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Il caso

Una tassa d’imbarco per i voli da Venezia

«Dal 1° aprile ogni passeggero in partenza pagherà 2,50 euro in più». Save, sorpresa, non commenta. Piovono critiche: «Imposta sui veneti»
Da aprile i passeggeri in partenza dall’aeroporto Marco Polo di Venezia dovranno pagare una tassa di imbarco di 2,50 euro
Da aprile i passeggeri in partenza dall’aeroporto Marco Polo di Venezia dovranno pagare una tassa di imbarco di 2,50 euro
Da aprile i passeggeri in partenza dall’aeroporto Marco Polo di Venezia dovranno pagare una tassa di imbarco di 2,50 euro
Da aprile i passeggeri in partenza dall’aeroporto Marco Polo di Venezia dovranno pagare una tassa di imbarco di 2,50 euro

«Dal primo aprile i passeggeri in partenza dall’aeroporto Marco Polo di Venezia pagheranno in più, insieme al biglietto, una nuova tassa di 2,50 euro. Questi soldi finiranno nelle casse del Comune di Venezia che li userà per affrontare il caro energia senza ridurre i servizi al cittadino». Ecco la novità che arriva dalla giunta del sindaco Luigi Brugnaro, che ha presentato un emendamento al bilancio in discussione in questi giorni. Le reazioni sono immediate.

Le reazioni sono immediate

La prima è di Save, la società che gestisce l’aeroporto di Tessera, che rimane sorpresa e alla fine non rilascia dichiarazioni ufficiali. Confturismo Veneto alza il muro e accusa: «A pagare saranno soprattutto i veneti». Sì, perché la metà del traffico in partenza, 5 su 11 milioni di viaggiatori, sono proprio veneti. Anche Aeroporto 2030 (riunisce i gestori di Fiumicino, Ciampino, Verona, Treviso e Brescia) si dice preoccupata: «Ogni contributo che grava sul passeggero rappresenta oggi un fattore di ulteriore rallentamento della ripresa del traffico soprattutto in un mercato altamente concorrenziale come quello aereo».

Ma come nasce l’idea dell’addizionale di imbarco?

L’assessore al bilancio del Comune di Venezia, Michele Zuin, sintetizza: «C’è una legge nazionale, il decreto 50/2022 “Misure per il riequilibrio finanziario di province, città metropolitane”, che consente agli enti locali che presentano un debito pro capite superiore a mille euro a cittadino di introdurre, dopo un accordo con presidenza del Consiglio e ministero dell’Economia, di attivare nuove misure per ripagare il debito. E Venezia è, purtroppo, in queste condizioni: in bilancio registriamo 269 milioni di debito di cui solo 6 accesi dal sindaco Brugnaro. 

Venezia, una nuova misura per ripagare il debito

«A questa situazione delicata si aggiunge ora il caro bollette: 16 milioni nel 2022 e altrettanti nel 2023 che siamo stati in grado di affrontare con fatica. Ma per il 2024 o paghiamo le bollette o tagliamo i servizi. Davanti a questa situazione, abbiamo scelto l’opportunità della legge nazionale». Lo scorso 30 novembre è stato firmato l’accordo del Comune con Mef e presidenza del Consiglio. A inizio settimana, la giunta veneziana ha depositato un emendamento al bilancio all’addizionale al bilancio: venerdì è previsto il voto finale. Se passerà diventerà operativo. Il gettito stimato è di 12 milioni di euro. 

Congelato il "contributo di accesso" a Venezia

Intanto va segnalato che i soldi del “contributo di accesso” a Venezia (la prenotazione per entrare nella città lagunare) sono diventati un miraggio. L’operazione, che doveva partire dal 16 gennaio, è finita in congelatore. Non si è trovata la quadra in Consiglio. Così nei giorni scorsi il sindaco, con lo scopo di trovare una soluzione condivisa, ha lanciato una “campagna di raccolta di idee”: sul sito del Comune fino al 7 gennaio sarà possibile presentare «idee e contributi utili a perfezionare il sistema di istituzione del Contributo di accesso - aveva annunciato -. Quanto proposto sarà analizzato da una commissione tecnica per fornire alla giunta strumenti utili per la delibera finale».

Il ruolo di Save

Ma torniamo alla tassa. La società che ha in gestione l’aeroporto di Tessera, Save, non ha rilasciato dichiarazioni a commento dell’emendamento. Trapela però tutta l’insofferenza per una decisione presa senza consultazioni. C’è tempo per trovare una intesa, ma al momento non risultano incontri in programma. La società dovrà occuparsi della riscossione della tassa dai vettori, che la chiederanno a loro volta ai passeggeri in decollo (non in arrivo), per poi girarla al Comune. Ed è tutta da stabilire la quota che potrà trattenere. 

«La tassa sui veneti»

Il nuovo balzello è controproducente per Marco Michielli, presidente di Confturismo Veneto (17 mila imprese tra alberghi, stabilimenti balneari, pubblici esercizi): «Sulla tassa d’ingresso per i pendolari che arrivano a Venezia non abbiamo posto obiezioni, ma questo balzello andrà a colpire prima di tutto i veneti che l’aereo lo usano per lavoro. E i turisti “paganti” diretti a Venezia centro storico, si troveranno a sostenere una tripla tassazione: imbarco, ingresso in città e tassa di soggiorno. Venezia, poi, sarà l’unico aeroporto ad applicare il surplus. Gli scali di Verona e Treviso sono esclusi».

Il presidente di Aeroporti 2030

Interviene Alfoso Celotto, presidente di Aeroporti 2030, che assume una posizione netta: «Introdurre un addizionale nel momento in cui il settore è impegnato a superare una crisi è preoccupante e in controtendenza rispetto agli obiettivi. È fondamentale non venga adottato alcun incremento a carico dei passeggeri aerei. Non ci risulta, ad oggi, che alcun Comune abbia adottato provvedimenti analoghi a quelli proposti dal Comune di Venezia ed è fondamentale che la giunta Brugnaro non lo porti avanti».

«Non solo Venezia»

Replica a distanza Zuin: «Il Marco Polo non sarà il solo ad applicare l’addizionale. Lo fa già il Comune di Roma, è in corso di definizione a Napoli e Genova. Potevamo chiedere l’addizionale sul porto, ma vista la crisi del settore crocieristico, abbiamo evitato». Per il via definitivo alla tassa si dovrà attendere il voto in Consiglio.

 

Cristina Giacomuzzo

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