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foto & natura

Lessinia a volo... d'uccello, la «Cinciarella» su un grappolo di uva Corvina regina dei social

In tre settimane il naturalista Silvio Scandolara è riuscito a fissare in uno scatto le cinque specie più importanti della montagna veronese
Le cince della Lessinia fotografate da Silvio Scandolara
Le cince della Lessinia fotografate da Silvio Scandolara
Le cince della Lessinia fotografate da Silvio Scandolara
Le cince della Lessinia fotografate da Silvio Scandolara

Ha collezionato nel web migliaia di apprezzamenti e centinaia di condivisioni la Cinciarella su un grappolo di uva Corvina che Silvio Scandolara è riuscito a «catturare» con un veloce click della sua macchina fotografica. Tanto piccola e leggera, quanto graziosa: la cincia è aggrappata delicatamente ad un ramoscello e pare apprezzare il dolce frutto dell’autunno.

Una scena meravigliosa che non è sfuggita all’occhio attento del naturalista mentre era impegnato in una delle sue passeggiate per la Val d’Illasi. «Per una volta, nell’ambito naturalistico, ho saputo cogliere il momento», riconosce con una punta di orgoglio, svelando la sua passione per il fotografo Henri Cartier-Bresson e la capacità di saper immortalare gli attimi decisivi.

«Dopo questo episodio», prosegue, «mi è venuta l’idea di fotografare le cince della nostra Lessinia, cercando di ritrarle nel loro ambiente naturale. Non scattando quindi foto artificiose a base di pastura e finti posatoi, e ovviamente senza utilizzare il famoso programma informatico per migliorare l’ambientazione. Insomma: immagini spontanee e assolutamente naturali».

Così, spiega, in tre settimane è riuscito a fissare in uno scatto le cinque specie più importanti della montagna veronese, delle quali ci regala una galleria fotografica. Ed ecco la Cinciarella «Cyanistes caeruleus», che ama cibarsi di insetti con i quali nutre la prole. Oltre che in Lessinia, svolazza rapida tra le siepi dei giardini di pianura e lungo i canneti dei corsi d’acqua come Tramigna, Fibbio o Alpone.

La cugina Cinciallegra «Parus major» è un uccellino confidente e facile da osservare anche in parchi e giardini oltre che in quota; nidifica nelle cavità ed è piuttosto combattivo e vincente sugli altri concorrenti.

Spesso la Cincia mora «Periparus ater» crea il nido negli incavi degli alberi ma è capace di adattarsi ad anfratti nelle rocce e muri a secco. Finito il periodo di cova e svezzamento dei pulli, diventa uccello gregario, tanto che si può vedere in piccoli stormi in compagnia di altre specie. In Lessinia si può osservare sulle conifere; nella bella stagione si nutre di insetti e d’inverno dei semi delle pigne delle conifere.

Non passa inosservata per il bel ciuffo (e il canto potente) la Cincia «Lophophanes cristatus»: fedele uccellino monogamo che si accoppia con un altro individuo solo in caso di vedovanza. Meticolosa, prepara il nido scavando nel legno marcio ma non disdegna la comodità quando si accasa nei nidi abbandonati dei picchi o nelle casette artificiali.

La Cincia bigia «Poecile palustris» costruisce casa con uno stretto foro di ingresso e un angusto spazio interno che talvolta non è sufficiente a contenere la nidiata. Questa specie è confinata tra alta collina e bassa montagna, raramente si incontra a bassa quota. Nella fascia più elevata svolazza invece la Cincia alpestre «Poecile montanus» che Scandolara ha visto, ma ancora non è riuscito a fotografare. Ma siamo certi che, alla prossima occasione di incontro, non sfuggirà al suo infallibile click. 

Marta Bicego

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