Ha vissuto buona parte della sua vita in uno scantinato milanese dove uno scrittore la teneva come «musa ispiratrice» e ora è mamma di cinque adorabili cuccioli, l'ultimo nato venti giorni fa al Parco Natura Viva dove vive dal 2010.
Si tratta di Wendy, una dolce bradipa di 16 anni, che a Bussolengo - insieme al compagno El Griso - ha dato vita a una nuova discendenza di bradipi didattili.
Mamma Wendy e il neonato stanno bene. Il piccolo è avvolto in un abbraccio che lo tiene al caldo e al sicuro, ben ancorato al ventre della mamma. Tra un paio di settimane inizierà a girovagare da solo e il team del Parco Natura Viva riuscirà a scoprirne il sesso e a studiarne la personalità e le inclinazioni.
Chissà se avrà preso più da papà El Griso o da mamma Wendy che è una bradipa esperta e sicura di sé e trascorre molto tempo sui rami più alti. Wendy ed El Griso sono tra le specie più lente al mondo e possono arrivare a dormire fino a 15 ore al giorno arrotolati tra un ramo e l’altro. Non avendo la possibilità di scappare di fronte ad anaconde, giaguari e ocelot, utilizzano questa posizione strategica che, insieme al colore marrone-verdastro della pelliccia, permette loro di mimetizzarsi perfettamente tra le foreste tropicali del Centro e Sud America.
«Questa nascita significa due cose per noi», spiega Caterina Spiezio, responsabile del settore ricerca e conservazione del Parco Natura Viva. «La prima è la conferma del fatto che con una giusta riabilitazione e molta pazienza, gli animali che hanno vissuto in condizioni non adatte possono tornare a condurre una vita adeguata alle loro esigenze. La seconda è che Wendy, i suoi 5 figli e i 3 nipoti nati in altre strutture europee, sono i fondatori di una nuova discendenza. Ovvero: sono i portatori di una linea genetica che non c’era prima nei nostri libri genealogici. E questo, aumenta la possibilità per questa specie di contare su una riserva importante qualora in natura ci sia bisogno del loro supporto».
Brasile, Colombia, Guyana, Perù, Venezuela e Bolivia: i bradipi didattili vivono tra le foreste più colpite dalla deforestazione e per questo, sono inseriti nella lista rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.
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