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La buona notizia

Avvistata in Lessinia la farfalla «Baccante»: molto rara e in via d'estinzione

«Lopinga achine» è una specie estremamente rara, tanto da essere inserita nella «lista rossa» dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). L'hatrovata il naturalista Silvio Scandolara che la cercava da tempo.
Lopinga achine, farfalla estremamente rara e in via di estinzione avvistata in Lessinia
Lopinga achine, farfalla estremamente rara e in via di estinzione avvistata in Lessinia
Lopinga achine, farfalla estremamente rara e in via di estinzione avvistata in Lessinia
Lopinga achine, farfalla estremamente rara e in via di estinzione avvistata in Lessinia

A dispetto del nome che la caratterizza in italiano, la «Baccante», è una farfalla che passa abbastanza inosservata nella semioscurità del bosco: è di media grandezza, ha le ali di colore scuro. In realtà la «Lopinga achine» è una specie estremamente rara, tanto da essere inserita nella «lista rossa» dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). Anche per questo il naturalista Silvio Scandolara la cercava da tempo in Lessinia e, con sua grande soddisfazione, l’ha trovata. 

L’ultimo avvistamento risaliva a sei anni fa da parte di Eugenio Pighi, capo progetto per il censimento delle farfalle del Veronese: l’ha segnalata il 20 giugno 2017 nella zona di Malga San Giorgio, a Bosco Chiesanuova; era la quarta osservazione nel giro di due decenni. Dettaglio che dice molto della rarità di questo lepidottero in via di estinzione in tutta Europa a causa sia del cambiamento climatico sia della distruzione degli habitat. Infatti la «Lopinga achine» è una «osservata speciale» in varie zone d’Italia, tra Piemonte e Friuli Venezia Giulia. Ad esempio a Brescia, con tre segnalazioni registrate in un unico areale; a Bolzano, dove è stato avviato un progetto per cercarla, che non ha avuto l’esito sperato.

Questa rara farfalla ha esistenza breve: «Ha una sola generazione all’anno. Difficile quindi vederla in volo dopo una ventina di giorni di vita da adulto», spiega Scandolara. In genere, svolazza tra la metà di giugno e luglio. In questo periodo, un anno fa, il naturalista ha iniziato a cercarla «tra i boschetti di Malga Porcarina e quelli a sud del Valon di Cima Trappola, ma senza esito. Ho esteso la ricerca alla val Fraselle e alla val Squaranto ma invano…», racconta. Nell’attesa, l’esperto l’ha studiata nel suo habitat naturale, in Friuli, dov’è notoria la sua presenza. Vola laddove è presente la festuca, il «Brachypodium sylvaticum», pianta nutrice del bruco; si muove tra salti rocciosi anche non molto alti, dorsali ventilate e piccole sorgenti d’acqua; predilige posarsi sul faggio o sul carpino, piante di cui sugge il nettare dei fiori. 

Sulle foglie di un carpino Scandolara è riuscito a immortalare il raro esemplare, dopo essere salito più volte in Lessinia centrale, in una località che resta segreta. Tanti incontri finché, ai primi di luglio, è arrivato quello sperato. Una mattina, racconta, «ho notato una farfalla di dimensioni abbastanza grandi, marrone ma non troppo scura. Volava in maniera piuttosto pesante e quasi goffa. L’ho seguita mentre volteggiava sui carpini, ignorando i fiori di campo. È lei, è lei, ho continuato a ripetere». Avvicinandosi con circospezione, movimenti lenti e passi cortissimi, ne ha avuto la certezza ed è riuscito a fissarne la bellezza in una serie di scatti. 

«Come membro del progetto Neptis del dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, ho redatto le osservazioni con foto e posizione GPS sul sito apposito. Ora la segnalazione è associata a tutti i progetti e censimenti locali, nazionali e internazionali in quanto la farfalla in oggetto è considerata a rischio estinzione», conclude il naturalista. Averla trovata ancora presente in Lessinia è una bella notizia, per esperti e non.

 

Marta Bicego

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