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A LA VERONA NOIR

Omicidio Bellucci,
dopo oltre 3 anni
parla il padre di Lucia

di Alessandra Vaccari
A la Verona Noir l'omicidio di Lucia Bellucci
A la Verona Noir l'omicidio di Lucia Bellucci
La Verona Noir - Il caso Ciccolini

«Se possibile il tempo peggiora le cose. Vai avanti, devi vivere, ma sopravvivi, il dolore resta fortissimo. Siamo circondati da tanto affetto, ma non basta. Quello che abbiamo vissuto e continuiamo a vivere non ha parole».

A parlare è Giuseppe Bellucci, il padre di Lucia, la giovane estetista ammazzata a coltellate dal suo ex fidanzato il veronese avvocato Vittorio Ciccolini.

Era il 9 agosto 2013 Lucia, che dopo la fine della storia con Ciccolini si era rifatta una serenità accanto al suo nuovo amore, un medico catanese, aveva accettato di avere un incontro chiarificatore con l’ex fidanzato e i due avevano cenato al ‘Mezzosoldo’, un ristorante chic di Spiazzo in Val Rendena, lungo la strada che porta a Campiglio. Usciti dal locale della ragazza non si seppe più nulla, fino al ritrovamento del suo corpo, senza vita, tre giorni dopo a Verona, all’interno della Bmw ci Ciccolini, parcheggiata in garage.

Per quel delitto in Appello, Ciccolini venne condannato a trent’anni di carcere.

 

Stasera, dalle 21, a La Verona noir, Silvia Beltrami che conduce e Alessandra Vaccari ripercorrono la storia di Lucia e raccontano le storie di altre donne sopravvissute alla brutalità dei loro compagni. In collegamento telefonico il padre di Lucia che faticosamente torna a parlare.

«Ho quasi l’impressione che più si parla di femminicidi, più ne vengano commessi, quasi che il male si auto alimentasse, ne discutiamo a volte anche con mia moglie, ed è dello stesso parere». E alla domanda se pensi mai a Ciccolini la risposta è lapidaria: «Soltanto quando ci sono carte processuali da visionare». In studio il capitano Giuseppe Guzzini, comandante della sezioni investigativo scientifiche dei carabinieri e il maresciallo aiutante Mirko Benetti, che arrestò Ciccolini. E anche Giulia, una donna vittima di violenza da parte del compagno, Tiziana Cargnelutti, reponsabile del centro Petra e lo psicologo Andrea Pasetto, che segue gli uomini che «agiscono violenza».

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