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«Innovazione è la leva per ripartire»

La pandemia ha costretto tutte le imprese a rivedere i piani che erano stati fatti prima dell’emergenza sanitaria. Tuttavia, nonostante il contesto di totale incertezza, un punto fermo c’è: la necessità di farsi trovare pronti per ripartire appena le circostanze lo permetteranno. Ma su quali leve bisogna puntare? Quanto accaduto in questi ultimi mesi «ha imposto un salto quantico nell’approccio alla tecnologia e, al tempo stesso, ha consentito all’innovazione di diventare il perno attorno al quale si costruisce il futuro in tutti i settori: dalla finanza alla logistica, dalla robotica ai trasporti», spiega Carlo Ferraresi, amministratore delegato e direttore generale del Gruppo Cattolica Assicurazioni.

INNOVARE E RIPARTIRE. E aggiunge: «L’innovazione è il motore per la ripartenza perché consente di combinare e condividere le nostre eccellenze in sistemi connessi, di reinterpretarle e proiettarle nel futuro. È proprio questo», sottolinea, «l’approccio che abbiamo adottato in Cattolica, partendo dal presupposto che l’innovazione nasca da processi collaborativi che si svolgono in azienda e si estendono all’ecosistema. Del resto, l’innovazione costituisce un prezioso strumento di business per rilanciare i servizi finanziari in un ecosistema digitale in costante e profonda evoluzione». Una tesi che Ferraresi approfondirà intervenendo al panel in programma il 20 novembre alle 16.30 «Le prospettive economiche e industriali dell’Italia nel nuovo contesto globale», organizzato nell’ambito del Festival del Futuro: con lui si confronteranno Andrea Prencipe, rettore dell’Università Luiss, Emilio Rossi, Ceo di EconPartners e Senior Advisor di Oxford Economics, Maria Savona, docente di Economia alla Luiss e Fabrizio Di Amato, presidente del gruppo Maire Tecnimont. Un tavolo «virtuale» che, necessariamente, prenderà piede da un dato di fatto: lo shock macroeconomico di entità eccezionale e di durata incerta generato dalla pandemia, con conseguenze più significative registrate al Nord del Paese.

CRISI E OPPORTUNITÀ. «Di fronte a questa situazione», commenta l’ad del Gruppo Cattolica Assicurazioni, «non possiamo immaginare una ripartenza senza prescindere da quei fattori dell’economia che sono le eccellenze e vocazioni settoriali nazionali, tutelando la filiera e i nostri distretti».

FORMAZIONE. Da questa spina dorsale dell’Italia è necessario ripartire: «Le imprese riconducibili ai tessuti produttivi del Paese consentono di proiettarci su mercati internazionali, e noi siamo pronti a supportarle. In particolar modo quando si investe in formazione, che oggi come ieri è la base dello sviluppo di un Paese. Un esempio in questo senso, spiega Ferraresi, «è il nostro impegno in Veneto, a Ca’ Tron con H-Farm, dove abbiamo contribuito alla realizzazione di un distretto per la formazione di livello internazionale e nel quale ci auguriamo si potrà formare la classe dirigente di domani».

PUNTARE SUL RECOVERY. Ma in una situazione di emergenza come quella che sta attraversando il tessuto economico e industriale del Paese, servono interventi ingenti, straordinari. Risorse finalizzate a supportare una ripartenza. «Il Recovery Fund rappresenta un forte segnale politico di volontà dell’Unione Europea di sostenere i propri cittadini», continua Ferraresi. «Non possiamo perdere questa occasione. Crediamo che la trasformazione digitale e un’economia all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione, che metta al centro le giovani generazioni e le imprese, dovranno avere la priorità nel recovery plan nazionale del Governo».

WELFARE. Ma non solo: «Non va dimenticato il welfare», aggiunge l’ad. «Durante l’emergenza le imprese hanno affiancato le istituzioni in un’ottica di solidarietà a favore dei loro collaboratori, e credo che questo proseguirà anche in futuro. Siamo convinti che le istituzioni ci aiuteranno a creare le condizioni affinché si possa continuare in tal senso, anche grazie alle risorse del Recovery Fund». •

Francesca Lorandi