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A Verona 16 nuove imprese in tre mesi

Startup innovative,
la crescita passa
dalla tecnologia

A Verona 16 nuove imprese in tre mesi

Nella provincia di Verona, in soli tre mesi, da luglio a settembre, sono aumentate di 16 unità le startup innovative. Se si allarga lo sguardo al Veneto, quarta regione in Italia per concentrazione di questo tipo di società, l’incremento è stato di 28 unità e ha permesso di raggiungere quota 918 mentre sono un centinaio quelle registrate nel trimestre in Lombardia, al primo posto con 2.755 startup innovative.

 

Infine in Italia, queste società iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese sono pari a 10.610, in aumento di 184 unità (+1,76%) rispetto a fine giugno. È quanto emerge dall’ultimo rapporto trimestrale di monitoraggio pubblicato dal ministero dello Sviluppo economico con Unioncamere e InfoCamere, che ha analizzato le società di capitali costituite da meno di cinque anni, con fatturato annuo inferiore a cinque milioni di euro, non quotate, e in possesso di determinati indicatori relativi all’innovazione tecnologica previsti dalla normativa nazionale.

 

Questi numeri testimoniano come lo sviluppo esponenziale della tecnologia stia trasformando il tessuto economico e sociale del territorio, con conseguenze a cascata su tutte le imprese. Anche quelle non direttamente impattate da questi sviluppi, dovranno comunque affrontare possibili disruption tecnologiche e rafforzare il proprio modello di business gestendo in modo accorto l’introduzione delle tecnologie più avanzate. Formidabile sarà poi l’impatto sulle competenze dei lavoratori, specie i knowledge workers. Il tema sarà affrontato anche al Festival del Futuro, in particolare nella sessione in programma il 16 novembre alle 16 dedicata a “La rivoluzione tecnologico-digitale: implicazioni per il mondo del lavoro”. . Si confronteranno Alessandro Perego e Umberto Bertelè, rispettivamente direttore del dipartimento di Economia e Management e professore emerito del Politecnico di Milano, il vicepresidente di Aica Bruno Lamborghini e il presidente di inJob Carlo De Paoli. 

Francesca Lorandi