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«Non cucinare troppo presto ed evitare porzioni eccessive»

Lo chef Tacchella in azione
Lo chef Tacchella in azione
Lo chef Tacchella in azione
Lo chef Tacchella in azione

La cottura e la quantità dei cibi. La preparazione troppo in anticipo. Ma anche la disposizione degli elementi in tavola. Ecco alcuni degli errori che si commettono quando si prepara un pranzo, specie quello di Natale. Ecco i suggerimenti dello chef veronese Fabio Tacchella per evitarli.

 

CUCINARE TROPPO IN ANTICIPO. «L’errore più grosso, quello che vedo più spesso, è la preparazione di piatti complicati che poi vengono lasciati per ore sui tavoli della cucina, non protetti o coperti in maniera approssimativa. Oppure, peggio, ancora tiepidi. Una delle cose fondamentali della cucina da tenere assolutamente presente è il rispetto della materia prima», spiega.

 

CUOCERE TROPPO. «Succede anche nelle cotture. Spesso si cuoce troppo il pesce oppure la verdura, e si perde il sapore. E allora si cerca di rimediare con salse, olio e altri condimenti. Quanto più è vicino il momento della cottura a quello del servizio in tavola, tanto più la cucina è sana. E buona. Vale per sempre, al di là delle festività, dove certamente i piatti vengono preparati in anticipo per evitare di lasciare da soli gli ospiti».

 

«HORROR VACUI». E la preparazione della tavola? «A Natale i colori dominanti sono bianco, oro e rosso. E bisogna saperli dosare. Ma anche bianco su bianco dà effetti interessanti. Io curerei la posizione degli elementi, calcolando prima la presenza in tavola di pirofile, bottiglie e altri oggetti», continua Tacchella. «Le decorazioni non devono intralciare ma se non prevediamo gli altri elementi, andremo a scomporre la preparazione. Eleganza sì, ma senza eccedere e rubare spazio alle portate».

 

PORZIONI ECCESSIVE. E sulla quantità del cibo preparato? «Bisognerebbe diluire tra varie portate un pasto di 650-750 grammi a persona. Un primo piatto deve restare sui 200 grammi, il secondo sui 250 grammi e il resto per antipasto e dolce. Per non esagerare e dover riciclare il giorno dopo». •

G.BR.

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