e relazione nel contesto nel quale viviamo»

L'AMBIENTE

«Quale potrebbe essere la certezza sulla quale basare questa capacità di modificare i nostri cambiamenti. La prima è sullo sfruttamento dell'ambiente, l'attività dell'uomo sta influendo sui cambiamenti della natura in maniera importante e ha quindi anche la responsabilità di far sì che sia sostenibile. Abbiamo assistito a due appuntamenti importanti, il G20 e il Cop26 il primo è che nessuno si salva da solo. Il grande merito è aver posto il tema ambientale come tema importante molto di più di come era avvenuto nel 2015 e il merito va riconosciuto ai nostri giovani»

SISTEMA INDUSTRIALE

«Cosa fare per creare le condizioni di futuro e speranza di futuro? Un contributo importante possa venire dal nostro sistema industriale. Se c'è una speranza per quanto riguarda la sostenibilità e l'ambiente si chiama industria. Un binomio ambiente e industria sembra composto da termini in contrapposizione oggi credo che sia espressione di grande alleanza. Questo perché nelle imprese lavorano gli stessi cittadini che riconoscono l'importanza dell'ambiente e poi perché le nostre aziende sono depositarie delle tecnologie e competenze necessarie per il futuro. L'economia circolare è di fatto qualcosa che viene fatta in Italia perché le nostre imprese si sono già dovute adattare ad una carenza di materie prime e tutto questo ci viene riconosciuto a livello europeo e da organismi pubblici e terzi»

NEW GREEN DEAL

«Gli obiettivi di sostenibilità e futuro che l'Europa si è posta in maniera ambiziosa e che noi condividiamo devono prestare molta attenzione a uno dei cardini del new Green deal, ovvero non bisogna lasciare indietro nessuno. È come se in un certo senso negli ultimi anni c'è stata una bulimia del consumo, serve sicuramente equilibrio e serve accompagnare affinché le cose avvengano e non si perda indietro nessuno. Dobbiamo stare attenti a non generare una situazione, usando una battuta "l'intervento è perfettamente riuscito, il paziente è morto". Una trasformazione che va accompagnata in modo che ci sia una pace sociale e perché ciò avvenga dobbiamo fare in modo che la gente faccia proprio il concetto, non che le venga imposto»

PACE SOCIALE

«Dobbiamo assicurare tenuta e coesione sociale, oggi la sostenibilità può significare anche costi che non molti sono in grado di sostenere e la fuoriuscita dal mercato di alcune imprese può minare il percorso verso la sostenibilità sociale e dell'ambiente. Il tema della sostenibilità coinvolge anche un altro tema a me caro: il tema della demografia. Il nostro futuro ci pone di fronte a un grande dilemma. Il mondo tra poco arriverà a una popolazione di 8 miliardi mentre alcuni Paesi affrontano un problema di grave natalità. Io credo che come Europa e Italia, se vogliamo guardare al futuro, non possiamo non interrogarci su quali siano le forme e i modi e gli investimenti necessari per rimettere al centro la natalità nel nostro Paese in prospettiva di interesse comune»

L'UOMO AL CENTRO

«Dovremo dare la centralità della dimensione umana. Se noi poniamo l'uomo al centro e valorizziamo quella cultura umanistica che ci contraddistingue penso che avremo un futuro che sia d'esempio positivo anche per altri»