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Vini veronesi sul podio a Merano con gli Amarone Masi e Ferragù

Il podio dei premiati del «Merano wine festival», tra i quali anche i veronesi
Il podio dei premiati del «Merano wine festival», tra i quali anche i veronesi
Il podio dei premiati del «Merano wine festival», tra i quali anche i veronesi
Il podio dei premiati del «Merano wine festival», tra i quali anche i veronesi

Cala il sipario sull’edizione numero 27 di Merano Wine Festival, e le cantine veronesi tornano a casa ricche di riconoscimenti. Sono 34 i grandi vini «Platinum 2018», al top della selezione di The WineHunter Awards, assegnati dal cacciatore di vini Helmuth Köcher, ideatore e fondatore del Merano Wine Festival, durante la serata di gala al Kurhaus lo scorso 9 novembre; e, dopo la pluripremiata Toscana e il Piemonte, il Veneto si piazza al terzo posto a pari merito con l’Alto Adige. Ma a trionfare è proprio la provincia di Verona, con l’Amarone Costasera Riserva 2012 di Masi Agricola e l’Amarone 2013 di Carlo Ferragù, mentre tra i Wine Ante 2010 sono stati premiati l’Amarone De Buris Riserva 2008 di De Buris (Tommasi Family Estates) e l’Harlequin 2009 di Zymè. Ma sono molte le aziende veronesi che durante i cinque giorni hanno incontrato il pubblico presentando i prodotti di eccellenza che sono entrati nella guida The Wine Hunter, suddivisi nelle tre categorie Rosso, da 88 a 89,99 punti, Gold da 90 a 94,99 punti, e Platinum, dai 95 punti ai 100 punti su 100. Per alcune si è trattato della prima edizione, come nel caso dell’azienda Venturini Massimino e figli, entrata con l’Amarone della Valpolicella classico riserva doc 2007 e Amarone della Valpolicella classico doc 2001. Molti anche i veronesi coinvolti dai blogger e giornalisti di settore, come nel caso di Sabrina Tedeschi dell’azienda Tedeschi, intervistata in diretta da Cantina Social. E se sono cresciuti i prodotti inviati in degustazione e selezionati dal WineHunter Köcher e dalle sue commissioni d’assaggio, crescono anche gli eventi di approfondimento correlati al mondo del vino. Due, in particolare, hanno dominato la scena: il convegno Naturae&Purae svoltosi l’8 novembre a Castel Trautmannsdorf, alla seconda edizione, ideato da Köcher e dal giornalista enogastronomico Angelo Carrillo, dedicato all’approfondimento sui vini naturali e correlato a incontri e performance enogastronomiche con un focus sui cibi fermentati, e la tavola rotonda intitolata «Il futuro del vino tra cambiamenti climatici, nuove opportunità nella produzione e aspettative dei consumatori», che ha visto la partecipazione tra gli altri di Oscar Farinetti, Stevie Kim, Luca Gardini, Joe Bastianich e del climatologo meranese professor Georg Kaser. Un momento di confronto e riflessione che parte da un dato evidente: anche un aumento di temperatura di 1,5 gradi avrebbe delle conseguenze devastanti sulla coltivazione della vite e sulla qualità del vino, e sull’ambiente in generale. •

Silvia Allegri

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