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Gazunt, il cane scaccia lupi diventa superstar dei pascoli e... dei social

di Marta Bicego
In molte edicole della Lessinia giornale esaurito, migliaia di «like» sui social: da quando abbiamo raccontato la sua storia
Gazunt, cane pastore diventato superstar dei pascoli e dei social
Gazunt, cane pastore diventato superstar dei pascoli e dei social
Gazunt, cane pastore (Pecora)

«Che orgoglio il nostro grande gigante Gazunt». In fondo al cuore, hanno sempre saputo che il loro cane aveva qualcosa di speciale. Tuttavia, i pastori Damiano Bonamini e Mattia Boscaini non si aspettavano certo che potesse diventare la «superstar» dei pascoli dopo che abbiamo raccontato come il loro cucciolone è riuscito a difendere il gregge da un possibile attacco di lupi. Ma tant’è: in molte edicole della Lessinia il giornale è andato, letteralmente, a ruba. Come se non bastasse, la notizia è stata tra le più lette del sito de L’Arena mentre sui social network ha collezionato migliaia di «mi piace», oltre a decine su decine di commenti e condivisioni.

Coraggioso Gazunt, inseguito da tre lupi per difendere il gregge

Insomma: Gazunt ha conquistato tutti con la prontezza nel capire che, nella radura al limite del prato dove da lì a poco sarebbero arrivate a pascolare le capre, qualcosa non andava. Erano le 9.30 del mattino e, nello stesso luogo in cui non andavano da mesi, c’era stata di recente la predazione di una manza. La scena si è consumata in una manciata di secondi: appena raggiunto il pascolo, Gazunt si è diretto nella boscaglia, forse per perlustrarla, com’è del resto è tra i suoi compiti. Ne è uscito immediatamente, inseguito da tre lupi. Si è affrettato quindi verso le capre, fermandosi a una decina di metri, con l’intenzione di difenderle. Finché gli esemplari si sono allontanati, senza causare alcun danno agli animali.

Superstar dei pascoli e dei social

Da buon montanaro, Gazunt rimane con le zampe ben piantate per terra. In questi giorni infatti, mentre la sua fama si sparpaglia veloce dall’altopiano, continua a fare il suo dovere di cane da guardiania. Al pascolo, quando il gregge viene accompagnato all’aperto, nei dintorni di contrada Riva. Nel tepore della stalla, quando piove o nevica: perché, se imperversa il maltempo, le capre non mettono i piedi fuori dall’azienda agricola Orko Beko, che si trova nella stessa contrada, a Velo Veronese.

«Bravissimo Gazunt e bravi anche i suoi proprietari», il commento di Nicola sulla pagina Facebook de L’Arena. «Ci pensa lui a mettere in riga i lupi», fa eco Biancarosa. Poi gli elogi, che si sprecano. Per la bellezza della star a quattro zampe: cagnolone che di razza è un mix di pastore del Caucaso; corposo nella stazza, visti i suoi 60 kg, ma parecchio atletico. Ha il pelo folto e morbido. Lo sguardo amorevole che sembra voler suggerire di spartire la buona riuscita della sua impresa con gli altri cani che lo affiancano quotidianamente: tre da guardiania e quattro da conduzione. 

Il destino nel nome cimbro

«Nomen omen», il nome è un presagio, viene spontaneo pensare, visto che Gazunt in lingua cimbra significa salute, gioia condivisa; dichiara inoltre la volontà, da parte dei suoi padroni, di mantenere saldo il legame con le origini antiche delle terre alte veronesi.

Complimenti, il 35enne Damiano e il 43enne Mattia, li hanno ricevuti pure dai clienti che hanno incontrato nei mercati dove vendono i loro formaggi e insaccati. Ma il lavoro chiama. Con quattro stalle, c’è parecchio da fare nella contrada che si è ripopolata grazie alle 110 capre dei due allevatori, che nella precedente vita si dedicavano a tutt’altro mestiere. Vantaggio che ha permesso loro di accostarsi alla pastorizia senza preconcetti: hanno studiato e seguito i consigli della veterinaria, si sono informati.

«Lupi? Sintomo di un territorio che si sta spopolando»

Visto che nel 2017, alla decisione di diventare pastori, i lupi abitavano già la Lessinia, prendere i cani da guardiania è stata scelta obbligata. Non avendo ancora ripari per la notte, non riuscivano a dormire al pensiero che il gregge potesse essere attaccato dai predatori. Decisione azzeccata: «In base alla nostra esperienza, i cani sono un ottimo deterrente», ribadiscono, sottolineando ancora che le istituzioni dovrebbero dare maggiori risposte. Il lupo, concludono, è il sintomo di un territorio che soffre per lo spopolamento, per la scarsa presenza umana, per il voler portare in quota pratiche consone alla pianura. Descrivono una montagna da aiutare, con lo stesso coraggio che ha avuto Gazunt.

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