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la giornata mondiale

Aids, 1.770 nuovi casi in Italia nel 2021. Il 63% scopre l'infezione in fase già avanzata

La lotta all' Hiv è uno dei campi che ha registrato i maggiori progressi scientifici negli ultimi anni, ma persistono i contagi. Dal 2015 in aumento la quota di chi ha diagnosticato tardi il virus
Il nastrino rosso simbolo della lotta all'Aids
Il nastrino rosso simbolo della lotta all'Aids
Il nastrino rosso simbolo della lotta all'Aids
Il nastrino rosso simbolo della lotta all'Aids

Il 1° dicembre ricorre la Giornata Mondiale contro l'Aids, istituita nel 1988 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Una data importante  per sostenere azioni di informazione e di sensibilizzazione finalizzate alla prevenzione. La lotta contro l’infezione da Hiv è  uno dei campi in cui i progressi scientifici hanno raggiunto traguardi ragguardevoli, trasformando l'Hiv in una malattia cronica. Se non si può ancora guarire, si può però essere curati in modo efficace grazie alle molte conquiste delle terapie.  Nonostante ciò persistono i contagi e le diagnosi tardive. Ecco perché il fronte della sensibilizzazione rimane fortemente attivo. La  Giornata mondiale contro l'Aids vuole ribadire a gran voce che la guardia non può essere abbassata.

 

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Le statistiche

Solo nel 2021, 650.000 persone sono morte per cause correlate all’ Hiv e 1,5 milioni di persone lo hanno contratto, spiega l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) sostenendo che «dovremo raddoppiare i nostri sforzi per evitare lo scenario peggiore di 7,7 milioni di decessi nei prossimi 10 anni, a seguito del rallentamento della risposta di salute pubblica all’ Hiv durante la pandemia Covid-19».

Secondo il quadro fornito dalla sorveglianza nazionale curata dal Centro operativo Aids del, le nuove diagnosi di infezione da Hiv sono state in Italia 1.770 nel 2021, pari a 3 nuovi casi per 100.000 residenti. Un’incidenza in calo dal 2012 e che vede il nostro Paese sotto la media dell’Unione Europea (4,3 nuovi casi per 100.000). Ancora in troppi, però, ben il 63%, scopre l’infezione quando questa è già in fase avanzata

Più in dettaglio, nel 2021 (anche se sui dati potrebbe pesare una sotto notifica legata all’effetto pandemia), l’incidenza più elevata di nuove diagnosi è stata nella fascia di età 30-39 anni (7,3 nuovi casi ogni 100.000 residenti), a seguire tra 25 e 29 anni (6,6). In generale, erano maschi il 79,5% dei nuovi diagnosticati. L’età media è, invece, di 42 anni per gli uomini e 41 per le donne.

 

L’85% dei contagi è risultata essere avvenuta attraverso i rapporti sessuali. In particolare gli eterosessuali rappresentano il 44% delle nuove diagnosi effettuate nel 2021, i maschi che fanno sesso con maschi il 39,5%. La trasmissione attraverso l’uso di sostanze stupefacenti ha riguardato solo il 4% dei casi. Si conferma inoltre, una tendenza iniziata dal 2017, ovvero una diminuzione di nuove diagnosi in stranieri (pari al 29%).

Come si fa la diagnosi di Hiv

Per sapere se si è stati contagiati dall’Hiv è sufficiente sottoporsi al test specifico per la ricerca degli anticorpi anti-Hiv che si effettua attraverso un normale prelievo di sangue. Il test dell'Hiv è in grado di identificare la presenza di anticorpi specifici che l’organismo produce nel caso in cui entra in contatto con questo virus. Per la diagnosi sono anche disponibili test rapidi che possono essere effettuati su sangue (basta una goccia) o saliva. Il risultato è disponibile in pochi minuti, ma è necessaria una conferma con prelievo ematico in caso di risultato dubbio o reattivo (positivo).

Il test dell’Hiv in un ospedale
Il test dell’Hiv in un ospedale

Diagnosi tardiva

Dal 2015 è aumentata la quota di persone a cui è stato diagnosticato tardivamente l’Hiv. Oltre una persona su 3 con nuova diagnosi scopre di essere Hiv positivo a causa della presenza di sintomi o patologie correlate   (39,8%). Altri motivi per fare il test sono stati: rapporti sessuali senza preservativo (16,6%), accertamenti per altra patologia (6,9%), iniziative di screening (6,2%). L’incidenza più alta nel 2021 è stata registrata in Lazio, Valle d’Aosta, Toscana ed Emilia Romagna. Quanto al numero di decessi per Aids rimane stabile ed poco più di 500 casi l’anno. Dal 1982 a oggi sono stati 72.034 i casi di Aids conclamato, di cui 46.874 deceduti entro il 2019. Nel 2021 sono stati diagnosticati 382 nuovi casi di Aids.

