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L’Ottavo reggimento della Folgore di Legnago

Chi sono i «guastatori» e come funziona il disinnesco delle bombe: le fasi e i pericoli

di Nicolò Vincenzi
I guastatori e la bomba di Parona
I guastatori e la bomba di Parona
Intervista al comandante Daniele D’Ambrogio (video Vicenzi)

Con quello di Parona sono 266 gli interventi dell’Ottavo reggimento guastatori della Folgore di Legnago.

Non tutti, va precisato, sono serviti per disinnescare bombe, ma quelle presenti sul territorio - la loro competenza si estende su sette provincie - sono ancora molte. Di diversa natura e caricamento.

E proprio per questo le prime fasi, quelle dell’accertamento, diventano fondamentali. Le procedure di disinnesco sono precise, metodiche per ridurre al massimo ogni possibile rischio.

La prima cosa che devono fare gli artificieri è appurare se l’ordigno sia armato o meno. Se potenzialmente è ancora in grado di esplodere oppure no. Non un dettaglio. In un secondo momento è necessario capire in che stato si trovi la bomba e che tipologia di ordigno si dovrà maneggiare (a Parona utilizzato un robot con delle chiavi a razzo per la fase di disinnesco). Da quanto tempo si trovi a terra, invece, ha importanza ma relativa.

Sono sempre pericolose perché le bombe non hanno una data di scadenza. Se la spolette - sono due, una in testa e una in coda - vengono sfregate e sollecitate può sempre verificarsi l’esplosione.

Operazioni preparatorie bombe (Vincenzi)

Nel caso di Parona si tratta di una bomba di grandi dimensioni con circa 250 chili di esplosivo all’interno, sganciata da un aereo alleato durante la Seconda guerra mondiale.

Una deflagrazione comporterebbe danni gravi in un raggio che può raggiungere anche gli 800 metri dal punto dell’esplosione (motivo per cui oggi sono circa tremila gli sfollati).

Proprio per la presenza di diversi ordigni bellici nel nostro territorio chiunque abbia anche solo il sospetto di trovarsi davanti ad uno di essi deve contattare le forze dell’ordine per avviare tutte le procedure del caso. 

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