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Viaggiare dopo la pandemia: come cambiano le richieste

By Athesis Studio

La pandemia non ha solo modificato i nostri stili di vita, ma anche il modo di viaggiare. Perché sono cambiate le esigenze, così come le scale di valori. In effetti, l’Italia nel 2019 era tra i Paesi più visitati al mondo, e ha subito repentinamente una contrazione delle presenze di oltre il 60%. Rispetto alla crisi vissuta nel 2009, questa ha impattato sul settore turistico tre volte tanto.

Se nel corso di quest’anno ci si aspetta di tornare ai livelli pre-Covid, è anche vero che gli addetti ai lavori più attenti hanno capito che i modelli che funzionavano qualche anno fa vanno assolutamente modificati. L’emergenza, di fatto, ha portato alla crescita repentina di alcune micro-tendenze, costringendo le strutture a ridisegnare gli spazi e a rivedere le offerte.

Le tendenze turistiche post Covid

Tra le nuove tendenze turistiche post Covid ve n’è una che, senza dubbio, supera di gran lunga tutte le altre. Il turista analogico è ormai un ricordo, dopo la pandemia soltanto il 2% dei turisti non ha mai utilizzato Internet in qualche fase del proprio viaggio. Quindi è la digitalizzazione, in tutte le forme possibili, la protagonista assoluta. Da essa ne dipendono molte altre, che si stanno imponendo come necessarie.

In effetti, anche la richiesta di una maggiore igiene passa dall’automatizzazione di alcuni processi. Accanto campeggia la sostenibilità, una voce che non può essere tralasciata da nessuna struttura. Il nuovo viaggiatore è attento e preferisce monitorare il proprio impatto ambientale, fiero di contribuire a un nuovo modo di stare al mondo.

Le nuove esigenze dei turisti

Maggiore autonomia e maggiori spazi: se il settore alberghiero si sta organizzando con il self check-in e automatizzazioni su più fronti, il desiderio di libertà spinge molti a scegliere soluzioni maggiormente indipendenti, affidandosi a tour operator ben radicati sul territorio. Ne sono un esempio perfetto gli appartamenti vacanze in Puglia di Barbarhouse, che offrono moltissime soluzioni per tutte le tasche, ma soprattutto consentono di scegliere strutture con ampi spazi all’aperto e terrazzi esclusivi.

Flessibilità delle prenotazioni: alcuni sondaggi pongono l’accento sulla necessità di poter cancellare la prenotazione senza perdere i propri soldi. Un’opzione che incentiva l’organizzazione di un viaggio anche con largo anticipo. In effetti, seppure con una tariffa agevolata gran parte dei turisti preferisce avere la possibilità di cancellazione rispetto a un consistente sconto.

Assicurazione viaggio: se fino a qualche anno fa erano rare, oggi è molto più usuale stipulare una polizza in vista di un viaggio, soprattutto se importante o lungo. Dalla copertura di un eventuale annullamento alle spese sanitarie, dallo smarrimento dei bagagli o specificatamente relativa a una eventuale contrazione del Covid 19: le possibilità sono davvero tante e consentono una maggiore tranquillità nel corso del soggiorno, nonché in tutto il periodo che precede il viaggio.

Controllo vocale: nel solco della necessità di diminuire i contatti con le superfici questa possibilità offerta dalla tecnologia è sempre più apprezzata. Con il controllo vocale è possibile rivolgere richieste di informazioni alla reception, così come attivare l’accensione delle luci o degli apparecchi presenti in camera. L’innovazione permette di offrire una serie di servizi in modalità self-service, mantenendo una maggiore distanza e una igiene altrimenti difficile da gestire.

Il valore dell’outdoor: di qualsiasi struttura ricettiva si tratti, il turista post Covid predilige stare all’aperto. Che si tratti di un ristorante, della sala per la colazione oppure di uno spettacolo, la possibilità di poter fruire di alcuni servizi in uno spazio esterno ne aumenta il gradimento e la permanenza. Un dettaglio non di poco conto che ridisegna l’idea di accoglienza. Un obiettivo più facilmente raggiungibile in vista della bella stagione, che richiede maggiore impegno e attenzione.

Turismo locale: ad aver giovato particolarmente della crisi pandemica sono i viaggi di prossimità. Tra le ragioni alla base di scelte sempre più nazionaliste vi è la possibilità di poter viaggiare in auto. Da una recente ricerca è emerso che agli italiani non dispiace muoversi autonomamente e che una distanza di 6/7 ore non è ritenuta un problema, soprattutto se la motivazione è un viaggio di piacere. Inoltre, in Italia è più semplice restare informati su eventuali restrizioni e gestirle. Un particolare che dovrebbe neutralizzarsi presto con l’azzeramento delle stesse, ma che ancora aleggia tra le preoccupazioni di chi sta programmando la propria vacanza.