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Gli aggiornamenti

Tacconelli: «Dicembre una catastrofe. Ora con monoclonali e vaccini vediamo la fine del tunnel»

Elivra Tacconelli in conferenza stampa
Elivra Tacconelli in conferenza stampa
Zaia, punto stampa del 19 marzo 2021

Il presidente della regione Luca Zaia dalla sede della protezione civile di Marghera aggiorna sulla situazione del coronavirus in Veneto.

Con lui la dottoressa Evelina Tacconelli, medico  direttore del reparto di malattie infettive dell'azienda ospedaliera di Verona.

 

I DATI

1.900 positivi circa in 24 ore, 4,33% l'incidenza sul totale dei tamponi. 1829 i pazienti ricoverati (+8), dei quali 219 in terapia intensiva (in terapia intensiva 289 quelli non covid). 23 i decessi.

Zaia: «Timido calo dell'R-t (1,25), abbiamo 245 positivi su 100.000 abitanti».

 

MONOCLONALI E VACCINI

Tacconelli: «Siamo con la Germania l'unico paese ad avere approvato gli anticorpi monoclonali per le cure. Per capirci sono gli stessi che si dica abbia usato Trump. Se riusciamo a darli entro i primi 4-5 giorni, diamo una grande possibilità di non essere ospedalizzati. A Verona ci siamo organizzati rapidamente: i medici di base ci possono contattare 24 ore su 24 ore e facciamo la terapia ai pazienti. L'obiettivo è di fare venti somministrazioni al giorno. La somministrazione dura un'ora e poi il paziente rimane in osservazione per un'ora. Poi entro quattro settimane il medico chiude la cartella e ci comunica come è andata la terapia. I pazienti sono quelli con più di 12 anni e almeno un sintomo, in presenza di tampone positivo. Se hanno fragilità di salute (diabete, obesità, dialisi...) , possono accedere immediatamente agli anticorpi monoclonali. Spero di poter sperimentare anche su chi non ha sintomi, l'anticorpo monoclonale dovrebbe ridurre la possibilità di trasmettere il virus».

«Se avessi deciso io, i vaccini li avrei dati alle donne over 75 e agli uomini over 65. Questa ondata è diversa perché nelle Rsa i soggetti sono stati vaccinati. E' stato un grande successo. Ci sono meno soggetti a rischio che possono andare incontro alla malattia. Se tutto questo viene fatto in modo ottimale, noi con l'estate potremmo chiudere quasi completamente il covid, anche se qualche posto nelle malattie infettive dovremo tenerli. Guardiamo a chi sta meglio: in Cina non ci sono più casi. Dicembre è stato un incubo, il mese peggiore della mia vita, ma ora io la vedo la fine del tunnel. Quello che abbiamo creato con il covid dev'essere la base per migliorare la sanità. Se i programmi di vaccinazione continuano, se usiamo gli anticorpi monoclonali e altre terapie che sembrano estremamente promettenti, ad ottobre avremo ancora dei piccoli cluster ma non sarà la situazione di emergenza di adesso».

«Abbiamo un ottimo sistema sanitario. Quello che dobbiamo fare ora è trattare tutti i pazienti che ne hanno bisogno».

«Usare un antinfiammatorio dopo AstraZeneca? E' stato consigliato, ma io non lo farei: al momento non ci sono evidenze che serva. Va usato un antipiretico se ci sono sintomi, non a livello preventivo. O sui vaccini ci crediamo, o non ci crediamo. Lo studio sulle varianti è essenziali per capire se creano dei sintomi diversi, ma al momento ci risulta che i vaccini difendano da tutte. L'importante è che il vaccino impedisca di ammalarsi: ci sono dei vaccinati positivi ma senza sintomi».

«Sono preoccupata che i ragazzi oggi non si possano abbracciare, ma penso sarà veloce tornare a quello che c'era prima».

 

PARLA ZAIA

«AstraZeneca, mi vaccinerò quando toccherà a noi».

«Stiamo valutando un'ordinanza per vietare l'accesso alle seconde case da fuori regione, ma abbiamo molta delicatezza verso chi ha scelto il Veneto come seconda casa: soppeseremo bene questa scelta».

 

Riccardo Verzè

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