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IL DEBUTTO

Al Festival tra «app» e dita robotiche

Siamo alla vigilia della due giorni che fa di Verona la capitale dell’innovazione. Già quasi duemila le iscrizioni arrivate in pochi giorni. Le otto startup tricolori
Robot Sixto, dito robotico da collegare al polso
Robot Sixto, dito robotico da collegare al polso
Robot Sixto, dito robotico da collegare al polso
Robot Sixto, dito robotico da collegare al polso

Mollette intelligenti che comunicano via app quando il cibo va in scadenza, tetti ecologici chiavi in mano, guanti per lanciare comandi a distanza, dita robotiche per aiutare le persone con funzionalità ridotte degli arti. Sono alcune delle innovazioni che si potranno toccare con mano al Festival del Futuro, al centro congressi della Fiera domani e dopodomani. Otto startup italiane mostreranno al pubblico esempi di innovazione Made in Italy: Memo Food Clip, Ez Lab, Nido Pro, Tactigon Skin, MAS Roof, Sixto, Blimp e 3DNextech. Intanto sono già quasi 2.000 le iscrizioni giunte in pochi giorni sul sito del festival. È ancora possibile registrarsi gratuitamente al link http://bit.ly/FestivaldelFuturo2019. Combattere lo spreco alimentare è l’obiettivo di Memo Food Clip. All’apparenza una semplice molletta che si può utilizzare per chiudere le confezioni degli alimenti. In realtà al suo interno c’è un microchip che dialoga con un’app: scaricandola sul proprio smartphone, si può inserire la data di scadenza di quell’alimento e si verrà avvisati tre giorni prima della scadenza, e poi ancora 24 ore prima. Parte delle mollette sono state prodotte riutilizzando il legno degli alberi distrutti dalla tempesta Vaia, che a fine 2018 ha sconvolto i boschi di montagna del Nordest, e una parte dei proventi della vendita delle clip sono devoluti alla loro ricostruzione. Ez Lab ha sviluppato AgriOpenData, piattaforma digitale che utilizza la tecnologia blockchain e Smart Contracts per la tracciabilità e la certificazione dei prodotti agricoli. La startup è stata fondata a Padova nel 2014 e ha due sedi, una nell’incubatore universitario padovano StartCube e una a San Francisco. La prima soluzione al mondo di applicazione blockchain, è stata progettata in partnership con EY, per tracciare tutta la filiera del vino Falanghina, dando sicurezza ai dati e rendendoli accessibili al consumatore. L’applicazione si è poi sviluppata in altri ambiti dell’agroalimentare. Sempre in ambito alimentare opera NidoPro, il primo dispositivo per la gestione e il monitoraggio di coltivazioni idroponiche attraverso un’app e una piattaforma web. Startup nata nel 2015 a Cattolica (Rimini), NidoPro permette di controllare via smartphone in tempo reale i valori della temperatura e dell’umidità, di accendere le luci e regolare il pH dell’acqua di una coltivazione idroponica, anche a centinaia di chilometri di distanza. Il potere in una mano: comandare un braccio di un robot o controllare un disegno 3D, senza cavi di collegamento. Un oggetto piccolo, indossabile, facile da usare. Un concetto diverso di interfaccia uomo-macchina, in grado di anche di lasciare spazio alla creatività di tutti. È Tactigon Skin, gesture controller con intelligenza artificiale, ideato da Next Industries, startup nata nel 2014 a Inzago, nel milanese, e incubata al Politecnico di Milano. La forma ricorda quella di una grande forcina: lo si infila tra il pollice e l’indice, in modo che le dita siano libere di toccare i tasti. Grazie all’intelligenza artificiale, questo guanto hi-tech permette di controllare a distanza di oggetti connessi come computer, robot, stampanti 3D, occhiali per la realtà aumentata e per la realtà virtuale. È invece di Oderzo, e incubata al NOI Techpark di Bolzano, Mas Roof: la startup ha brevettato un tetto modulare antisismico che integra al suo interno pannelli fotovoltaici, pompe di calore e gli altri sistemi che rendono l’abitazione autosufficiente dal punto di vista energetico. Il nome «Mas», svela già il cuore dell’idea: è acronimo di modulare antisismico e solare, tre caratteristiche che racchiudono un nuovo modo di pensare il tetto. L’ultimo sviluppo è il progetto di casa autosufficiente Eroof, già premiato con il certificato di «Seal of excellence» nell’ambito del bando europeo Horizon 2020. Sixto, sviluppata all’interno della «fabbrica delle imprese» e-Novia con base a Milano, è una sorta di «sesto dito robotico» che, indossato tramite una fascia al polso, aiuta a impugnare oggetti di dimensioni e forma diverse. L’obiettivo è aiutare le persone con una ridotta funzionalità della mano a bilanciare la perdita della presa, ma anche di permettere alle persone con una presa normale di aumentare la forza della mano. Sempre di intelligenza artificiale, ma applicata a tutt’altro settore, è fatta l’«anima» di Blimp. Questa startup nata in e-Novia infatti sviluppa tecnologie in grado di generare dati sui flussi nelle strade e di integrarli con altre sorgenti, con l’obiettivo di ottenere informazioni preziose e “dare valore” ai luoghi pubblici in cui sono installati. Proprio a Verona, nel cantiere del restauro di Porta Nuova, si è svolto uno dei primi test dell’applicazione, in grado di contare quante persone transitano di fronte a un cartellone pubblicitario, per quanto tempo sostano e anche quanti uomini e quante donne vi sono tra il pubblico. Un pezzo di smart city che si traduce in realtà, nel rispetto della privacy. I dati infatti restano rigorosamente anonimi. 3D Nextech, startup innovativa livornese che nasce come spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, porta al Festival del Futuro 3Dfinisher, il primo macchinario in grado di effettuare la finitura automatica – dalla lisciatura alla lucidatura - degli oggetti creati dalle stampanti 3D.