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L'intervista

Zaia: «Il problema scuola c'è, lo dicono i dati. Sulla chiusura decida Draghi»

Luca Zaia
Luca Zaia
Luca Zaia
Luca Zaia

Il Governatore del Veneto Luca Zaia, in un’intervista al Corriere della Sera, fa appello «al presidente Draghi affinché valuti con la sua obiettività scevra da retaggi ideologici l’apertura o la chiusura delle scuole, l’obiettivo deve essere la salute».

 

Il Cts ha sancito la chiusura nelle zone rosse e nelle aree in cui i contagi superino i 250 casi ogni 100 mila abitanti: «Quel parere l’avevo chiesto io - spiega - però, il Cts ammette la relazione tra scuole e contagi, con la previsione di chiudere da qualche parte. Ma il problema c’è o non c’è? Pensare che si possa chiudere a macchia di leopardo, sapendo che il virus non conosce confini, alla fine ci porterà a chiudere ovunque. Meglio una chiusura breve ora che un’agonia trascinata per settimane».

 

I dati epidemiologici «ci parlano di una situazione sotto pressione e, anche se in Veneto dal primo di gennaio si è in calo di ricoverati, basta guardarsi in giro» sottolinea Zaia, che alla prima riunione della Conferenza Stato Regioni con il nuovo governo, ha posto alcune questioni, come quella che «apertura, chiusure e restrizioni siano dettate dalla comunità scientifica». La scuola «rischia di diventare il punto di snodo per portare l’infezione da una famiglia all’altra. Senza colpe, ma i ragazzi rischiano di essere i vettori del contagio. La riapertura delle scuole ha aumentato i contagi. lo dicono i numeri».

 

Il discorso della chiusura potrebbe riguardare anche elementari e medie: «Qualora fossero pienamente garantiti i congedi parentali e i bonus baby sitter, bisognerebbe fare un ragionamento più generale. Se chiudono le scuole superiori, il problema non c’è, i ragazzi possono badare a loro stessi».

 

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