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L'annuncio per il Veneto

L'ordinanza: tamponi dai medici di base. Zaia: «Sanzioneremo chi si rifiuta»

Una paziente dal medico di base
Una paziente dal medico di base
Una paziente dal medico di base
Una paziente dal medico di base

Dalla protezione civile di Marghera la conferenza stampa del presidente del Veneto Luca Zaia sulla situazione del coronavirus nella regione.

 

I DATI

2.697 i nuovi positivi, 908 i ricoverati in area non critica, 127 in terapia intensiva.

«Siamo in fase tre (ecco come funzionano le 5 fase della regione Veneto): le aree non critiche ci sono già, le terapie intensive ci arrivano a 150 occupati. Non c'è un'impennata di ricoveri. Abbiamo attivato i dieci ospedali covid, subiranno un rallentamento gli interventi non urgenti, ritardi che speriamo di limitare».

«Più del 70% dei contagi ha meno di 60 anni. Le fasce meno colpite sono quelle molto basse e molto alte: bambini piccoli e anziani».

 

L'INVITO

«Spero che dolcetto e scherzetto stasera non si faccia. So che è un sacrificio, ma bisogna restringere le frequentazioni. Vengono ricoverate anche persone giovani».

 

ORDINANZA PER I TAMPONI NEGLI STUDI DEI MEDICI

Accordo con i medici di base per i tamponi rapidi in studio.

L'esito di tampone rapido positivo fatto dal medico di medicina generale ha valore anche per l'Inps per la quarantena.

«Spero che magari i comuni mettano a disposizione degli spazi. Speriamo di fare lo stesso accordo con i pediatri. Contiamo di metterli a regime a breve. Sarà la regione a mettere a disposizione i tamponi. Per i medici aderire è obbligatorio: versiamo 18 euro per tampone in studio e 12 euro per tampone effettuato fuori. Il cittadino non paga nulla. Nulla vieta che il medico vada direttamente a casa. Il Sisp continuerà a gestire le attività di screening (negli ospedali, nelle case di riposo o, ad esempio, nei contatti di positivi a scuola. I medici non volevano l'obbligatorietà, ma in questo momento non potevamo fare altrimenti»

 

 

 

ORDINANZE E FUTURI

«Con il 75% di didattica a distanza il problema dei trasporti pubblici, ma per il futuro servono finanziamenti. Nei prossimi giorni potrebbero esserci altri provvedimenti per limitare il contagio».

 

LA SITUAZIONE DELLE TERAPIE INTENSIVE

Paolo Rosi, Direttore della U.O.C. Centrale Operativa SUEM: «Grazie ai medici intensivisti, che curano i pazienti ma riescono anche a darci i dati sulle presenze in ospedale. Ad oggi la crescita è costante».

«Terapia intensiva: il 30% dei ricoverati ha meno di 60 anni. Un 30% ne ha fra i 60 e i 70 e un 30% fra i 70 e gli 80. Il resto ultraottantenni. Dati diversi rispetto alla prima ondata»

«C'è una riduzione della mortalità in terapia intensiva, dovuta anche all'età media inferiore rispetto alla prima ondata e alla maggiore conoscenza del virus da parte dei medici».

«In terapia intensiva non sono tutti intubati.».

«Nelle terapie intensive c'è ancora margine, ma ci vuole attenzione e il massimo utilizzo del personale: in molte situazioni è stato e sarà necessario sospendere le ferie. C'è comunque la preoccupazione che non si vada oltre certi valori».

 

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