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mobilità sostenibile

Idrogeno e elettrico, gli investimenti di Autobrennero

By Athesis Studio

Il braccio di ferro che sta dividendo l’Europa sul provvedimento che decreta la fine delle nuove immatricolazioni di auto inquinanti dal 2035 racconta molte cose: dice della difficoltà di riconversione del tessuto industriale, rivela i timori di dipendere da alcuni Paesi per la produzione di batterie e l’estrazione di materiali necessari alla loro realizzazione. E svela anche l’impreparazione delle infrastrutture, spesso prive di impianti di ricarica. Tutto questo nonostante sia chiaro a tutti che il sole non sia molto lontano dal tramontare sul paradigma energetico fondato sugli idrocarburi fossili, la cui combustione dà origine a circa il 75% delle emissioni globali. 

Autostrada del Brennero però è consapevole del fatto che intuire i problemi prima che si palesino è fondamentale per proporre soluzioni efficaci. E così non si è fatta cogliere impreparata, iniziando ad investire in rinnovabili ancora agli inizi nel nuovo millennio. Già nel 2006 è entrata con una quota del 20% (in seguito incrementata dal 36,21%) nell’Istituto per Innovazioni Tecnologiche di Bolzano, impegnato nella creazione di un background industriale per la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili. Grazie agli sforzi comuni nel 2014 è nato a Bolzano sud il primo centro in tutta Italia di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno verde. Verde perché per generarlo utilizza l’energia idroelettrica della centrale di Cardano. Ma l’impegno di Autobrennero sul fronte delle rinnovabili e della sostenibilità non si ferma qui: a fonti rinnovabili si affideranno anche gli altri cinque impianti a idrogeno che il piano per la mobilità sostenibile di A22 ha previsto di mettere in piedi al Brennero, Trento (aziendale), Rovereto, Verona nord, dove si punta a sfruttare l’eolico e Campogalliano e che, è notizia di qualche giorno, fa rientrano nella graduatoria dei 36 impianti  che verranno finanziati in Italia con i fondi del Pnrr. Si tratta di uno dei tasselli, assieme agli investimenti in digitalizzazione, elettrico e fotovoltaico, e intermodalità attraverso i quali l’A22 punta a diventare il primo Green Corridor d’Europa, ossia la prima autostrada a zero emissioni.

Autobrennero ha dunque agito con lungimiranza: senza stazioni di rifornimento, è evidente, questo vettore energetico non riuscirà ad aprirsi un varco nel mercato. Eppure è una fonte energetica con più di un asso nella manica: sulla Terra non esistono giacimenti di idrogeno molecolare, per produrlo bisogna impiegare energia. Ovviamente per ottenere idrogeno verde è necessario utilizzare energia pulita come il sole, l’acqua, il vento o la biomassa. E queste si trovano in ogni punto del pianeta, rendendolo geopoliticamente vincente. Inoltre risulta più performante dell’elettrico per il comparto del trasporto merci: con i suoi ridotti tempi di ricarica e l’assenza di batterie ingombranti come quello che giocoforza si rendono necessarie per rifornire un tir, potrebbe essere il candidato ideale per rendere davvero green il traffico pesante. Che, non dimentichiamolo, viaggia ancora per l’85% su gomma. Un pieno si effettua in venti minuti e offre al mezzo pesante un’autonomia di circa 400 chilometri.

Nei suoi primi otto anni di vita il centro di Bolzano ha fatto la sua parte: sono state infatti ben 2.140 le tonnellate di Co₂ risparmiata all’ambiente grazie ai 164.623 kg chilogrammi prodotti che hanno alimentato autovetture e autobus, consentendo loro di percorrere 3,1 milioni di chilometri emettendo come scarto finale dell’intera filiera innocue nuvolette di vapore acqueo.

Ma l’impegno di A22 è di lungo corso anche sul fronte degli altri vettori energetici. Le prime colonnine elettriche sull’asse furono installate infatti alla fine del 2015. Lo scorso anno se ne contavano già 57: cifre molto elevate se paragonate a quelle di altre autostrade italiane. Quest’anno se ne rilevano 76 e l’obiettivo, è quello di posizionare, nei prossimi 3 anni, almeno 15 altri punti di ricarica ultracharger per arrivare al 2035, non a caso l’anno che potrebbe sancire l’arresto della produzione delle auto a combustibili fossili, ad avere un’infrastruttura con un centinaio di impianti di ricarica ultra veloce. Gli impatti positivi sull’ambiente sono tangibili: il totale dei kWh erogati nel 2022 è stato di 1.860.000 rispetto ai 1.167.897 del 2021, con un corrispettivo di 4.120 tonnellate di CO₂ non immessa nell’ambiente rispetto alle 2.588 tonnellate dell’anno prima.

L’attenzione della Società verso la mobilità green proseguirà poi con la realizzazione di due nuove stazioni di distribuzione di metano liquido, il Gnl, per rispondere al trend di diffusione dei mezzi pesanti alimentatati in questo modo. Il Gnl è infatti un prodotto a basso impatto ambientale che azzera le emissioni di particolato e abbassa notevolmente anche quelle di CO₂, raddoppiando le percorrenze rispetto ai mezzi alimentati a Gnc. Completano il quadro degli interventi prettamente dedicati alle rinnovabili la programmazione di nuove barriere fonoassorbenti integrate da impianti fotovoltaici, come quella che corre lungo il nastro autostradale nei pressi di Isera, in provincia di Trento. Un’opera che assolve a due funzioni ecologiche al contempo: protegge il paese dai rumori e produce energia pulita a servizio del territorio. Lo scorso anno sono stati infatti 820.000 circa i kWh prodotti.