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La lettera della Regione Veneto

Virus e scuola «No al tampone per ogni raffreddore»

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Secondo il Veneto, ai pediatri serve più margine di scelta sui tamponi. COLORFOTO
Secondo il Veneto, ai pediatri serve più margine di scelta sui tamponi. COLORFOTO
Secondo il Veneto, ai pediatri serve più margine di scelta sui tamponi. COLORFOTO
Secondo il Veneto, ai pediatri serve più margine di scelta sui tamponi. COLORFOTO

La scuola è iniziata da poco e per il Veneto serve correggere il tiro su alcuni punti delle linee guida nazionali, altrimenti si rischia il caos. Si tratta di una posizione condivisa anche da altre Regioni. E così nei giorni scorsi da Venezia, capofila di tutte le Regioni in tema di prevenzione al tavolo dell'emergenza sanitaria per il Covid-19, è partita una lettera inviata al Ministero della Sanità e all'Iss, istituto superiore di sanità. Obiettivo: lasciare più margine di discrezionalità, di scelta ai pediatri davanti a un paziente che presenta i sintomi del Covid-19 come un comune raffreddore, mal di gola o febbre e tosse.

 

A spiegare meglio il quadro è il presidente neo rieletto, Luca Zaia, ieri a margine di una iniziativa a Jesolo: «Chiediamo di rivedere un passaggio delle linee guida dell'Iss legate alla scuola. Quello che, in pratica, dice ai pediatri che, davanti ad un paziente con possibili sintomi Covid, deve far eseguire il tampone». La richiesta che parte dal Veneto, Zaia ci tiene subito a precisare, non è dettata da questioni organizzative. «Non c'è un problema operativo o di approvvigionamento. Qui i tamponi ci sono: in magazzino abbiamo una scorta da 700 mila test molecolari e di quasi 500 mila di quelli rapidi». E dunque il problema dove sta? «Sta nel fatto che, stando così le cose, ad oggi - continua Zaia - ad ogni raffreddore è un tampone. Ora, capiamo la psicosi della gente. Ma il guaio è che questa è una norma. Insomma, il dubbio diagnostico è giusto che ci sia, ma lo deve esprimere il pediatra che conosce il suo piccolo paziente. Un paziente che, magari, è soggetto a bronchitine ricorrenti durante l'anno. Quindi quel soggetto che fa in un inverno 5 raffreddori e 3 bronchiti non può essere sottoposto a 15 tamponi».

 

Su questo fronte anche l'assessore uscente alla sanità e rieletta, Manuela Lanzarin, (resta operativa fino alla proclamazione dei nuovi eletti) capisce che la situazione è delicata. «In questo momento i pediatri hanno le mani legate per la direttiva dell'Iss perché scritta com'è non lascia molta discrezionalità. Abbiamo chiesto che venga rivalutata la possibilità di dar maggiore spazio alla decisione dei pediatri di fare il tampone o meno, in base alla conoscenza anche del loro paziente». Non solo. Nei giorni scorsi, il Veneto, sempre come capofila delle Regioni, è tornato a ribadire al tavolo del Ministero la necessità di ridurre l'isolamento da 14 giorni a 7». 

Cristina Giacomuzzo

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