L'intervista

Rana: «Dalle crisi l'Italia esce più forte»

L'amministratore delegato del Pastificio Rana e presidente del Gruppo editoriale Athesis sui temi urgenti al centro del dibattito della 4a edizione del FdF
Gian Luca Rana, ad del Pastificio Rana e presidente del Gruppo Athesis
Gian Luca Rana, ad del Pastificio Rana e presidente del Gruppo Athesis
Gian Luca Rana, ad del Pastificio Rana e presidente del Gruppo Athesis
Gian Luca Rana, ad del Pastificio Rana e presidente del Gruppo Athesis

«Sono convinto che dal grande disordine mondiale possono nascere le maggiori opportunità per il nostro Paese». Sono le parole di Gian Luca Rana, amministratore delegato del Pastificio Rana, presidente del Gruppo editoriale Athesis e promotore del Festival del Futuro (con Harvard Business Review Italia e Eccellenze d'Impresa), che da oggi a sabato torna con la quarta edizione dal titolo «Il nuovo (dis)ordine mondiale - Come affrontare le grandi sfide del futuro».

Come lo definirebbe questo nuovo «disordine mondiale», che dà il titolo alla quarta edizione del Festival del Futuro?
Dal 2001 ad oggi abbiamo vissuto una serie di eventi che hanno modificato l'ordine mondiale creando discontinuità per lo sviluppo e la crescita dei sistemi industriali. Per molti versi il Covid - che ora sembra dimenticato o con pochi strascichi - ci ha lasciato con la possibilità nuova di fare deficit ed un Pnrr che vale oltre dieci volte il piano Marshall di ricostruzione del Paese dopo la Seconda Guerra Mondiale. Occasione che, se sfruttata nel modo corretto, ci permetterà davvero di dotarci di una infrastruttura e di servizi. L'Italia è un sistema industriale, tecnologico, innovativo, flessibile e adattativo. Con una leadership diversificata e frazionata e quindi molto più resiliente e capace di sfruttare le occasioni rispetto alla concorrenza più grande e più burocratica. Paradossalmente il sistema Italia dalle crisi esce più forte. Forse è più capace di affrontare le avversità essendo abituato a conviverci sistematicamente. Nei fatti, il Pil italiano del 2021 e 2022 è quello che cresce di più in Europa. Per rispondere alla sua domanda sono convinto che dal grande disordine mondiale possono nascere le maggiori opportunità per il nostro Paese.

Il Festival ha raccontato, analizzato, interpretato tre anni di profondi cambiamenti ed evoluzioni della società e della sua economia. Quest'anno torna con una grande ambizione: «Come affrontare e vincere le grandi sfide del futuro». Gli ultimi anni - con la pandemia e la guerra in Ucraina e il loro impatto sull'ordine mondiale - cosa ci hanno insegnato?
Racconto quello che tre anni di Festival del Futuro hanno lasciato a me in modo molto sintetico: gli assi portanti della società moderna sono l'impresa industriale, il sistema educativo e l'innovazione tecnologica. Nel quadro competitivo mondiale, l'Italia vince per rapporto alle proprie dimensioni complessive, sulle performances industriali e sulla capacità tecnologica e di innovazione. Dobbiamo rendere ancora più moderno e profondo il nostro sistema educativo, perché è da lì che viene la nostra linfa vitale. L'impresa e la tecnologia devono essere consapevoli di avere un ruolo sociale centrale per il Paese e farsene carico in termini etici e di crescita sostenibile di tutte le componenti del proprio ecosistema. Solo così l'impresa può diventare il centro pulsante di uno sviluppo sociale complessivo. Questo vero e proprio patto sociale tra impresa e comunità è particolarmente necessario oggi. Infatti, a causa dell'instabilità geopolitica le aziende sono costrette a rivedere le catene di fornitura spostandole da Paesi lontani e instabili a Paesi alleati e vicini, ove non proprio in Italia. Questo significa che in Europa e in Italia sono tornate a fiorire aziende Hi-Tech di componenti per tutte le industrie, insieme ad un nuovo sviluppo dell'agricoltura e delle sue prime lavorazioni. Con una fertilizzazione assoluta e reciproca tra aziende e comunità.

Le imprese, penso soprattutto a quelle dinamiche e internazionalizzate del nostro territorio, hanno mostrato grande capacità di cambiamento. Sicuramente - e la sua azienda lo dimostra - conta la capacità imprenditoriale ma anche i valori che contraddistinguono un'impresa. Esiste una ricetta per affrontare il prossimo futuro, fatto di mutamenti e incertezze?
L'ossatura industriale dell'Italia rappresenta il principale punto di forza del nostro Paese. È molto diversificata, è di elevata tecnologia, è internazionalizzata non solo nelle vendite, ma anche e soprattutto negli strumenti della produzione. Essere alla guida di una unità aziendale, sia essa artigianale o di maggiori dimensioni, significa essere capaci di interpretare i trend e i bisogni prima che appaiano ai più, prima che si manifestino insomma. Significa saper investire in modo coraggioso e deciso avendo ben soppesato i rischi. Significa cercare l'innovazione tecnologica distintiva a qualunque costo. Significa essere imprenditori attenti e responsabili e avere nel cuore le famiglie che da questa imprenditorialità ricavano sussistenza e valore.

Alla passata edizione del Festival era intervenuto Giovanni Rana Jr, terza generazione dell'azienda: ecco, i giovani sono un altro valore fondamentale per il futuro della società, dell'economia, delle imprese. Lei su di loro ha puntato molto, da tempo: in che modo e con quali benefici?
Giovanni è il mio compagno di viaggio, come io lo sono stato per mio papà. È entrato in azienda con la sensibilità e l'apertura che avete visto nella scorsa edizione del Festival e il suo ingresso è stato una ventata di energia per tutti. Sta costruendo una squadra di ragazze e ragazzi formidabili che potranno accompagnarlo imparando, in questi anni, dai colleghi più anziani. Sta cambiando l'aria che respiriamo in azienda con l'entusiasmo contagioso di questo gruppo di giovani che ha nel cuore i valori dell'innovazione, della sostenibilità, dell'inclusività e della valorizzazione della diversità.

A questo proposito, come immagina la sua azienda fra dieci anni?
Noi sviluppiamo prodotti per nutrire il mondo in modo sano ed equilibrato in modo conveniente e pratico. Siamo esattamente dove il mercato cresce e ci siamo senza alcun limite culturale. Abbiamo costruito e alimentiamo ogni giorno un impianto valoriale che, sono certo, garantirà al nostro progetto una crescita costante.

Francesca Lorandi

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