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FAUNA SELVATICA

Gufi, civette, barbagianni ecco il popolo della notte

L'affascinante mondo dei rapaci e i rischi che corrono questi uccelli «Se ne trovate uno copritelo e poi contattate il Cras per il soccorso»
Un gufo soccorso e curato al Centro di recupero fauna selvatica
Un gufo soccorso e curato al Centro di recupero fauna selvatica
Un gufo soccorso e curato al Centro di recupero fauna selvatica
Un gufo soccorso e curato al Centro di recupero fauna selvatica

Schivi, silenziosi, si attivano quando il sole tramonta e arriva il buio per andare alla ricerca di cibo e nutrire i loro piccoli. Con il calare delle ombre della sera per molti animali selvatici inizia il momento più intenso della giornata, e non è raro incontrare queste specie nel corso di una camminata notturna, spesso anche nelle campagne limitrofe ai centri abitati. «Volpi, tassi, diversi uccelli rapaci escono dalle tane e dai nidi per muoversi indisturbati e sono molto agili a spostarsi senza fare rumore», raccontano i volontari del centro di recupero fauna selvatica Progetto Natura Verona Lago. «Se abbiamo la fortuna di incontrarli, è fondamentale non disturbarli, avvicinandosi o facendo rumore, e soprattutto non toccare in alcun modo eventuali piccoli, limitandosi ad ascoltare e fotografarli in silenzio». Tra le tante specie che popolano la notte, i rapaci sono forse quelli meno conosciuti e quindi più affascinanti, complici anche film e tradizioni che li vedono associati al mondo dell'esoterismo e della magia. Ad attirare sono soprattutto le loro incredibili capacità di orientarsi nel buio: «Osservare i rapaci notturni può farci scoprire molte cose interessanti. «Per esempio, questi animali hanno un’ampia rotazione del capo, un volo silenziosissimo grazie a un piumaggio particolare, e poi sono dotati di aperture auricolari asimmetriche che permettono di captare l’esatta posizione della preda anche senza utilizzare la vista». Si tratta quindi di un mondo estremamente complesso, tutto da scoprire: «Oltre ai più famosi gufi e civette, possiamo incontrare nelle nostre campagne anche l’assiolo, immortalato da Giovanni Pascoli in una poesia per il suo verso, chiù, e ancora il barbagianni, o l’allocco». E quest’estate al Centro sono ricoverati diversi esemplari, soprattutto gufi e civette: «Succede spesso che vengano portati qui feriti a seguito di impatti con auto e vetrate, oppure abbiamo i pulli caduti dal nido e ritrovati in luoghi che ne rendono difficile il ricongiungimento con la madre, come i camini, i condotti dell'aria o intercapedini di tetti in cui sono in corso dei lavori». Cosa si deve fare, allora, nel caso di rinvenimento di un pullo o di un esemplare adulto incidentato? «Se lo trovate durante il giorno, abbiate l’accortezza di porlo in una scatola e di coprirlo con un telo e contattate poi subito il centro di recupero per avere informazioni su come comportarvi». E l’estate può essere l’occasione per avvicinarsi al mondo affascinante dei rapaci notturni e degli animali selvatici in generale: «Noi siamo sempre alla ricerca di nuovi volontari che possano dedicare tempo alle varie attività, dalla cura dei degenti alla manutenzione, dalla pulizia delle strutture ai recuperi e alle staffette. Scriveteci a info@progettonaturaverolago.it lasciandoci il vostro numero di telefono. Vi richiameremo appena possibile». Per avere altre informazioni si può consultare il sito www.progettonaturaveronalago.it o seguire le pagine Facebook e Instagram del Cras veronese.•.

Silvia Allegri

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