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INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Manda un selfie e ti dirò chi sei

Non esiste un modo semplice per conoscere una persona mai vista prima: anche dopo ore di conversazione può risultare impenetrabile. Eppure, anche in questo caso, anche in un ambito fino ad oggi affidato alle emozioni, alla sensibilità, la tecnologia può venire in aiuto.L'intelligenza artificiale e un selfie possono diventare infatti la chiave per entrare nella testa dell'interlocutore, capire la sua personalità, conoscerlo. E perché no, giudicarlo. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports, un gruppo di ricercatori della Open University di Mosca ha creato - con la collaborazione di BestFitMe, azienda specializzata nella ricerca e selezione del personale - un software in grado di determinare il carattere di una persona attraverso le fotografie.Il team ha invitato 12mila volontari a compilare un questionario e ha utilizzato le risposte per costruire un database dei tratti caratteriali. Il test si basava sugli aspetti della personalità cosiddetti «Big Five»: i cinque tratti fondamentali che gli psicologici usano spesso per descrivere le personalità dei soggetti, e cioè apertura all'esperienza, coscienza, estroversione, piacevolezza e nevrosi. Gli stessi volontari hanno inoltre fornito 31mila selfie che sono stati collegati alle caratteristiche personali identificate. Valutando 128 tratti del viso, come la larghezza della bocca o l'altezza degli occhi, i ricercatori hanno creato un «artificial neural network» capace di analizzare immagini prive di emozioni classificando gli individui in coscienziosi, nevrotici, estroversi, gradevoli e aperti.Il programma ha determinato in modo più affidabile la personalità dei volti delle donne rispetto a quelli degli uomini ed è stato in grado di formulare giudizi al di sopra delle possibilità «umane» su apertura, coscienza, estroversione, gradevolezza e nevroticismo. Per dirla con dei numeri, quest'intelligenza artificiale ha una percentuale di precisione delle ipotesi del 58%. In poche parole, le sue previsioni sono esatte in sei casi su dieci. Certo, una percentuale molto più elevata di quella che può essere la nostra capacità di giudizio. Tuttavia, nonostante rappresenti un grande passo in avanti, il suo utilizzo richiede ancora molta cautela.I possibili impieghi di questa tecnologia? Secondo i ricercatori può essere utilizzata per abbinare le persone nelle app di incontri online o aiutare le aziende nella targetizzazione dei prodotti, partendo anche dal presupposto che i selfie fanno ormai parte della nostra quotidianità: l'83% degli europei ne ha scattato uno, il 64% almeno una volta al mese. La media è di 40 selfie mensili. Il 40% li condivide sui social media, il 44% per mandarla poi al proprio compagno o compagna.Ovviamente sono i più giovani a scattarne di più, lo fa il 96% di chi ha meno di 24 anni, mentre fra gli over 55 la percentuale scende a 64%. Non si può però fare a meno di pensare agli aspetti etici di questa tecnologia, o quantomeno alla sensazione di intrusione, non più solamente nel proprio telefonino o nei canali social, aspetto al quale tutti ci siamo ormai abituati. Ma un'intrusione nella nostra personalità, in ciò che abbiamo di più intimo.