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La conferenza stampa

Luca Zaia: «Ospedali verso fase 4. Non voglio fare micro lockdown, né andare in zona arancio: portate la mascherina»

Luca Zaia, diretta 6 novembre
Luca Zaia, diretta 6 novembre
Zaia, diretta del 6 novembre 2020

Il presidente della Regione Veneto torna in diretta alle 12.30 per dare gli ultimi aggiornamenti sull'emergenza coronavirus.

 

IL BOLLETTINO

«Nelle ultime 24 ore abbiamo fatto 20.005 tamponi. A questo si aggiungono i test rapidi. In 24 ore sono quindi 3.297 positivi. Se a marzo avessimo fatto questo numero di tamponi avremmo avuto oltre 6mila. Il rapporto su marzo significa la metà dei positivi rispetto la scorsa primavera. Oggi abbiamo 43.937 positivi sul territorio, in isolamento 17.972 persone. Ricoverati 1.301 (+27) e in terapie intensive 174 (+4), è un dato spurio ma vediamo un rallentamento. I morti sono +27. Abbiamo passato i 5mila dimessi (+72). Dall'inizio di questa tragedia sono oltre 5mila le persone curate in ospedale.»

 

FASE PIU' CRITICA

«Noi con mezzo piede siamo nella fase 4, significa massima turbolenza, massima tensione per gli ospedali. I numeri ci dicono che per metà di novembre potremmo arrivare alle 250 terapie intensive però non vi voglio parlare di statistica. Questa è la fase più critica. Il Covid di questa seconda fase si caratterizza di meno, in questo momento, con le intensive e di più con i ricoveri. Infetta molto i giovani, la massa di positivi è tra i giovani e la massa di ricoveri è tra gli anziani (60-75enni). Chi è più giovane si comporti nel miglior modo per proteggere gli anziani che non devono essere rinchiusi in casa. Entrare in fase 4 significa ridurre le prestazioni ordinarie, non è escluso che si possa galoppare verso le 2mila persone ricoverate nei prossimi giorni, se non c'è un'inversione di tendenza eliminando il dato anomalo di oggi»

 

MEDICI e PRONTO SOCCORSO

«Situazione difficile dal punto di vista del personale medico e sanitario. Non è che ci siamo dimenticati di assumerli è che non ci sono. L'appello che faccio ai cittadini è di evitare di andare al pronto soccorso, ma di chiamare il medico di base. Tenete presente che la stragrande maggioranza delle persone positive con sintomi si possono curare a casa benissimo, evitiamo quindi di intasare i pronto soccorso»

 

NO MICRO LOCKDOWN

«Non abbiamo in programma di fare micro lockdown o micro coprifuoco, continueremo a fare le scelte di sanità pubblica che riterremo utili. In linea di diritto, la Regione può intervenire per fare restrizioni, ma non c'è una formula magica per decidere se è una zona rossa o gialla, esiste per creare una base per un tavolo contraddittorio dove portare altri elementi. Noi dal punto di vista sanitario speriamo di restare in area gialla, ma dipende tutto dal comportamento di tutti noi: portate 'sta mascherina!» 

 

MONITORAGGIO DEI DATI

Parla dottoressa Russo: «Ogni giorno mandiamo alla protezione civile tutti i casi, i tamponi e i ricoveri. A parte questo è stato messo a punto un sistema di monitoraggio specifico per cui si valuta, oltre ai numeri in assoluto, anche un insieme di procedure e indicatore di processo, cioè quanto tempo ci mettiamo a individuare un soggetto positivo, quanto tempo ci mettiamo a prenderlo in carico, se lo seguiamo nel suo percorso e poi qual è la tenuta del sistema sanitario, dall'ospedale al contact tracing sul territorio. Ecco questi dati sono un rapporto di monitoraggio che viene pubblicato ogni settimana che calcola il rischio e il famoso RT. Un sistema che è stato discusso tra regioni e governo dal punto di vista tecnico per dare la possibilità di vedere come sono organizzate le regioni e per dare alla regione stessa di evidenziare se il sistema di monitoraggio che ha messo in piedi è performante o deve migliorare. I nostri statistici si vedono con l'Istituto superiore di sanità e discutono di alcuni parametri. Attorno a questo monitoraggio è stato istituito un secondo documento, una sorta di cronistoria che il sistema centrale ha fatto per fronteggiare la situazione e uno scenario con i famosi colori che permette alle Regioni di inquadrare le misure che possono essere utili al contenimento del virus. Queste aree non sono compartimenti stagni di colore diverso, chiaro vengono valutate anche nell'ambito dell'andamento delle ultime settimanale e mensile. Per quanto riguarda la tenuta del sistema sanitario risulta che in Veneto c'è una diffusione sostenuta ma controllata, quindi tutte le misure messe in piedi ci ritroviamo all'interno dello scenario verde. Sulla questione dei dati non dati al ministero, abbiamo chiarito che abbiamo avuto un problema informatico e quindi li abbiamo mandati ieri mattina. Il documento degli scenari tiene conto, nelle prossime settimane, anche della circolazione del virus influenzale. Ipotesi di passare a uno scenario peggiore? Dobbiamo aspettare almeno due settimane per capire se le misure prese ci permetteranno di rallentare l'escalation»

 

 

Qui la conferenza stampa di ieri:

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