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TERZA SESSIONE

Italia leader tecnologico? «Solo se punterà sui propri punti di forza e collaborerà con i migliori»

Festival del futuro, terza sessione (Marchiori)
Festival del futuro, terza sessione (Marchiori)
Festival del futuro, terza sessione (Marchiori)
Festival del futuro, terza sessione (Marchiori)

FESTIVAL DEL FUTURO - TERZA SESSIONE

PUÒ L’ITALIA DIVENTARE UN LEADER TECNOLOGICO? CONDIZIONI NECESSARIE, OSTACOLI DA SUPERARE, OCCASIONI DA COGLIERE In collaborazione con Istituto Italiano di Tecnologia. Modera Giorgio Metta, Direttore Scientifico, Istituto Italiano di Tecnologia: 

Alessandro Perego, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Gestionale, Politecnico di Milano: «Può l'Italia diventare un leader tecnologico? È una domanda molto difficile, mi sono spremuto le meningi per rispondere a questa domanda. Prima di tutto: qual è il significato di innovazione tecnologica, secondo me è la combinazione di diversi ingredienti come intelligenza artificiale, internet delle cose, blockchain, 5g quantum computer, realtà aumentata, e poi l'applicazione di queste tecnologie nelle imprese in modo interdisciplinare. E poi un processo di innovazione inclusivo di più "player" Essere un leader in tal senso necessita investimenti e capitali ed efficienza del sistema istituzionale, giuridico e un giusto livello di tassazione, specialmente del lavoro, burocrazia, infrastrutture e la qualità del capitale umano e competenze digitali e finalmente una struttura industriale leader. Non credo che sia una questione binaria, se si è oppure no leader tecnologici, credo vi siano diversi gradi di leadership. L'Italia ha una leadership in alcuni settori, mentre siamo lacunosi in molti altri. Quali sono le nostre opportunità credo che la transizione sostenibile e digitale possono rovesciare la carte in tavole e così pure il Pnrr. Questa è una opportunità unica che dobbiamo saper cogliere. Una strategia possibile per l'Italia è quella di essere realistici sui nostri punti di forza e definire alcune poche aree e su queste investire le nostre forze e poi accettare di favorire l'innovazione di nuovi modelli di business»

Ernesto Ciorra, Chief Innovability® Officer, Gruppo Enel: «La mia risposta è sì e no. Siamo già leader in alcuni settori tecnologici, per esempio nella produzione di ravioli siamo i migliori al mondo. Ma d'altra parte non credo saremo mai leader tecnologici perché siamo in un mondo interconnesso, nessun Paese può diventare tale. Paul Valery dice che il problema è che il futuro non è quello che era una volta. Abbiamo battuto il record di fotovoltaico e in pochi giorni saremmo battuti e poi possiamo riguadagnare questo primato ma è tutto temporaneo. Dobbiamo essere onesti e concreti: cercare di riempire il gap digitale nella pubblica amministrazione e nella cultura generale e poi collaborare, non competere con i migliori»

Giuseppe Zampini, Presidente, Ansaldo Energia: «Non c'è dubbio che abbiamo buone imprese e grandi imprenditori in Italia se riusciamo ad emergere nel mondo facendo base  in un Paese con queste difficoltà tecnologiche. L'innovazione è dinamica e la digitalizzazione è fondamentale ma anche se hai una buona tecnologia potresti non essere abbastanza competitivo, quello che prima facevamo in 10 anni, oggi lo dobbiamo fare in due per restare sul mercato. Dobbiamo di sicuro dobbiamo scegliere le aree in cui siamo già avanti ma dobbiamo aiutare le nostre istituzioni a farci uscire da queste basse posizioni negli indici di digitalizzazione altrimenti verremo superati da nazioni come il Pakistan e la Siria. La scuola sarà la chiave per il futuro della nostra nazione abbiamo il dovere di essere ottimisti»

Iain Mattaj, Direttore, Human Technopole; Ernesto Ciorra, Chief Innovability® Officer, Gruppo Enel: «Bioscienze e biomedicina sono alcune delle aree tecnologiche che si muovono più velocemente di altre. L'unicità dell'essere umano, nel reagire al cibo e alle malattie, ci porta alla medicina personalizzata. Analisi genetiche e genomiche sono importanti per comprendere le variazioni genetiche in chi si ammala e abbiamo bisogno di queste informazioni per distinguere i segnali perciò è importante che ci prepariamo a una conoscenza maggiore della genetica della popolazione italiana. La tecnologia ci deve permettere di trasformare tutti questi dai in informazioni