il caso

Cane chiassoso, di nuovo a giudizio la proprietaria

Protagonista una 52enne del Garda. Denunciata da due vicini per disturbo della quiete a causa del continuo abbaiare del suo pastore
Il pastore maremmano era già stato al centro di un procedimento
Il pastore maremmano era già stato al centro di un procedimento
Il pastore maremmano era già stato al centro di un procedimento
Il pastore maremmano era già stato al centro di un procedimento

Stesso cane, troppi latrati, nuovo processo. Torna in aula il pastore maremmano di un paesino dell’alto lago, già protagonista di un altro procedimento penale. O meglio torna in aula la sua proprietaria, una cinquantaduenne, accusata di disturbo della quiete pubblica da due vicini di casa.

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la donna non avrebbe impedito, attraverso idonei accorgimenti, «il continuo e sistematico abbaiare e latrare del proprio cane pastore maremmano-abruzzese, sia alla vista di passanti, che di veicoli, sia di notte che di giorno»: una vicenda partita nel luglio del 2018.

Il processo si è aperto ieri davanti al giudice Damiano Camplani: l’avvocato Paola Malavolta, difensore della proprietaria, ha fatto notare al giudice che la cinquantaduenne era già finita in aula lo scorso anno per l’accusa di disturbo della quiete pubblica, sempre per i latrati del cane e sempre nello stesso arco temporale.

Il vicino di casa, un professionista, aveva presentato alcuni esposti in Comune e al sindaco, lamentando che il latrare del cane gli rendeva difficile sia la concentrazione, sia il riposo. La cinquantaduenne, assistita dagli avvocati Luca Bonfante e Paola Malavolta, si era opposta al decreto penale di condanna ed era finita a processo, concluso con l’assoluzione.

Nel corso dell’istruttoria, infatti, era emerso che effettivamente il cane qualche volta abbaiava, ma che attorno vi erano anche tante altre case con cani e altri vicini, sentiti come testi, avevano negato di essere disturbati. Ieri il giudice Camplani ha deciso di procedere con il nuovo processo, scaturito dall’opposizione a un altro decreto penale di condanna per la denuncia presentata dal professionista e dalla moglie, assistiti dall’avvocato Emilio Marchiotto. 

Manuela Trevisani

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