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Scienza per i piccoli

Children’s Museum, a Verona la scienza si impara giocando

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Il Children's Museum di Verona, unico nel Nord-Est
Il Children's Museum di Verona, unico nel Nord-Est
Il Children's Museum di Verona, unico nel Nord-Est
Il Children's Museum di Verona, unico nel Nord-Est

Imparare la scienza nella maniera più congeniale per un bambino: giocando. Capendone così il valore (e la bellezza) sin da piccoli. Un modo, in fondo, per combattere fenomeni pericolosi quali la lotta ai vaccini o chi sostiene – convintamente – che la terra sia piatta. Anche a questo punta Children’s Museum Verona, la prima struttura del genere a Nordest. Un progetto di Pleiadi, realtà che coltiva e comunica la passione per la scienza a famiglie e bambini con metodi innovativi, che ha come partner principale Fondazione Cariverona: una nuova attrazione per il capoluogo scaligero che ha già visto molte migliaia di visitatori dalla data di apertura, l’11 settembre scorso.

 

Si trova in via Santa Teresa 12, nell’area degli ex Magazzini Generali del capoluogo scaligero. Mille metri quadrati su due piani, un percorso che si snoda su aree diverse, attraverso esperienze emozionali e immersive. Acqua e aria, musica e colori, luce e arte: leve e prospettive diverse, così come mutano i modelli pedagogici pensati ad hoc per le varie fasi evolutive del bambino. Entrando – rigorosamente senza scarpe – in CMV tutti i sensi del bambino vengono attivati. Aree diverse per un continuum di divertimento e di scoperte. Salendo al primo piano si arriva al cuore della struttura: la «live experience», open space immersivo dove i ragazzi avranno modo di cimentarsi in discipline differenti che si fondono in unico processo formativo. Ovvero «STEAM education», con l’acronimo che raccoglie Science, Technology, Engineering, Art, Mathematics. Una filosofia educativa internazionale, così come Children’s Museum Verona è una realtà che guarda alle migliori esperienze a livello mondiale. C’è spazio anche per la sensory room: un’area particolarmente indicata per bambini iperattivi o con forme di autismo, un luogo dove si interagisce con immagini virtuali attraverso il movimento.

 

Al piano terra si trova il ThinkLab, spazio interattivo che mette insieme laboratori e didattica attraverso attività scientifiche dove la manualità la fa da padrona. Meccanica e falegnameria, robotica e scrittura creativa convivono assieme, sulla scia di quanto succede all’Exploratorium di San Francisco, seguono il metodo dell’apprendimento informale. Un’area che si è potuta realizzare anche grazie a Funder35, un bando promosso da più fondazioni bancarie, con il patrocinio dell’Acri – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa – rivolto alle organizzazioni culturali senza scopo di lucro composte in prevalenza da under 35.