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STRATEGIE

Banco Bpm finanzia l’innovazione

Massimo Pasquali, responsabile del coordinamento aziende dell’istituto di Piazza Nogara anticipa i temi del suo intervento di domani nel panel sulle startup
Massimo Pasquali, coordinamento  aziende Banco Bpm
Massimo Pasquali, coordinamento aziende Banco Bpm
Massimo Pasquali, coordinamento  aziende Banco Bpm
Massimo Pasquali, coordinamento aziende Banco Bpm

Finanziare l’innovazione come volano di crescita delle piccole e medie imprese, nella convinzione che non ci sarà sviluppo se non ci sarà sostenibilità. È uno dei punti fermi della ripartenza post Covid fatto proprio dal Banco Bpm. Per il terzo istituto bancario italiano sarà soprattutto l’investimento nelle nuove tecnologie a trainare la ripresa. «Si sta uscendo da una situazione non facile: cerchiamo di ascoltare soprattutto i bisogni di chi sta soffrendo gli effetti nefasti di un momento storico senza precedenti» commenta Massimo Pasquali, responsabile coordinamento aziende del Banco Bpm che interverrà domani alle 15 nel panel «Innovazione e strartup» al Festival del Futuro. «Già dallo scorso marzo le banche hanno fronteggiato una situazione complessa», precisa Pasqueli, «in alcuni casi anticipando i decreti governativi per aiutare le imprese. Il 2020 sarà per Banco Bpm un anno di grande crescita dei prestiti alle pmi; da maggio ad ottobre sul mondo imprese abbiamo erogato più del 100% dello stesso periodo del 2019, utilizzando con forza la copertura delle garanzie statali, intelligentemente messa a disposizione dai noti decreti legislativi. E non si tratta solo di moratorie o di ampliamento dei plafond dei fidi: c’è anche tanto credito destinato a progetti innovativi e alle nuove tecnologie, digitali e non». Nel Nordest non c’è in particolare un settore capofila nell’innovazione. «È un’esigenza diffusa e coniugata con le crescenti necessità di rendere il business sostenibile» prosegue Pasquali. «Meccanica, meccatronica, biomedicale guidano senz’altro la rivoluzione in atto e che verrà, ma c’è molto altro, anche nei settori non propriamente affamati di nuove tecnologie. Penso all’edilizia che grazie al superbonus indurrà gli acquirenti delle case a considerare aspetti come l’efficienza energetica e la risposta sismica dell’edificio». Il tema innovazione digitale è molto caro alle banche. Del resto sono fra i pionieri del settore, non solo in termini di relazione con la clientela ma anche nel dialogo con mondo fintech, rimanendo protagoniste di un mercato popolato da un numero crescente di competitor. «Difficile finanziare l’innovazione se non si è fra i primi a metterla in pratica», sottolinea Pasquali ricordando i tanti investimenti del Banco Bpm per innovare tanto le piattaforme quanto i prodotti finanziari. «Innovare è oggi fondamentale anche nei settori non propriamente tecnologici, nella convinzione che chi ha saputo investire per primo nella rivoluzione digitale, sfruttandola a proprio vantaggio senza subirla, trova oggi maggiore vantaggio competitivo, fornendo alla propria clientela prodotti e soluzioni migliori». Pasquali cita l’esempio del vino, un vanto italiano che negli ultimi 15 anni ha trainato una parte consistente dell’economia veronese, oggi di fronte a un’inevitabile frenata, sia sul fronte horeca sia dell’export, ma che sul digitale sta investendo come non mai. «Nel 2020 non c’è azienda che non abbia capito quanto sia fondamentale il canale di vendita on line affiancato da una logistica efficiente e in grado di rispondere in tempi sempre più rapidi». La sfida è ora nell’anno che verrà. «Non credo al 2021 come a un anno zero nel rapporto tra finanza, imprese e tecnologie: la rivoluzione è in atto da tempo», afferma Pasquali, «Tutto ruota attorno alla capacità degli imprenditori di intuire la portata dei cambiamenti. Questo è il momento: chi avrà la forza di raccogliere nuove sfide e innovare con intelligenza trarrà il massimo beneficio per presidiare al meglio la propria nicchia di mercato». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandro Azzoni