<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Consiglio regionale

Zaia: «Ho deciso io i tamponi a Vò. La denuncia a Crisanti? Non c'è». Opposizione critica

Zaia in consiglio regionale
Zaia in consiglio regionale
Zaia in consiglio regionale
Zaia in consiglio regionale

 

«Quella sera sono stato io a decidere i 3.500 tamponi a Vò» dopo la morte di Adriano Trevisan. Lo dice il presidente del Veneto Luca Zaia parlando davanti alla quinta commissione del Consiglio Regionale sulla seconda ondata del Covid, come richiesto dalle opposizioni. «Quella sera - ricorda - si decise di fare i tamponi a tutti, mettendo le tende davanti all’ospedale e facendo di Schiavonia un ospedale Covid». Zaia si attribuisce un merito: «il sottoscritto dovette chiedere le scuole - sottolinea - i teatri, il Carnevale che era in corso». Al professor Andrea Crisanti, sostiene il Governatore, «va il merito della macchina per fare i tamponi».

«È una settimana che sentiamo parlare di una denuncia. E che c’è gente che va in giro a fare raccolta di firme all’università per la denuncia. Mi chiedo: ma l’Accademia almeno si informerà prima se c’è una denuncia? Non la vuol fare nessuno. Scusate, però capite: a tutto c’è un limite«. Così il presidente del Veneto Luca Zaia, , durante un’audizione in Commissione., ha replicato ai consiglieri regionali sull’esistenza di una denuncia presentata dalla Regione contro il prof. Andrea Crisanti.

 

LA NOTTE DI VO' EUGANEO

«La sera della riunione, ormai lo sapete, perchè l’ho detto un miliardo di volte, ma c’è ancora qualcuno che non l’ha capito nei meandri della stupidità umana, quella sera io ho deciso, contro il parere del tavolo, contro il parere del tavolo che si era riunito, di praticare i 3500 tamponi a Vò». Lo sottolinea il Presidente del Veneto Luca Zaia ripercorrendo le tappe delle decisioni prese sul Covid dall’esecutivo davanti all’assemblea dei consiglieri veneti. Una azione presa «contro il parere del tavolo - rimarca - perchè giustamente la dottoressa Russo mi disse: ’ma, scusi, l’Oms non dice di fare i tamponi a tutti gli asintomatici, ma di farli solo a coloro che hanno sintomi e quali erano quelli con i sintomi?’» L’esito della decisione di Zaia fu che «quei tamponi riscontrarono la bellezza di 88 o 83 positivi asintomatici che noi andammo a isolare nelle loro abitazioni e che poi nei 10 giorni di isolamento erano una decina, allora, una decina di giorni dopo, si negativizzarono». Il Governatore ricorda che quelle «furono le prime fasi delle decisioni, furono le fasi nelle quali il sottoscritto dovette decidere di chiudere le scuole, di chiudere le chiese, i teatri, di chiudere il carnevale che era in corso, tanti dicono, gli esperti, no, quelli che sanno sempre tutto; tanti dicono: ah, ma io so come si fa. Qualcuno ancora oggi non riesce a spiegare - aggiunge - per quale motivo il virus è entrato nella stessa giornata a Codogno e in Veneto». Con le piazze piene col Carnevale di Venezia «abbiamo sospeso il lunedì - puntualizza Zaia - perchè poi martedì non si è più fatta la chiusura, non abbiamo avuto gli esiti degli altri territori e così parte il virus con Vò».

 

 

 

 

«DENUNCIATEMI»

Si è rivolto poi all'opposizione: «Siamo tutti pagati, voi quanto me, dai veneti per fare il nostro mestiere, giusto? Io dico: se siete così convinti, dopo questo Consiglio regionale, che ci sia qualcosa di illegale, qualcosa, comunque, che è stato gestito in maniera maldestra, che ravveda responsabilità personali, individuali del sottoscritto, dell’assessore, di qualche tecnico, metteteci la faccia una volta: andate in Procura e fate una denuncia. Almeno chiariremo una volta per tutte la verità . Noi non abbiamo nulla da nascondere e non ci sentiamo neanche nella condizione di essere trattati come dei lazzaroni o di poco di buono. Io non vengo qua nè a giustificarmi e nè a farmi processare, ma vengo qua a dirvi come è stata questa storia».

Zaia aggiunge: «noi ci mettiamo la faccia tutti i giorni perchè prendiamo decisioni. Sono decisioni codificate, comunque sancite dalla legge, perchè i miei tecnici sanno che la mia parola d’ordine è sempre una, la legalità». «A me quelli che giocano la schedina lunedì mattina mi fanno sorridere: non è facile gestire questa tragedia, mai avrei pensato da amministratore di trovarmi davanti a questa tragedia - conclude - . Non sto facendo il patetico e neanche la vittima, vi sto dicendo lo stato d’animo che ho coltivato in questi mesi.

 

L'OPPOSIZIONE: «L'OSTE DICE CHE IL VINO E' BUONO»

«Oggi abbiamo sentito dall’oste che il vino è buono, e non ci potevamo aspettare niente di diverso, ma purtroppo il tema è un altro: il vino è aceto. I dati ci mostrano che il Veneto, tra ottobre e gennaio, ha avuto un andamento totalmente al di fuori di qualsiasi aspettativa». Lo ha sostenuto il portavoce dell’opposizione al Consiglio regionale del Veneto, Arturo Lorenzoni, replicando in Commissione al presidente Luca Zaia.

«I deceduti della pandemia in Veneto - ha ricordato Lorenzoni - al 28 aprile sono stati 231 per 100.000 abitanti, contro una media nazionale di 200. Siamo una delle Regioni che ha avuto un’incidenza del contagio più alta, la più alta tra le Regioni grandi, e noi vogliamo dare una spiegazione a questo. Penso che sia un diritto di tutti cercare di fare chiarezza su questo, dobbiamo cercare di dare una risposta. Mi riferisco a scelte politiche, non a scelte tecniche - ha concluso - data la grande stima e rispetto che ho per le competenze tecniche».

 

Leggi anche
Diffamazione alla sanità veneta, 40 scienziati in difesa di Crisanti

 

Suggerimenti