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La circolare

Vaccini, in Veneto
chi non è in regola
«salvo» per 2 mesi

La circolare
La somministrazione di una dose di vaccino
La somministrazione di una dose di vaccino
La somministrazione di una dose di vaccino
La somministrazione di una dose di vaccino

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha un po’ cambiato il suo mantra in questi giorni, generalizzando: «I bimbi non vaccinati non finiranno l’anno scolastico». L’ormai famosa data del 10 marzo - termine entro cui era stato annunciato che i piccoli da 0 a 6 anni sarebbero stati lasciati a casa se non in regola con la profilassi - slitta al 30 aprile per il Veneto. Insomma, i genitori hanno 40 giorni in più per mettersi in regola. Ma non è una concessione del ministero o una decisione politica per accogliere gli appelli dei sindaci, di Roma come di Vicenza, e dare continuità scolastica ai minori. No. Si tratta di un adeguamento tecnico che vale per poche Regioni, tra cui appunto il Veneto. Per le altre il termine resta il 10 marzo. Ecco perché.

 

GLI ADEMPIMENTI. La legge 148 del 16 ottobre 2017 in estrema sintesi punta ad aumentare il numero dei bambini vaccinati: se non si è in regola con la profilassi la pena è la non ammissione in classe dopo il 10 marzo (per nido e materne anche private) o le sanzioni economiche (per le scuole primarie e secondarie). Per diventare operativa questa norma necessita di un provvedimento del Governo che Regioni, Ulss, Uffici scolastici aspettavano ormai con ansia. La circolare è arrivata in zona Cesarini, martedì, emessa da due ministeri: Salute e Istruzione. Nel documento si spiegano le tappe per adempiere alla legge. Ma qui i percorsi si distinguono tra le Regioni che hanno un’anagrafe vaccinale informatizzata e quelle senza. Contrariamente a quanto ci si potesse aspettare, per quei territori sprovvisti del registro è tutto più semplice e noto. E cioè: con una copia del libretto vaccinale timbrato o l’attestazione dell’Ulss si è in regola. In alternativa può andare bene l’appuntamento in Ulss per la vaccinazione. Questi certificati dopo il 10 marzo rappresentano il «requisito per continuare a frequentare», si legge. Chi non ha prodotto nulla, resta iscritto, ma non sarà ammesso al nido o all’asilo.

 

IL CASO VENETO. Cosa succede invece in Veneto? Qui la situazione si complica perché è una delle poche Regione con un’anagrafe ad hoc. Vuol dire che le fotocopie dei libretti vaccinali portati alla segreteria degli istituti non servono più: Ulss e scuola ora dialogheranno tra loro per identificare chi non è in regola. Lo spiega la nota di accompagnamento alla circolare che la Regione ha spedito ai dirigenti scolastici e Ulss in tutta fretta l’1 marzo per spiegare come muoversi. Entro il 2 marzo, ieri, le scuole, comprese le private, dovevano inviare alle Aziende sanitarie gli elenchi degli iscritti. Entro il 10 marzo queste dovranno rispondere definendo l’elenco dei bimbi «passibili di allontanamento» con le indicazioni di quelli non in regola coi vaccini. «Visti i tempi ristretti - si legge - in prima i stanza si darà priorità ai bimbi dai 0 ai 6 anni».

In questa fase il Veneto non intende fornire l’elenco dei minori in lista di attesa nelle Ulss per la profilassi. «Questo perché - spiegano da Venezia - i modi per prendere appuntamento sono molti. E il rischio è di creare confusione». Entro il 20 marzo, poi, i dirigenti scolastici dovranno scrivere ai genitori dei bimbi inseriti nella lista dell’Ulss e informarli di non essere in regola. Le famiglie avranno 10 giorni per vaccinare o presentare a scuola il certificato di esonero o di differimento all’azienda locale.

Solo entro il 30 aprile il dirigente scolastico comunicherà l’eventuale mancata risposta dei non vaccinati all’Ulss e procederà alla non ammissione in classe. Questi bimbi resteranno iscritti: potranno rientrare alla all’avvenuta vaccinazione. Sarà invece l’Azienda sanitaria, ma in un secondo momento, a inviare le sanzioni per i minori, frequentanti primarie e secondarie, che non risultano in regola con le vaccinazioni.

Cristina Giacomuzzo

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