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LA BEVANDA ASIATICA

Rosso, stagionato,
verde o fermentato
Un rito fai da... tè

Yin Chong Liang, presidente del Chinese Tea Culture Research Institute, mostra il vero tè cinese
Yin Chong Liang, presidente del Chinese Tea Culture Research Institute, mostra il vero tè cinese
Yin Chong Liang, presidente del Chinese Tea Culture Research Institute, mostra il vero tè cinese
Yin Chong Liang, presidente del Chinese Tea Culture Research Institute, mostra il vero tè cinese

Il primo passo è quello di scegliere la musica adeguata. Una melodia soave, non invasiva, in grado di diffondere la quiete necessaria a dare il via alla cerimonia del tè per ritrovare la pace interiore in un’usanza senza tempo. Intanto l’acqua sarà stata messa sul fuoco e avrà iniziato a bollire, per essere pronta a essere versata in teiere di terracotta pregiata, traspiranti e porose, quelle ideali per accogliere le foglioline della pianta che appartiene al genere Camellia, della famiglia Theaceae.

 

Un rito, quello del tè, che è stato presentato all’Istituto Alberghiero Berti al Chievo, dove è arrivato ospite Yin Chong Liang, presidente del Chinese Tea Culture Research Institute. L’assaggiatore di prestigio, membro di diverse commissioni nazionali e locali di degustazione e controllo qualità del tè, assistito da una fedele collaboratrice, ha svelato al pubblico selezionato e attento tutti i segreti della bevanda tipica del Paese asiatico. Nulla a che vedere con gli infusi in bustina a cui siamo solitamente abituati, e che in Cina vengono scartati a priori. Quello proposto è un viaggio tra aroma e tradizioni, per palati raffinati.

 

Diverse le tipologie di tè dalla qualità eccellente presentate per l’assaggio, solitamente destinati a capi di stato e diplomatici, oltre che ai grandi manager. Si parte dal tè verde, il più acerbo e non fermentato, una sorta di «novello» se paragonato al mondo dei vini. Una bevanda ideale da consumare dopo i pasti per facilitare la digestione, velocizzare il metabolismo e ridurre il colesterolo, e che, se di qualità ottimale, funge quasi da antibiotico naturale, ottimo per gli occhi e le orecchie, ma che non dovrebbe essere consumata dopo i 55 anni, perché tende a rubare un po’ di calcio all’organismo.

 

Al suo posto, per chi ha problemi di stomaco o ha superato una certa età, il tè nero e il tè rosso risultano ideali, più maturi e «stagionati», ricchi di proprietà antiossidanti e, nel caso del tè rosso, completamente senza teina. Le piante, che possono persino raggiungere i 3.200 anni, sono di due tipi. Le più comuni sono arbusti alti al massimo un metro e mezzo, ma quelle più antiche raggiungono dai due ai sette metri di altezza, spesso tra rocce montane. La raccolta, che solitamente avviene in primavera, prevede la scelta delle ultime due foglioline, al massimo tre. È questo che distingue nettamente il prodotto dai tè in bustina delle multinazionali, in cui si raccolgono dalle piante molte più foglie, vecchie, secche e grandi, che vengono per forza sbriciolate. Inoltre, la conservazione migliore è all’interno di bustine di alluminio, altrimenti l’infuso è destinato a durare molto poco. In generale le qualità verde e gialla sono più fresche e non fermentate, quindi vanno consumate in tempi più rapidi. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Chiara Bazzanella

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