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Si sposano ma dicono no a casa e auto I loro soldi spesi a esplorare il mondo

Alessandra Speri e Stefano Urbinati in yurta in Kirghizistan
Alessandra Speri e Stefano Urbinati in yurta in Kirghizistan
Alessandra Speri e Stefano Urbinati in yurta in Kirghizistan
Alessandra Speri e Stefano Urbinati in yurta in Kirghizistan

Dieci i mesi passati fuori dall’Italia, tredici i Paesi visitati, 41 mila i chilometri percorsi via terra. Sono i numeri del viaggio di Alessandra Speri, di San Giorgio in Salici, e di suo marito Stefano Urbinati, marchigiano d’origine, che hanno deciso di investire i loro risparmi nella conoscenza del mondo e delle altre culture. Dopo essersi sposati, Alle e Urbo – questi i loro soprannomi – hanno rinunciato a comprare macchina e casa, e sono partiti per realizzare il loro sogno: visitare lentamente il Sud-est asiatico, l’Asia centrale e il Sud America. Fedele compagno di viaggio è stato il loro blog (https://wearelocalnomads.com/), dove hanno raccontato e condiviso le loro tappe, le loro foto e le loro emozioni. Obiettivo dei resoconti postati online è anche quello di rendere la loro esperienza un’utile bussola di viaggio, che possa «aiutare altri viaggiatori ad orientarsi nell’organizzazione della propria esplorazione, per potersi “perdere” nelle altrui culture con un pizzico di consapevolezza in più». Hanno iniziato con Filippine, Vietnam, Myanmar, India, per poi visitare gli Stan, e precisamente Kazakhstan, Kyrgyzstan, Tajikistan, Uzbekistán, e infine passare dall’altra parte del mondo, in Argentina, Bolivia, Perù, Ecuador e Colombia. Il costo complessivo del viaggio è stato di 12 mila euro: «Avendo lavorato entrambi continuativamente per i dieci anni precedenti, e avendo rinunciato a comprare per il momento casa e macchina, è stata decisamente una spesa fattibile. C'è voluto solo un po’ di coraggio per buttarci!», raccontano i due. Hanno cercato di viaggiare in maniera lenta, attenta a ciò che li circondava. Fin dalla partenza, avevano deciso che il loro sarebbe stato un viaggio di incontri: «Per noi era importante capire come sono e come vivono realmente le persone». Per questo si sono dati il tempo di conoscere la gente dei diversi luoghi che attraversavano, anche a costo di rimanere qualche giorno in più nello stesso posto. I Paesi che li hanno stupiti di più, proprio per l’umanità delle persone, sono stati quelli dell’Asia centrale. Di quella zona ricordano l’ospitalità: «Diverse volte siamo stati invitati a pranzo o a cena a casa da sconosciuti, se non addirittura a pernottare da loro, e talvolta abbiamo accettato. Siamo stati persino invitati a ben due matrimoni, riuscendo a partecipare solo a uno». Tanti sono gli aneddoti che Alessandra e Stefano conservano fra i ricordi di questa avventura: ad esempio, quando, attraversando Kyrgyzstan e Tajikistan in autostop, sono rimasti bloccati fra i due Paesi, a quota 4.700 metri, e hanno scoperto che da quel confine passano solo due o tre macchine al giorno; o quando, in Myanmar, in sella ad un motorino noleggiato per spostarsi da Mandalay a Bagan, si sono trovati nel bel mezzo del Thingyan, la tradizionale festa dell’acqua, inondati dai locali che poi, dopo averli inzuppati per bene, li invitavano a ballare con loro. Ora i due viaggiatori sono rientrati in Italia ma ci resteranno ancora per poco. Infatti, ad agosto si trasferiranno in Danimarca, dove Stefano ha ricevuto un’offerta di lavoro e dove li attende una nuova esperienza vita insieme. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Federica Valbusa

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