Hiv e Aids non sono la stessa cosa

L'Hiv (Human immunodeficiency virus) è un virus che attacca e distrugge, in particolare, un tipo di globuli bianchi, i linfociti CD4, responsabili della risposta immunitaria dell’organismo. Il sistema immunitario viene in tal modo indebolito fino ad annullare la risposta contro altri virus, batteri, protozoi, funghi e tumori. L'infezione da Hiv non ha una propria specifica manifestazione, ma si rivela attraverso gli effetti che provoca sul sistema immunitario. La presenza di anticorpi anti-Hiv nel sangue viene definita sieropositività all’Hiv. Pur con una infezione da Hiv, è possibile vivere per anni senza alcun sintomo e accorgersi del contagio solo al manifestarsi di una malattia opportunistica. Sottoporsi al test Hiv è, quindi, l'unico modo di scoprire l'infezione.

L'Aids (Acquired immune deficiency sindrome) identifica uno stadio clinico avanzato dell'infezione da Hiv. È una sindrome che può manifestarsi nelle persone con HIV anche dopo diversi anni dall’acquisizione dell’infezione, quando le cellule CD4 del sistema immunitario calano drasticamente e l’organismo perde la sua capacità di combattere anche le infezioni più banali (infezioni/malattie opportunistiche).

Come si trasmette l'Hiv

L’Hiv si può trasmettere solo attraverso i seguenti liquidi biologici di persone con Hiv inconsapevoli o non in terapia antiretrovirale efficace:

  • sangue e suoi derivati
  • sperma e secrezioni vaginali
  • latte materno

L'infezione si verifica quando il virus, contenuto in uno di questi liquidi di una persona con Hiv, non in terapia antiretrovirale efficace, riesce ad entrare nel corpo di un’altra persona, attraverso ferite della pelle o lesioni anche non visibili delle mucose. La possibilità di trasmettere l’infezione da Hiv dipende dal tipo di comportamento messo in atto e, soprattutto, dalla quantità di virus presente nel sangue o nelle secrezioni genitali della persona con Hiv.

Le vie di trasmissione, quindi, sono:

  • sessuale: attraverso rapporti etero o omosessuali non protetti da un efficace metodo di prevenzione
  • ematica: scambio di siringhe o condivisione di strumenti per l'uso di sostanze psicoattive; trasfusioni di sangue contaminato
  • verticale: da madre a neonato durante la gravidanza, al momento del parto e, più raramente, attraverso l’allattamento al seno

Come NON si trasmette

L'Hiv non si trasmette attraverso saliva, lacrime, sudore, urine, punture di zanzare. Non  si trasmette condividendo le stesse stoviglie, bagni, palestre, piscine e altri luoghi di convivenza e non si trasmette con carezze, baci, salvo il caso in cui la persona sieropositiva abbia lesioni e sanguinamenti delle mucose orali macroscopicamente visibili. In tal caso, il contatto durante il bacio non è più solo con la saliva, ma anche con il sangue.

Prevenzione e cura

Grazie a strategie di prevenzione, accessibilità ai test ed evoluzione delle terapie, l'infezione da HIV oggi si può prevenire e le persone, adeguatamente trattate, possono convivere col virus senza trasmettere l'infezione e avere una aspettativa di vita paragonabile alla popolazione generale.

La terapia e prospettive di vita

Le evidenze scientifiche dicono che le prospettive di vita per chi oggi scopre di avere l’Hiv ed entra subito in terapia sono simili a chi non ha l’Hiv, si legge sul sito del Ministero della Salute. La terapia antiretrovirale consiste nella somministrazione di farmaci specifici, che bloccano la riproduzione del virus nelle cellule, riducendo la quantità di virus che circola nell’organismo. Esistono diverse classi di farmaci, che, combinate tra loro, controllano il virus e consentono alle persone con Hiv di avere una buona qualità di vita, grazie anche al minor impatto sull’organismo e ai minori effetti collaterali.

Tutte le informazioni utili sul sito del Ministero della Salute

Il numero verde

Dall’inizio del 2022 fino al 16 novembre scorso, gli esperti del Telefono Verde Aids e Infezioni Sessualmente Trasmesse dell’Istituto Superiore di Sanità, hanno risposto a 7.598 telefonate. E, in occasione della Giornata Mondiale di Lotta contro l’Aids che si celebra il primo dicembre, il servizio amplia l’attività dalle ore 9 alle 19, prevedendo anche la possibilità di un consulente in materia legale.

Le chiamate al numero verde 800 861061 sono state effettuate per l’85% da persone di sesso maschile. Una telefonata su due arriva da giovani adulti tra i 25 e i 39 anni. Le aree informative sulle quali si concentra l’intervento di counselling telefonico riguardano le vie di trasmissione dell’ Hiv (33%) e le modalità di esecuzione dei test diagnostici (29%). Il Servizio offre anche i riferimenti per l’invio ad una dei 650 Centri diagnostico-clinici di Malattie Infettive, Centri per le Infezioni a Trasmissione Sessuale e Check Point di Associazioni presenti sul territorio. In tal modo, è possibile ricevere informazioni per facilitare l’accesso alle strutture pubbliche che eseguono i test, come indirizzo, orari, eventuale necessità della prescrizione del medico o del ticket.

Lo stesso data-base è anche sul sito uniticontrolaids.it ed è disponibile alla ReTe AIDS, Network di 13 Servizi di counselling presenti nelle regioni. Sempre sul sito Uniti contro l’Aids è stato pubblicato un video nella Lingua Italiana dei Segni per la promozione della prevenzione anche in persone con problemi di udito.

 

Paola Buizza

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