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Le foto

La valle veronese ripopolata silenziosamente da una miriade di animali. «Si potrebbe farne un parco naturale»

La Val Tramigna di Silvio Scandolara

È un paradiso da scoprire il territorio dell’alta Val Tramigna per la ricchezza della flora e della fauna oltre che per il paesaggio. Eppure, questo fazzoletto di terra nel comune di Tregnago, che comprende contrada Cattazzi e si inoltra fino ai Rancani, meriterebbe maggiore attenzione secondo il naturalista Silvio Scandolara che è solito scandagliarla, “armato” di macchina fotografica, alla ricerca di rarità tra fiori e animali. 

Le caratteristiche della flora e della fauna della Val Tramigna

«Si tratta di una valle angusta e selvaggia, in cui le poche contrade sono in inesorabile spopolamento a causa dei sempre più scarsi servizi disponibili e la lontananza dai centri di fondovalle, dove ormai si concentra la maggior parte della popolazione», scende nel dettaglio. «L’agricoltura in prossimità dei crinali è vocata soprattutto alla coltivazione della vite, pochi privilegiano le coltivazioni di olivo e alberi da frutto, come ciliegio. I ripidi fianchi non consentono, se non a costo di forti investimenti, di strappare al bosco terreni idonei», spiega. 

Ma non lascia spazio alla rassegnazione. Con gli occhi di chi riesce a cogliere le particolarità della natura, Scandolara immagina per l’alta Val Tramigna un futuro diverso, «come parco naturale e in prospettiva come sito di interesse comunitario. Qui animali, uccelli, insetti e piante sono negli ultimi anni cresciuti di specie e numero poiché i disturbi arrecati dalle attività antropiche sono quasi irrilevanti». Caratteristiche apprezzate da chi si addentra nella natura a piedi o in bicicletta. Meno, a detta dell’esperto, «da quanti si spostano su rumorosissime moto da fuoristrada e quad, che spesso transitano anche se sono presenti segnali di divieto».

Complici alcuni scatti, il naturalista mostra gli animali selvatici che popolano il territorio: volpi, tassi, caprioli, scoiattoli, lepri. «Le volpi sono in buon numero. Le ho incontrate al mattino presto un paio di volte. Durante il giorno è molto difficile vederle, perché si rintanano aspettando il crepuscolo», spiega. «Quando il sole è già sceso sotto l’orizzonte, ma non è ancora buio, è uno dei momenti migliori per la caccia: cambia repentinamente l’intensità luminosa e il gioco di ombre favorisce gli agguati. In questi momenti purtroppo la fotografia è molto difficile da praticare».

Poi c’è il tasso, animale tipicamente notturno che va in letargo per un periodo piuttosto lungo. Lo descrive come un grande scavatore di tane: hanno sempre almeno due entrate, se non addirittura tre. «Non risulta aggressivo ma è meglio rimanere lontani. Consiglio che vale per tutti i selvatici», ricorda il naturalista. Più facile è imbattersi nei caprioli, il cui numero è aumentato negli ultimi anni. «Nella zona del Monte Bellocca lo si può incontrare con facilità. Il maschio, nel periodo dell’accoppiamento, emette un suono simile all’abbaiare di un cane. Se particolarmente nervoso e in presenza di femmine, anche se di rado, potrebbe inscenare un attacco puntando le corna». 

Ci sono gli scoiattoli: schivi in generale, diventano confidenti se in coppia: si possono cimentare in evoluzioni sui rami davvero spericolate e percorrono lunghi tratti “in aria” senza mai scendere a terra. «Una nuova specie importata e liberata per ripopolare i boschi, che si è trovata senza nemici naturali con una prolificità alta tanto da essere considerata infestante e pericolosa, è rappresentata dai cinghiali. Vengono organizzate battute di caccia anche in questa valle ma il loro numero non sembra diminuire. Pericolosi in tarda primavera inizio estate, quando i cuccioli sono osservati a vista dalle scrofe che non esitano ad attaccare». Altro piccolo mammifero che è riuscito a ritagliarsi un habitat è la lepre: «Visto l'ambiente piuttosto vasto e la zona boschiva alquanto impervia, vive tra zone a coltivi e boscaglia: è facile vederla in primavera nelle vicinanze di appezzamenti di erba medica e prati». E ogni volta, lascia intendere, è una meraviglia.

Marta Bicego

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