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Pacco regalo per Trump firmato da Gambarin

L’opera di Gambarin esposta in un negozio di Verona DIENNEFOTO
L’opera di Gambarin esposta in un negozio di Verona DIENNEFOTO
L’opera di Gambarin esposta in un negozio di Verona DIENNEFOTO
L’opera di Gambarin esposta in un negozio di Verona DIENNEFOTO

Nuova performance per l’artista Dario Gambarin, noto a livello internazionale per le sue land art. Questa volta però, anziché con una nuova opera realizzata con l’aratro sui terreni di famiglia alle porte di Castagnaro, l’eclettico ex avvocato, che è anche pittore e musicista, ha voluto concentrarsi – come solitamente fa nel suo studio di Bologna, sua città d’adozione – su un altro tipo di proposta artistica, pur ispirata sempre ad un personaggio e ad un evento di portata mondiale. Si tratta infatti di un’installazione – esposta da ieri nel negozio «Il pianoforte» di vicolo San Silvestro a Verona - che Gambarin ha significativamente intitolato «Il grano di Trump». L’opera consiste in una scatola di cartone, di 65 centimetri per 42, che sul lato frontale riporta l’immagine della land art con il volto del presidente degli Stati Uniti creata dall’artista nell’ottobre 2016, in piena campagna elettorale. Sul retro, invece, è riprodotta la fotografia dello stesso campo con il grano in fase di crescita. L’interno di questa sorta di «pacco regalo», come lo definisce lo stesso artista, appare invece riempito del prezioso cereale.

«Il grano», spiega Gambarin, «è simbolo di rinascita. Allude al ciclo della vita, al passaggio dell’anima dall’ombra alla luce. Ma è anche un dono della terra, capace di soddisfare la fame dei popoli. Ecco perché l’ho voluto unire al volto di Donald Trump, che in questo momento è tra i protagonisti più attesi al G7 in corso a Taormina». «La mia», rimarca l’artista, «è un’opera concettuale, potrei dire anche di auspicio, visto che ciò che tutti ci auguriamo è che, con questi negoziati, Trump possa impegnarsi in un reale cambiamento di rotta per il raggiungimento concreto della pace. È ciò che abbiamo intravisto tutti in questi giorni sia nel colloquio in Cisgiordania con il leader palestinese Abu Mazen, sia con papa Francesco al quale Trump ha rivolto l’ormai celebre frase: non dimenticherò quello che mi ha detto». Ma perché esporre questa installazione su un pianoforte e circondarla poi di partiture di Vivaldi, Bach e Mozart? «Un locale come questo dove c’è suono e si produce arte», conclude Gambarin. «mi fa pensare non solo alla mia essenza di musicista, ma mi rimanda alla speranza, incarnata dal principe Miškin ne “L’Idiota” di Dostoevskij, che è la bellezza che salverà il mondo». E.P.

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